Oggi scelgo di raccontarmi. Non scelgo di raccontare solo di me ma di tante altre persone che sono salite proprio come ho fatto io, sulla barca del dolore.
Se ripenso alla mia vita passata, a come ero da bambina, sorrido. Mi sono sempre sentita una persona molto fortunata. Ho avuto e ho dei genitori stupendi, un'infanzia serena e quasi sempre avevo ciò che volevo. Non prendetemi per una sbruffona, perché non la sono. Semplicemente sono sempre stata grata a tutto quello che la mia famiglia ha fatto per me. Nonostante i problemi finanziari, nonostante a natale si facesse fatica qualche volta ad imbandire la tavola per bene, il mio papà e la mia mamma non mi hanno mai fatto mancare nulla.
Adesso ho un problema. Ho iniziato a credere che tutta questa serenità, questa fortuna nel non essermi mai sentita davvero in difficoltà, a dire il vero, sia un vero e proprio svantaggio. Credo di poterlo descrivere così: è come se per tutta la vita tu fossi abituato ad avere tutta l'acqua che vuoi a tua disposizione e un giorno, ti svegli e ti rendi conto che fuori è tutto arido. Allora a quel punto, chi è sempre stato abituato a bere poco, saprà come reagire, saprà come bere anche quando sembra impossibile. Tu invece ti senti perso. La bocca asciutta, il bisogno di bagnarti le labbra. L'acqua che non vedi anche se è lì, di fronte a te. Così mi sono sentita quando mi sono scoperta malata. Ma non voglio correre. Ho bisogno di raccontare cosa mi è successo, ho bisogno che questo silenzio venga spezzato.
Mi sono innamorata quando avevo 14 anni, questo amore porta il nome di Davide e non potrebbe averne nessun altro. A 14 anni ho fatto l'amore per la prima volta. Era tutto perfetto. Ero piccola è vero ma ero completamente persa in questo sentimento che, ancor oggi, mi lascia senza fiato.
A 16 anni la mia vita è cambiata, radicalmente. Avevo degli strani e lancinanti dolori durante i rapporti sessuali. Dolori che mi facevano passare la voglia di fare l'amore. Potete crederci? 16 anni e paura di soffrire durante una cosa che dovrebbe solo farti stare bene. E Davide? Era una ragazzino anche lui e sappiamo bene quanto a quell'età i maschi smettano di pensare alla playstation e inizino a voler godere. Era sicuramente un sentimento condiviso e plausibile il suo ed io, per paura di perderlo, resistevo a quei dolori. A volte mi aggrappavo un po' più forte ai suoi capelli, altri facevo un gemito sfumato di dolore. Perdevo molto sangue ma era l'unica cosa che fossi disposta a perdere.
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Combattere ogni giorno per continuare a sentirmi viva.
Short StoryUna storia che va al di là del mio progetto. Una storia di una ragazza la cui vita è stata stravolta fin da quando era molto giovane. Una storia che parla dell'amore per la vita, della voglia di vivere e di una lotta costante tra ospedali, visite e...