La mia femmina

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L'uomo la fece riaccompagnare in città dai suoi beta.

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Sono due ore che sono a casa, mia madre appena mi ha visto mi ha tirato uno schiaffo, mi ha guardato arrabbiata, è scoppiata a piangere e poi finalmente mi ha abbracciata.

Visto che anche Cat si è accorta della mia scomparsa non ho potuto usare la scusa che sono rimasta a dormire da lei.

Così ho dovuto raccontare quella che poteva essere una dura verità: mi sono ubriacata e sono finita nel letto di un ragazzo e poi mi sarei risvegliata la mattina seguente con la consapevolezza di non essere tornata a casa.

Se l'è bevuta, ma mi sono beccata 2 settimane di punizione, sempre che l'uomo non vi venga a prendere prima.

La mattina dopo sono stata costretta ad andare a scuola, ma c'era una grande notizia, la prof di scienze era assente per qualche sua strano motivo personale e ci siamo ritrovati a doverci presentare al professore Alessio Rinaldi, suo sostituto ed un gran bel figo appena laureato.

"Signorina..." indugia un attimo.
"McCharty prof"
"Si, faccia silenzio"
"Esiste il diritto di parola"
"Esiste il rispetto"
"Si ha ragione, ma sta forse insinuando che le sto mancando di rispetto? Perché se è così allora è forse lei a mancarmi di rispetto."
Si sento dei risolini e la faccia del prof diventa paonazza.
"Ah le volevo chiedere prof, posso andare in bagno?"
"No segua la lezione"
"Se devo andare in bagno non lo sto dicendo per divertimento"
"Sono sicuro riuscirà a resistere"
"Non credo ne sarà così sicuro quando mi cagheró addosso"
"Fuori! Ne ho abbastanza"
"Figa era ora"
"FUORI!"
"Vado non si preoccupi" e nel mentre esco dalla classe, ma sento un ovatto ragazzina arrogante, il ché mi fa sorridere d'orgoglio.

**

Sono nel giardino della scuola da 10 minuti. Vedo una chioma mora spuntare dalla porta che dà sul cortile.
Carlos, mio amico da anni, nonché mia prima cotta si avvicina a me e mi saluta.
Oggi è particolarmente carino, la felpa che indossa lo fa sembrare più grosso ed è leggermente tirata sopra gli avambracci che mette in mostra. Non sono troppo grossi ma si possono notare delle vene e l'aspetto rude che gli donano.

Il ragazzo si siede affianco a me.
"Sei carino oggi"
"Tu lo sei sempre" Carlos ha sempre nutrito una cotta per me e io ad ogni confessione gli ho sempre dato false speranze per poi rifiutarlo miseramente.
"Non era quello che intendevo" risposi.
"E allora cosa intendevi?" Si avvicinò pericolosamente al mio viso.
"Che..." ma non mi fece finire di parlare che la sua bocca era avida sulla mia.

E fu lì che senza fiato mi pentii di quello che stavo facendo, perché io non ero innamorata di lui.
"È stato un momento così, non significa niente" per la millesima volta gli avevo dato una speranza per poi svegliarlo bruscamente, di nuovo.
Odiavo l'effetto che avevo su di lui e l'effetto che lui aveva su di me, ovvero nessuno.
Sarebbe stato tutto più facile se lui mi fosse piaciuto, non era un brutto ragazzo, ma non il mio tipo, troppo magro e piccolino. Mi dava un senso di non protezione, eppure era rispettato da tutti.

"Ci si vede in giro Carlos"
"Ciao Sveva"

Penso che ormai si sia abituato e non si arrabbi più.
Molte volte ho rifiutato una cosa seria con lui, non capisco perché ancora insista, io non l'avrei fatto, avrei avuto più rispetto per me stessa.

**

Sono al tavolo della mensa con i miei amici, la gente quando si avvicina al nostro tavolo abbassa lo sguardo o fa finta di usare il telefono, e come dargli torto, la maggior parte dei miei amici sono dei spacciatori, dei fattoni o ragazzi senza regole, degli stronzi in prima regola, è per questo che andiamo d'accordo, non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno.

All'inizio non ero così, ero una bambina nell'età dello sviluppo, bruttina e cicciottella. Carlos, il mio primo ragazzo. Mi diceva di non dire in giro che eravamo fidanzati e quando gli chiedevo perché mi rispondeva che gli altri gli rompevano il cazzo con frasi del tipo "ma tu stai con la cicciona?" o "ma come fa a piacerti" lui non mi difendeva mai.

Si dovevano pentire di avermi rifiutato, dovevano strisciare solo per poter parlare con me e fu quello che feci, dimagrì, finì l'età dello sviluppo e divenni bella, bellissima.

Sono ancora in carne, ma mi piaccio così e la gente percepisce la mia sicurezza. Quando cambiano strada pur di non incontrarmi mi fa sentire potente.

"Eva cos'hai?"
"Pensavo"
"È suonata la campanella ci vediamo alla fine"
"Sì ciao" con un bacio salutai tutti.

**

Esco dalla classe felice di tornare a casa. Ma appena esco dalla scuola il vociare è più forte del solito. Stanno guardando qualcosa, mi avvicino anch'io.

L'uomo è in piedi davanti a una Lamborghini, quando sto per andarmene i suoi occhi incontrano i miei e capì che non avevo scampo.
Con delle grosse falcate si avvicina a me, mi annusa, il suo volto si incupisce e poi punta lo sguardo su Carlos.

"La mia femmina"

Spazio Autrice

Aggiornerò quando questo capitolo avrà raggiunto i 200 voti. Condividete!

Ehi, se trovate degli errori non fatevi problemi a dirmelo, mi fate solo un favore.
Poi fatemi sapere cosa ne pensate della storia!

Eva è il soprannome di Sv(eva).

Kiss, Blu

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