Parte 2 - La luna dei miracoli

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Sapevo fin da subito che affidarsi a una tale, sfuggevole speranza era da incoscienti, ma non ho potuto frenare la travolgente passione che si era impadronita di me. Come un padrone severo e irascibile, mi costringeva a fare ciò che la mia razionalità mi ordinava di ripudiare. E io, come un cane fedele e spaventato, seguivo quel padrone burrascoso conosciuto come amore.

Senza nemmeno accorgermene, le gambe mi avevano condotto in un luogo di leggenda, sospeso fra il nostro mondo e un altro, almeno così narravano storie passate, in quella valle desolata lambita dal vento freddo.

Mi guardai intorno disorientato, alla ricerca di qualcosa che forse nemmeno esisteva.

D'un tratto tutti quegli sforzi mi parvero vani, dettati dal mio unico desiderio di ambizione. Osservai ancora attorno a me quella valle solitaria sormontata da un mare d'erba che si agitava placida nella notte.

I miracoli non esistono, fu il pensiero che balenò nella mia mente, ma proprio quando stavo per gettare le mie infrante illusioni, il suono limpido e melodioso di un canto spezzò il monotono stormire del vento.

Una forza sconosciuta mi afferrò, mi costrinse a voltarmi e il mio sguardo incontrò indissolubilmente quello di lei.

Dalle leggende che avevo udito, mi sarei aspettato d'incontrare un essere mostruoso, dall'aspetto terribile, si narrava che fosse intriso di sangue e peccato.

Ma quello che vidi non somigliava affatto a un tale incubo anzi, aveva lo stesso candore della luna che ci sovrastava e la bellezza di una fragile fanciulla.

Gli occhi bianchi del demone mi osservarono solo per istante, poi un sorriso affiorò sulle sue labbra carnose.

«Un altro umano desidera i miei servigi.»

Le sue labbra non si mossero, quel suono parve rimbombare nell'immensità della valle ma io lo udii forte e chiaro nella mente, anche se la sua voce non era di questo mondo.

Come immaginavo, lo stupore mi aveva serrato la gola, la voce si era smarrita in un andito recondito del mio corpo e sapevo che non l'avrei recuperata facilmente.

Non riuscivo a staccare gli occhi da lei, non avrei nemmeno potuto farlo perché mai prima di allora avevo incontrato una donna tanto avvenente.

I lunghi capelli erano bianchi come la luna che sovrastava la sua figura ammantata di pizzo nero che nascondeva le nudità solo grazie al favore delle ombre. Anche la sua pelle risplendeva dello stesso candore, ad eccezione delle labbra, sulle quali aleggiava il nero della notte, rotto solo da una strana linea bianca che le segnava la metà del labbro inferiore.

Quella creatura armoniosa trasudava un fascino mistico capace di corrompere ogni uomo al primo sguardo, solo una cosa spezzava quell'armonia, l'unica cosa che mi strappò a quel sogno, ricordandomi la vera natura di quell'essere: le corna nere protese all'indietro che svettavano fra la chioma candida.

Però erano sinuose come il suo corpo, belle e lucenti quanto l'ossidiana, avvolte alla base da sottili trecce di capelli.

Alla fine, non avevo paura di lei, sentivo solo un'intensa attrazione che non potevo spiegare.

«Sei tu il demone dei miracoli?» chiesi con voce tremante, ben lontana dalla virilità che volevo dimostrarle.

La donna restò immobile, scrutandomi nel buio della notte, poi un sorriso che mi parve animato di comprensione, illuminò il candore dei suoi occhi.

«Dipende da chi mi sta cercando.»

Il suo corpo si mosse all'improvviso, sinuoso scivolò nel mare d'erba, galleggiando fra le ombre infinite e, prima che potessi rendermene conto, era dinanzi a me. Senza volerlo, il mio sguardo ricadde lascivo fra gli spiragli di pelle che il pizzo lasciava intravedere, ormai liberi dalle ombre, e sentii il sangue pulsare fra le gambe.

Imbarazzato, distolsi lo sguardo. Lei parve non accorgersene.

«Hai paura, umano?»

La sua voce riecheggiò nella vallata, eppure nella mia mente giunse solo un debole sussurro.

No, non avevo paura, ma forse avrei dovuto averne, o forse no?

Deglutii, ma la mia gola riarsa protestò. «Tu esaudisci i desideri degli uomini?»

Il demone fece due passi indietro, poi altri due, fino a che il suo corpo non fu lambito dai raggi argentei della luna.

«Io e la luna siamo scese sulla terra per esaudire i desideri degli uomini. Perché solo noi possiamo farlo, perché solo noi abbiamo orecchie che ascoltano e occhi che vedono. Nessun altro lassù può farlo, nemmeno Lui.»

Il suo sorriso era disarmante, la sua voce dilagò uno strano calore nel mio corpo.

Non compresi quelle parole, almeno non quel giorno.

Incerto, mossi un passo verso di lei. «Mi aiuterai?»

Lei sorrise ancora e si lasciò cadere sull'erba soffice, poi protese una mano verso di me, in segno d'invito. Senza rendermene conto, nell'attimo seguente ero disteso accanto a lei, bagnato dai raggi della fredda luna.

Sentii il suo profumo, mi ricordava la neve.

«Che cosa desideri?» ripeté con voce candida.

«Desidero conoscere l'amore.»

Lei parve sussultare, ma mi convinsi che fu solo la mia immaginazione.

D'un tratto si strinse a me, la morbidezza della sua pelle mi avvolse, calda come le fiamme del fuoco, e allora fui io a sussultare.

«Il tuo è un desiderio singolare. Tutti quelli che sono venuti qui prima di te desideravano cose materiali: donne, soldi, fama. Tu invece desideri l'amore, ma che parte di esso?»

«Cosa intendi?»

«Vuoi amare o essere amato?»

«Entrambi.»

Lei si lasciò sfuggire una risata che risuonò come l'eco di un milione di cristalli.

«Sei un ragazzo ambizioso, ma la tua anima risplende della stessa purezza della luna. Sei tu quello giusto, finalmente ti ho trovato.»

Lentamente, il demone scivolò su di me e avvolse le cosce ai miei fianchi. Il suo viso si immerse nelle ombre, i capelli ondeggiavano sopra di me, sfiorandomi le labbra e il collo.

Il mio corpo si mosse da solo, attratto da una forza invisibile che guidò le mie mani sul suo seno, sui suoi fianchi, fra le sue gambe.

Ormai non distinguevo più la realtà, nemmeno lo scorrere del tempo. Il mio corpo e la mia anima vennero trascinati in un turbine di emozioni che mi fece sussultare di piacere, precipitai in un luogo nel quale distinguevo solo il mio respiro affannato e i dolci gemiti di lei.

E al culmine del piacere, capii che non sentivo altro che lei, che per me esisteva solo lei.

Che volevo solo lei.


La luna dei miracoliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora