Polo Nord e Polo Sud

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Suonai il campanello e invece della splendida rossa che mi aspettavo ad aprirmi fu un fagotto mobile.

"Non sei la polizia..." disse Harriet, quasi delusa. Aveva i capelli corvini raccolti in una coda assurdamente alta che sparava i ciuffi in tutte le direzioni, come un ananas, e sotto il plaid fucsia che portava come un mantello sulle spalle indossava un ridicolo pigiama che ricordava una mucca per via delle macchie. La cosa più assurda però era il cucchiaio che teneva in una mano, come un arma. Un cucchiaio...

"Perché dovrei essere la polizia?" chiesi sorvolando su tutto.

"Questa è una storia divertente. Quella donna ci odia." qualcuno doveva assolutamente insegnare a quella ragazza come si costruivano le frasi di senso compiuto.

"Gladys?"

"Non è pronta. In realtà ha iniziato a prepararsi solo ora, si è ricordata di te solo quando hai suonato il campanello." rispose mentre già rientrava in casa, dandomi il permesso di entrare a mia volta con un veloce gesto del cucchiaio.

"Ah, grazie."

L'ingresso era un piccolo corridoio fatto di giacconi appesi e un piccolo portachiavi perennemente vuoto, da lì si arrivava subito ad un salotto quadrato con mobiletto tv, un divano al centro, un tavolino e tante piccole librerie negli intervalli di muro tra una porta e l'altra. Da lì si arrivava in qualunque stanza. Mi avvicinai alla porta della sua stanza e bussai un paio di volte "Abbiamo una prenotazione, devo disdire o pensi di farcela?"

Sentì un fracasso, come di qualcosa di pesante che era caduto, poi arrivò la sua voce "Sei in anticipo?"

"No!" risposi, la porta ancora non si apriva. "Forse un po'." continuai.

"Allora non disdire, abbiamo tempo."

Non la vedevo esattamente allo stesso modo, però ormai sapevo quanto fosse inutile discutere.

Mi limitai così a raggiungere Harriet sul divano, dove stava sventrando una vaschetta di gelato, con la sua arma-cucchiaio. Storsi il naso e alzai un sopracciglio.

"Dovevi dire no." disse.

"Cosa?"

"Ora ti toccherà disdire la prenotazione al bel ristorantino di lusso dove volevi trascinarla. Non è psicologicamente capace di essere puntuale quando pensa di avere tempo." continuò.

"Beh... effettivamente sono in anticipo di un quarto d'ora buona." borbottai, cercando di difenderla. Inutilmente tra l'altro, sapevo fin troppo bene che Harriet aveva ragione ma mi dava fastidio ammetterlo.

"Lo so, tu sei sempre in anticipo." ridacchiò, dandomi ancora di più sui nervi.

Guardai l'orologio, poi aspettai un paio di minuti e lanciai uno sguardo alla porta. Niente. Iniziai a tenere il ritmo con le dita sulle ginocchia senza neanche accorgermene, era un tic che avevo sviluppato quasi inconsciamente da quando la conoscevo.

"Sai, è quasi divertente vedervi..." borbottò Harriet, fingendo di essere completamente concentrata sulla tv. In realtà avevo notato che sebbene la sua postura fosse rivolta verso lo schermo, con gli occhi spesso vagava verso di me cercando di non farsi notare.

"Non pensavo fosse questo il termine con cui ci avresti definiti. Perché proprio divertenti?" sbuffai. Non ero sicuro di volere davvero la risposta, non da lei. Era una ragazza strana, in grado di dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Doveva essere indubbiamente uno di quei momenti.

"Perché siete agli antipodi, tu il polo Nord così freddo e rigido per certi versi, e lei il polo Sud completamente al contrario! Insomma, come fate a sopportarvi ancora non riesco a capirlo. Tu sei così e va bene, ma anche lei è così e non cambierà e mi dispiacerebbe se un giorno ci rimarreste male entrambi..."

L'ascoltai fino alla fine della sua teoria, che forse aveva lo scopo specifico di aprirmi gli occhi ed essere, in un modo distorto, di aiuto. "Sai, è divertente quello che hai detto. Perché hai definito me il freddo Polo Nord ma è il Polo Sud ad essere l'estremo dalle temperature più basse." lei non rispose, quasi presa in contropiede. Sorrisi, anche se non ne avevo voglia, in effetti le sue parole mi avevano fatto pensare, alla fine, a quanto suonassero vere.

"È questione di altitudine, il Nord è a livello del mare, il Sud raggiunge vette più alte... e quindi non ha riserve di calore..." continuai, giusto per non lasciar cadere la discussione totalmente in un clima d'imbarazzo.

"Ah." rispose lei soltanto. Ah? Sorrisi di nuovo, stavolta un po' più divertito. Erano strane anche le sue reazioni.

"Comunque, quello è gelato? Tu non dovresti mangiarne, sei allergica!"

"Fatti i cazzi tuoi!" sbottò imbronciata, chiudendosi braccia e corpo intorno alla vaschetta. "È alla soya..." mormorò infine, abbassando un po' la difensiva, come volesse convincere sé stessa per prima.

Scossi il capo, pronto a stuzzicarla ancora un po'. Quando la porta che ormai da un po' non tenevo d'occhio di aprì facendo uscire dall'altro la ragazza che dondolava sui tacchi come per vagliarne la resistenza e si stava già infilando il cappotto lungo ed elegante, cercando contemporaneamente di non far cadere la borsetta e il cellulare.

"Andre che aspetti?! Forza siamo in ritardo, non perdere tempo!" disse vedendomi seduto ancora sul divano. Alzai gli occhi al cielo e mi alzai. Sistemandomi anch'io la giacca e raggiungendola verso la porta, dove si fermo davanti al portachiavi.

Mormorò un'imprecazione e si diresse di nuovo in camera dove la segui in parte, rimanendo affacciato all'ingresso del salotto.

"Ah, curiosità! Una cosa che vi accomuna l'avete almeno?" chiese Harriet uscendo anche lei dalla stanza di lei e vedendomi di nuovo, sembrava esasperata.

"Siamo attraversati dalla stessa asse terrestre." sbottai

"Se sei contento tu. Portala via prima che cambi la sua.." e se ne andò in camera sua sbattendosi la porta alle spalle giusto in tempo perché Gladys tornasse vincitrice con le chiavi in mano.

"Che le hai fatto?" mi chiese.

"Tu cosa le hai fatto!" risposi.

"Dimentica sempre le chiavi e poi prende le mie, ti sembra normale?"

No, ma potevo fare un elenco infinito delle cose che ormai consideravo normali per esasperazione.

HURRICANEWhere stories live. Discover now