Capitolo 2. Help me, please.

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Avevo davvero flirtato con un mio compagno di corso? Probabilmente non avrei dovuto, il pensiero di doverlo vedere il giorno dopo non mi aveva fatto chiudere occhio. Da un lato il suo aiuto per studiare poteva essere fondamentale, dall'altro l'avrei voluto evitare. Gli avevo fatto pensare di essere interessata, ma non lo ero minimamente. Forse prima di scrivergli avrei dovuto riflettere meglio, anzi avrei dovuto riflettere e basta considerando che avevo agito senza pensare.

Ma mentre l'ansia mi divorava, ormai erano già le 8 e dovevo prepararmi per andare a lezione. Con tutte cle occhiaie che sicuramente avevo ci avrei messo il triplo del tempo a truccarmi. L'unico mio sollievo era che almeno la prima lezione non l'avrei avuta con lui. Decisi di prendermela con calma per non rischiare d'incontrarlo né per strada né per i corridoi. Che avrei dovuto fare? Salutarlo? Chiacchierarci come se fosse un mio amico? Se la fortuna fosse stata dalla mia, non sarebbe venuto all'università quel giorno.

Cercai di seguire la lezione di pedagogia con la massima attenzione. Non avevo mai preso appunti in questa materia, ma se serviva ad allontanare l'ansia allora ero dispostata anche a scrivere il sequel della Divina Commedia!

Dieci intere pagine di appunti, non male! Se non altro avevo finalmente capito di cosa parlasse quella materia e l'avevo trovata anche molto interessante.

Che dovevo fare ora? Ah, giusto evitarlo. Se fossi arrivata in classe prima di lui probabilmente ci sarei riuscita. Bastava attraversare velocemente il corridoio, magari fingendo di messaggiare per non guardarmi intorno, raggiungere la classe e mischiarmi alle mie amiche.

Presi il telefono in mano, iniziai a camminare e stranamente non c'era nessuno in giro. Probablmente dovevano ancora finire la prima lezione.

Eccola, la porta era davanti a me. Forse oggi era davvero la mia giornata fortunata.

"Ciao Callie" sentii una voce maschile non familiare dietro di me. Dannazione, lo sapevo, era la mia giornata sfortunata.

Mi girai letamente, pronta ad affrontare una conversazione imbrazzante.

"Ashton?!" Ero veramante sollevata di vederlo. In realtà sarei stata sollevata di vedere chiunque non fosse Louis. Pensandoci bene, perchè mi ha salutata? Proprio ora che ci avevo rinunciato iniziava a parlami? Complimenti, ottimo tempismo.

"Hai una macchietta di caffè sulla maglia" mi disse indicandomi per un secondo la spalla. Guardò in basso e si allontanò quasi come se scappasse. Ah, eccola qui la sua timidezza, mi sembrava strano.

Mi guardaì la spalla e notai la macchietta sulla maglia. Non era poi così tanto grande, ma dato che avevo ancora un quarto d'ora libero decisi di andare in bagno a lavarla.

Un po' d'acqua e sapone e la macchia era andata via, ma mi ero parecchio inzuppata.

Fortunatamente quel giorno faceva caldo quindi sperai che si asciugasse in fretta e mi diressi verso la classe.

"Callie, ma che hai combinato?" Sentii una voce squillante alle mie spalle seguita da una risata ancora più acuta.

Una voce squillante. Maschile. Sconosciuta. Sentii una vampata di calore e mi girai.

Era lì davanti a me con un sorriso stampato in faccia e ancora ridacchiava.

"Un incidente con il lavandino"

La mia risposta lo fece di nuovo scoppiare a ridere. Era troppo irritante la sua risata, già non mi andava a genio questo ragazzo.

"Dai vieni, andiamo in aula" Mi disse mettendomi un braccio intorno alla spalla.

Fantastico, era pure troppo espansivo per i miei gusti e ora mi sarebbe toccato stare vicino a lui per due ore intere.

"Quindi quando vuoi studiare inglese?"

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