Di pregiudizi e di prime impressioni

115 8 0
                                    

Non era da Maddison Fawley far aspettare i suoi genitori. Lei era una di quelle persone puntuali come un orologio svizzero, che si spazientiscono facilmente se ci si presenta ad un appuntamento con trenta secondi di ritardo.

Ma quella mattina era partita col piede sbagliato. Tanto per cominciare, non era riuscita a scendere dal letto per le ore di sonno arretrate che aveva accumulato nelle ultime due settimane. Soffriva d'insonnia e faceva spesso incubi così vividi che le procuravano addirittura dolore fisico. In più, come se non bastasse, era in ansia da "primo giorno di scuola". Perché quel primo settembre 1991 corrispondeva al suo primo giorno di scuola nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

E ciò significava solo una cosa: la cerimonia dello smistamento. Era terrorizzata da ciò che avrebbe potuto dirle il Cappello Parlante. Se non l'avesse ritenuta degna di nessuna Casa? O se, peggio ancora, fosse stata smistata in una Casa diversa da Serpeverde? I suoi genitori ne sarebbero stati devastati. Tutta la sua famiglia era appartenuta alla nobile Casa di Serpeverde, non le andava di diventare la pecora nera. Era cresciuta nel mito della purezza di sangue e della superiorità dei maghi sui babbani, aveva imparato ad amare sin da piccola lo stendardo verde-argento dell'unica Casa ritenuta degna dalle persone che erano solite frequentare i suoi genitori. Non conosceva altre alternative, non le aveva mai avute. Non si era mai lamentata della gabbia fatta di pregiudizi in cui era stata rinchiusa dal momento in cui era nata, nonostante una sensazione di disagio le fosse iniziata a crescere a dismisura nel petto, facendola sentire addirittura prigioniera del suo stesso corpo. Non poteva ribellarsi ai valori che i suoi genitori le avevano imposto con amore. Aveva paura di deluderli, aveva paura che non la ritenessero all'altezza.

Così, con il cuore in gola per l'ansia e per la fretta, raggiunse Octavian e Lucretia, suo padre e sua madre, che l'aspettavano nell'atrio della loro imponente villa irlandese.

« Iniziavamo a temere che ti fossi persa in camera » sentenziò il padre, lievemente seccato per il ritardo della figlia.

« Mi dispiace, padre, non era mia intenzione- » Le scuse della ragazzina vennero interrotte dal gesto sbrigativo della mano di Octavian. Si ammutolì immediatamente. Quando agitava la mano in quel modo, era bene starsene in silenzio per evitare guai.

« Siamo pronti per andare. Gli elfi domestici penseranno ai tuoi bagagli » disse la madre con voce tremante che fino a quel momento era rimasta in silenzio ad osservare la sua bambina. Ne sentiva già la mancanza.

E detto questo, la famiglia Fawley partì da Killarney alla volta di Londra, stazione di King's Cross.

Quando arrivarono alla stazione, Maddison, sempre mantenendo un portamento altezzoso, incominciò a passare in rassegna ogni ragazzino biondo di all'incirca undici anni, alla ricerca del suo migliore amico

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Quando arrivarono alla stazione, Maddison, sempre mantenendo un portamento altezzoso, incominciò a passare in rassegna ogni ragazzino biondo di all'incirca undici anni, alla ricerca del suo migliore amico. Rimase affianco ai genitori, la mano della madre appoggiata affettuosamente sulla sua spalla sinistra, mentre il padre storceva il naso con disprezzo ogni volta che i suoi occhi verdi si posavano sul corpo di un babbano.

Green and SilverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora