La partita di scacchi 🃏

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Quel pomeriggio Luke venne a trovarmi per la solita partita di scacchi. Io, per l'occasione, avevo riempito il frigo di birra e tacos scadenti. Le nostre partite di scacchi non erano altro che un pretesto per raccontarci una marea di stronzate; ma chi la sparava più grossa solitamente usciva vincitore dalla sfida. Inutile dire che, con due tipi come me e Luke, le battaglie erano tutte all'ultimo sangue.
Arrivò in uno stato pietoso, con due borse sotto gli occhi nere come la peste; inoltre era particolarmente gonfio in viso, probabilmente aveva anche fatto a botte la sera prima.
Disse un ciao molto indeciso e si accasciò sul mio divano sfondato.
Quel divano era vecchio e rotto ma non avrei mai voluto cambiarlo, mi ci ero affezionato: aveva vissuto sbronze e belle pupe, ma anche bei film e partite di poker. Forse però dopo quel tuffo di Luke era arrivata la sua ora.
Tirai fuori gli scacchi ed incominciammo a giocare: io con i bianchi, lui con i neri. Le prime mosse furono di studio con i pedoni, ma, non appena il mio cavallo iniziò a mangiare pedoni, la partita si accese, e, di conseguenza, anche la nostra conversazione.
- Ieri sera sono andato con una bella ragazza, sui trenta, ma, come puoi vedere dal mio volto, non era sola. - mi disse.
- Sei il solito Luke, io invece ieri ci ho riprovato con quella dell'ultimo piano in ascensore: ho schiacciato il pulsante di stop e mi ci sono lanciato addosso. Quella poi mi ha lanciato un ultimatum: la prossima volta mi denuncia. -
- Le donne... Fanno di tutto per rendersi attraenti e poi fanno le vittime se ci provi, sono una contraddizione unica -
- Cazzo Luke, perché magari non ci trucchiamo anche noi ed iniziamo a vestire scollati? Magari iniziano a violentarci... -
Dopo questa affermazione passai nettamente in vantaggio. La sua regina stava per essere mangiata da una delle mie torri.
- Tu dici una marea di stronzate, il problema è alla base: perché certe persone si comportano in un modo per avere dei risultati precisi e se li hanno non si accontentano? -
- Mah... Sarà l'imprevedibilità della vita, il caso -
- No, nasciamo per vivere e viviamo per morire, è tutto un controsenso! -
La sua regina, nel mentre, era riuscita a scappare dall'altra parte del tavolo da gioco.
- Beh cosa vuoi che ti dica, nella nostra esistenza l'unica certezza che abbiamo sta nell'incertezza della vita e della nostra stessa esistenza. -
- Mah, è come se tutti noi nascessimo colpevoli di un delitto che ci condanna al peccato più brutto di tutto, ovvero, come hai detto tu, l'incertezza: perché tu sai di aspettarti la vita, la gioia, l'amore, le delusioni, le scelte, le illusioni e la morte ma non sai mai quando queste possano arrivare, e ciò ti turba, ti fa vivere con l'ansia dovuta all'attesa di queste cose-
Scacco matto. Mi aveva fregato ancora una volta.
- Birretta? -
- Volentieri - gli risposi.
Fu così che alla sera brindammo all'incertezza e ci facemmo trasportare dalla sbronza ignari che in qualsiasi momento un asteroide avrebbe potuto porre fine alle nostre vite, riducendoci in inutili mucchietti di cenere scura.

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