Emma

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"Che cosa ci fa lui qui?", sentirono sbraitare una voce da dietro le loro spalle.

Conrad.

Il ragazzino si avviò a grandi falcate verso Agnot, prontamente placcato dal padre.

"Rad fermo", il figlio cercò di divincolarsi, inutilmente, mentre ringhiava ad un divertito Agnot.

"Lui non deve stare qui!", sbraitò a tutti e nessuno "lui è pericoloso e vuole Emma", ma Vali gli strinse leggermente la spalla attirandone l'attenzione. Il ragazzo si girò a fissarlo furioso.

"Non è guardandomi come tua madre che otterrai di essere lasciato libero, Rad", disse serio Vali, facendo tacere il figlio "ora voglio che tu mi ascolti, Rad, e voglio che tu lo faccia con molta attenzione. Sono stato chiaro?".

Rad annuì. Vali non usava mai quel tono con loro, quindi le poche volte che si imponeva, i figli sapevano che fosse meglio ascoltare. Quindi annuì e Vali lo lasciò. Il suo sguardò guizzò un'ultima volta in direzione di Agnot, ma poi portò tutta l'attenzione sul padre.

"Ascoltami bene, Rad, pensiamo che la tua visione sia stata in qualche modo indotta, o quantomeno manipolata da qualcuno. Séera dice che qualsiasi Bugia sarebbe in grado di farlo". Conrad serrò la mascella ma annuì.

"Agnot si è presentato qui spontaneamente, con l'intenzione di aiutarci". Conrad sbarrò gli occhi, aprendo la bocca con l'intenzione di dire qualcosa, ma lo sguardo del padre lo fece desistere.

"Crediamo che ci sia un motivo preciso dietro a tutto questo, ma adesso non è la nostra priorità".

Stavolta Conrad non resistette.

"Come non è la priorità papà? È Emma, si parla di lei, non importa se sia Agnot, un mostro affamato o il fantasma formaggino! Stiamo parlando di Emma".

"Il fantasma formaggino?", esclamò incredulo Agnot per poi scoppiare a ridere.

"Lui non mi piace", sibilò Conrad al padre.

"Non ti deve piacere, Rad, ma te lo devi far andar bene". Conrad tentò di sostenere lo sguardo di Vali, ma ovviamente fallì. Sbuffò annuendo. In quel momento sentì la risata cristallina della sorella avvicinarsi, probabilmente insieme a Nari e si dispose davanti alla porta, facendo scuotere la testa a Vali.

"Sei testardo come tua madre, Conrad. Spostati da quella porta", lo apostrofò calmo Vali, facendolo sbuffare, ma il ragazzino si spostò. Emma entrò in biblioteca, guardò davanti a sé e sgranò gli occhi. Lo stesso fece Agnot, gli altri li fissavano confusi.

"Sei tu", disse sconvolto Agnot.

"Come...tu non esisti! Come fai a essere qui?", mormorò sconvolta Emma.

"Lui cosa?", disse sconvolto Conrad.

"È lui Rad! È l'ombra che vedo sempre, quella che compare nei miei incubi, concentrati, ricorda!". Conrad si girò sconvolto verso il demone, guardandolo bene per la prima volta. Mise a fuoco e sbiancò.

"Tu saresti...l'angelo custode di mia sorella?", sbottò stridulo Conrad, totalmente sconvolto.

"Ma...non è possibile", mormorò attonito Agnot.

Improvvisamente sulla stanza cadde un pesante silenzio. Tutti si guardavano, ma soprattutto guardavano il curioso trio rappresentato da Agnot, Conrad ed Emma.

La ragazza fece un passo in vanti, ma Conrad la afferrò per il polso, scuotendo la testa.

"Non è lui, Emma, non può essere. Gli somiglia solo, lui è...è...Emma lui è un demone, anzi è uno dei demoni maggiori!", Emma si girò a fissare il fratello, guardò ancora Agnot.

Figli del Primo Sangue (Saga di Sangue libro III)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora