Non c'è niente di male nel lasciarci aiutare da chi ci vuole bene

257 21 6
                                    

Non era un bravo racconta-storie,lui che sapeva parlare solo di arroganza.

Lo rimproverava sempre.
Lei non avrebbe mai iniziato così,avrebbe preferito dilettarsi con le parole,che tanto le piacevano,per fare un buon inizio.

"La nostra storia inizia così,con due giovani che camminavano verso il loro destino,un gioco intrecciato nella tessitura del fato"

Effettivamente aveva ragione,lui quel giorno camminava,lo sguardo basso.
"Draco un purosangue mentre cammina non guarda mai per terra! È segno di debolezza!"gli aveva detto una volta quando era ancora bambino il padre.

Ma in quel momento lui si sentiva esattamente così,debole,ferito,vigliacco.
Due uomini gli camminavano affianco,uno gli teneva fermo il braccio destro,mentre l'altro il sinistro.

Era sicuro che l'auror che gli stringeva il braccio sinistro facesse più presa,con le unghie che cercavano di conficcarsi nella sua carne,ma era giusto,era maledettamente giusto.

Il ministero della magia traboccava di mangiamorte,gli aveva visti tutti almeno una volta,ma ora faceva fatica a riconoscerli,non sembravano più tanto grandi o spietati,ora erano come dei piccoli agnellini impauriti,anzi no,erano come serpi,pronte a mandare a morte quelli che una volta erano stati compagni,pur di salvarsi la pelle.

Ma a che serviva salvarsi la pelle?
A quale scopo?
Che razza di vita il mondo magico poteva offrire a chi era stato mangiamorte.

Sperava davvero di essere rinchiuso ad Azkaban.

Di quel giorno ricorda nitidamente solo altre due cose.

Harry Potter era di sicuro la prima,che irrompendo nella sala dove si stava tenendo il processo della famiglia Malfoy,aveva testimoniato in modo che nessuno di loro fosse mandato,con biglietto di non ritorno, ad Azkaban.

La seconda la ricordava prima del processo,l'estenuante atessa prima della morte.

Dalla porta dove sarebbe presto entrato lui,e che sarebbe stata spalancata da Harry Potter,uscì un uomo dal volto famigliare,alto e con il viso stanco,affamato.

Una ragazza gli era corsa in contro,piangendo.
Gli uomini che dovevano trattenerlo avevano allentato la presa,fino a farla scomparire del tutto.
Così la ragazza lo aveva abbracciato,nascondendo il viso sulla spalla del uomo,che lentamente e disperatamente aveva iniziato ad accarezarele i capelli.

Quell'uomo sarebbe finito ad Azkaban,lo vedeva dal suo sguardo vuoto e distante,come un uomo che va al patibolo,lo si riusciva a vedere per quello che era.
Niente maschere o finzione,era come nudo,spoglio di ogni cosa,perso,perché non aveva senso fingersi chi non si era,arrivati a quel punto.

Ma per la ragazza era diverso,avrebbe vissuto una vita senza un padre,lei doveva lottare,ma non ne aveva le forze e nemmeno le possibilità.

Sorrise amaramente,nessuno sarebbe venuto a piangere per lui.
Come lo poteva solo pensare?
Lui era solo,.... solo.
Ed è quasi inquietante quanto quella singola parola,nel tempo,gli avesse perforato il petto,come lo avesse fatto in quel momento,e come a distanza di tempo,gli facesse ancora quell'effetto.

Ma a quel giorno ne erano trascorsi tanti altri,uno peggiore del altro,ai giorni seguivano le settimane,alle settimane i mesi,ai mesi le stagioni,alle stagioni gli anni e niente sembrava cambiare.

Era ormai impossibile uscire di casa,senza trovarsi sommersi da sguardi indignati,freddi e di scerno.

Draco Malfoy voleva uscire dal tetro tunell che era diventata la sua vita.

Ma come?

La risposta arrivo in un giorno d'autunno.

Era uscito di casa,quasi si era scordato di come fosse camminare per strada.
Era mezzo giorno,e a quell'ora per le strade non c'era quasi nessuno.

Non c'è niente di male nel lasciarsi aiutare da chi ci vuole beneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora