Vi dichiaro ufficialmente shippati

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Mi piaceva troppo il titolo in inglese quindi...
Pov Matteo
Per il resto della giornata ignorai tutti quelli che tentavano di punzecchiarmi o comunque estorcermi informazioni, anche se la risposta era sempre la stessa:
<<NO! NON SONO INNAMORATO DI SERGIO, VA BENE? SIAMO SOLO AMICI, OK?!>> continuavo a dire all'orlo dell'esasperazione.
Ma davvero eravamo soltanto amici?
Grazie al volere degli dèi l'ultima campanella suonò.
Finalmente si tornava a casa.
Tornato a casa mi buttai sul letto e mi addormentai, e non feci altro...
In sogno mi parve di vedere Sergio e tutt'intorno una cerchia di gente che ci spingeva.
Un deja vù.
Stavo rivivendo il momento nel sonno.
Mi sentivo esausto, non avevo voglia di fare nulla.
Ad un certo punto sento dentro la felpa qualcosa che vibra.
È il cellulare.
Lo accendo.
-Hey domani si esce raga?
-Sì vai io ci sono!
-Anche io!
-Chi altro viene?
Erano quelli del gruppo della classe.
Vado anch'io? Forse è meglio di no...
Maddai divertiti un po'!
E così mandai un messagio per confermare la mia presenza all'uscita.
Poi ficco la testa nel cuscino è rimango lì.
~
Arrivo a scuola trascinandomi dietro i piedi.
La mia voglia di studiare è pari a zero, forse anche meno...
Saluto la solita banda di amici e chiacchieriamo come facciamo di solito.
Poi la campanella suona e si fa il momento più orribile e insinuoso della vita di uno studente: la prima ora.
A meno che non ci sia la propria materia preferita o religione, perché a religione non si fa mai niente, la prima ora è una parte ardua per tutti.
Si può classificare gli studenti che affrontano questa situazione in due modi diversi: quelli che ci si impegnano per non prendere un brutto voto e quelli che semplicemente cercano e pregano di non essere interrogati.
Sarebbe bello non essere interrogato, visto che non ho studiato un accidente...
Con una raggiante voglia di stare a scuola raggiungo il mio posto in fondo alla classe.
Come sempre quello lì, il mio compagno di banco, è assente...
Non è buono a nulla e non viene mai.
Ma grazie a qualche miracolo sa qualcosa, giusto un po' di geografia.
Peccato che le ore di geografia siano 2 su 30...
Tiro lo zaino, che sbatte contro il muro e scivola a terra e mi sdraio sul banco.
Poco a poco l'aula si riempie.
C'è quello infortunato che si tiene il braccio ormai da domenica scorsa e che si lamentano continuamente, ma ciò non gli impedisce di urlare cose a caso con uno strano tono di voce.
Le ragazze si ammucchiano verso l'unico termosifone acceso, intente a parlare di...cose...cose che preferisco non sapere.
Poi varcano la porta celeste quelle due naturalmente.
Quelle, lo percepivo dal loro sguardo, stavano ridendo di me ancor prima di entrare.
Quando si facevano filmini mentali sulla "Mattergio" o come la chiamano loro ridevano in maniera del tutto diversa rispetto alle altre volte.
Tipo, si contorcevano talmente tanto dal ridere che poi mancava loro il respiro. Mi sono sempre chiesto se assumevano una qualche specie di droghe e cose così...
Che mente malata...
Ti sbagli Matte, la mente malata è la tua, che ti dice in classe di mandare cuori a Sergio con le mani, ed è una cosa vera, non scherzo...
Quando Mikasa si dirige al suo banco, che guarda caso è proprio davanti al mio, si piazza davanti a me cercando di trattenere una risata.
Poi fruga nella tasca e mi sbatte il suo telefono sul mio tavolino.
Ok, non lo sbatte davvero, man con delicatezza.
Si sarebbe disperata sennò, avrebbe potuto rompersi e schizzare via. Probabilmente se si fosse crepato io per peggiorare le cose avrei buttato il suo cellulare giù.
Questa apre WhatsApp e con orgoglio mi mostra la sua foto profilo.
Cosa c'è nella foto profilo? Io e Sergio che...beh...quella cosa.
Io mi sbatto la foto davanti agli occhi.
<<No...Oh no...no...no...>> mi dispero io.
Mentre lei si mette a ridere (di nuovo)
io sfrutto il momento per selezionare una nuova foto profilo.
Apro la galleria e scorro leggermente ma dato che le foto non caricano ne scelgo una a caso e la metto.
<<Cosa...COSA HAI FATTO?!>> mi chiese lei allarmandosi, notando che avevo fatto qualcosa.
Io con fierezza le rispondo<<Ho cambiato la foto profilo!>>.
<<Noooooooooooooo...>> fa lei riprendendolo tra le mani e guardando lo schermo. Io aspetto che inizi il finto pianto disperato e che riapra la galleria per cercare la foto, e ce ne voleva visto che le foto non caricavano e non si vedevano.
Invece la vidi confusa.
<<Che c'è?>> faccio io.
<<Non...non hai cambiato la foto...>>
<<CHE?!>>
Poi mi sorge un dubbio.
Rimango a riflettere per una manciata di secondi e le chiedo:
<<Hai copiato la foto, vero?>>
Lei si guarda intorno e fa spallucce.
<<Mah...chi lo sa...>>
<<Io ti...!>> Ma non finisco la frase perché entra la prof.
Mikasa riprende in fretta il cellulare e lo ficca in tasca.
<<Giuro che mi vendicherò per questo!>> le sussurrai e lei di risposta mi lanciò un'occhiataccia come per dire "sì, come no, non sarai mai alla mi altezza".
Saltiamo la scuola perché non ho voglia di scriveree!!
Suona la quinta ora.
Cioè finisce la scuola.
Zaino in spalla? Ce l'ho!
Prof totalmente ignorata? Fatto senza rimpianti!
Sergio? Aspetta. Sergio?!
Era come se non si fosse accorto della mia presenza, come se mi avesse evitato tutto il giorno.
Incontrai il suo sguardo mentre la classe su agitava e si spingeva nel tentativo di uscire dalla porta.
Lui arrossì, ma non evitò il mio sguardo castano.
<<Vieni?>>chiesi
<<Fuori?>>
<<No dentro guarda!>> feci sarcastico
<<Ovvio che vengo!>> sventolando avidamente i suoi venti euro blu.
Io naturalmente cercai di afferrarglieli ma lui si scansò e io finì addosso all'armadio.
<<Ah! È ghiaccio!>> esclamai.
<<Hahah! Ben ti sta', ladro!>> rise lui.
Finalmente uscimmo e ci dirigemmo a comprare qualcosa.
Panino e coca cola, questa sì che è vita.
Come dev'essere per gli autisti a l'una che vogliono tornare a casa per pranzare trovarsi sulle strisce pedonali una lunga fila di venti ragazzini di 12 anni che marciano chiacchierando e quindi rallentando il passo?
Uno ci ha fatto il clacson e Anto ha gridato: <<Oh! Sto' passando!! Che maleducato!>> gli fa.
Noi ridiamo e ovviamente ci facciamo più lenti.
Arrivando al parco assaporiamo il pranzo e facciamo cose...
Cose interessanti e normali come calciare bottiglie di coca, salutare i gabbiani e tirarci le scarpe.
<<Oddio e ora che si fa?>> dice qualcuno.
In effetti ora si sta facendo tutto un po' noioso.
<<Obbligo o verità!>> propone Mikasa sbracciandosi.
<<Mi rifiuto!!!>> dico io. So benissimo cos'ha in mente.
Ma tutti sono tentati dalla proposta e anche Sergio sembra esserlo. Non essere ingenuo,cadrai nella sua trappola!
Ma per qualche motivo, alla fine anche io mi ritrovo a giocare.
<<Inizio io!>> dice qualcuno.
Il gioco inizia e va avanti per un po'.
<<Vai...Scelgo te!Obbligo o verità?>> fa Mikasa come se stesse scegliendo un Pokémon.
Il suo dito però è indeciso e vacilla tra il mio viso e quello di Sergio.
Naturalmente sceglie me.
<<Due parole: ti odio.>> le ringhio.
<<Ti obbligo a baciare Sergio!>> e quella frase esce dalla sua bocca con tanta euforia. Ma in fondo lo sapevo.
Non sarei dovuto venire.
<<Mi rifiuto!>> Dico.
<<E io lo appoggio!>> grida Sergio di fianco a me.
<<Qual è il problema se l'hai già baciato ieri? E comunque se non lo fai di obbligherò a leccare il collo di qualcuno...>> rise lei.
Io la guardo in cagnesco.
<<Ma sei matta?>>
<<Dipende tutto da te Matte.>>
dice Mikasa. Lo fa sembrare una cosa importantissima come se dovessi salvare il mondo.
<<Non lo farò!>> dico.
<<Fallo>> dice secca lei mettendosi in piedi e guardandomi dall'alto al basso.
<<Non è corretto!>>
<<Nulla in amore è corretto! Bacialo!>> dice lei.
Tutti gli altri si mettono a incitarci e a dire "Bacio!Bacio!".
<<NO!>> grido io alzandomi con i pugni serrati.
Ma la vita non mi sorride.
Yuki che era accanto a me si alza.
<<Andiamo Matte è solo un bacio e buttati!>> e mi dà una spinta.
Perdo l'equilibrio e vado addosso a Sergio.
Me lo ritrovo sotto di me.
Sembra un cliché che accade sempre nei film e nelle serie televisive.
Io che gli blocco ogni via d'uscita.
Rimango senza parole.
Lui mi fissa senza staccare lo sguardo con occhi tremanti.
Io mi volto di scatto verso Mikasa con sguardo truce.
Lei mi avvicina e s'inginocchia.
<<Su su dai non è così difficile!>> e con un dolce e innocente sorriso mi spinge con forza la testa contro quella di Sergio. Cerco di resistere ma niente.
Le mie labbra selle sue, per la quinta volta in due giorni.
Ci stacchiamo per respirare.
La guardiamo entrambi con sguardo assassino.
Lei, sempre con il sorriso di un angelo fa:<<Ecco, visto? Non era così difficile...E ora vi dichiaro ufficialmente shippati!>> e si esibisce in un inchino totalmente senza senso e scappa, appena un attimo prima che io mi alzi e la rincorra.

Non mi dire di no || MattergioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora