Capitolo 2

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Ero in quella casa schifosa, c'era fango dappertutto. Avevo un letto con una coperta che non faceva caldo per niente, per terra avevo il mio fucile e una maschera antigas.
Quella notte, però ci fu un bombardamento. Ci fecero evacuare le case, e ci mandarono in un piccolo rifugio, dove incontrai un mio amico d'infanzia. Anche lui aveva fatto la mia stessa fine. Lui aveva 2 anni più di me. Anche lui voleva tornare a casa, ma io gli dissi una frase che gli cambiò la vita. Gli dissi: 《se combatti e torni vincitore sarai ricordato, se torni a casa perdente nessuno ti ricorderà! Vuoi essere ricordato?! Allora combatti!》. Lui mi fissò, io ricambiai, e poi mi chiese: 《tu hai paura di morire?》e io: 《tutti hanno paura》. Dopo 2 ore ci fecero uscire solo a noi due. Dovevamo fare una missione. Dovevamo consegnare un uomo al campo. Io pensai che lo volevano morto, invece doveva essere vivo. Ci diedero una pistola che non era mortale. La nostra strategia era di muoverci dentro il bosco e coglierlo di sorpresa. Non andò molto bene perché  ci vide e iniziò a spararci. Noi fummo più furbi, perché lo colpimmo alla testa con la pistola non mortale e lo portammo via. Mentre lo stavamo portando via, un tedesco sparò a Marco, il mio amico, da quel giorno io non fui più lo stesso. Prima di uccidere una persona pensavo sempre a quell'immagine.

La prima guerra mondialeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora