In un limbo

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Vivo in un paese della provincia novarese, di giorno in giorno sempre più cupo, abbandonato, dove invece di costruire, creare e modernizzare, si distrugge, si abbatte e si sprofonda sempre di più nel classico immaginario di quelle cittadine americane da film horror/thriller anni '80, con tanto di nebbia a rendere il tutto più inquietante. E' proprio la nebbia nelle serate dei weekend a far da padrone, quando la gente va in città e io spesso cammino in compagnia del freddo e dei vicini schiamazzi di ragazzini che si incontrano ai "giardinetti", dove una volta c'erano i giochi per i bambini, un laghetto con i pesci e il verde. Proprio li passavamo quei pochi minuti che anticipavano il rientro pomeridiano ai tempi delle elementari. Ora rimane poco di quel luogo; i giochi sono stati vittime dello scorrere del tempo, del degrado e del disinteresse di chi avrebbe potuto rallentarne gli effetti, gli alberi sono stati abbattuti per realizzare l'ennesima palestra ora in costruzione. Le aule delle scuole sovraffollate e decadenti non hanno avuto la stessa priorità, però ora ci sarà più spazio per l'esercizio fisico che per l'apprendimento.

E' sabato sera, arrivando a piedi da casa riesco a vedere la luce dell'insegna del bar dove mi reco solitamente, locale storico del paese che nel tempo ha notevolmente perso clientela. Saremo in pochi presenti fisicamente, ancor meno con la mente, io di certo sarò solo, solo tra novemila.

Solo tra novemilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora