Cinema

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Chirone stava avendo una giornata pesante già prima che Will Solace irrompesse nella Casa Grande.
Due ragazzi erano rimasti feriti durante un combattimento, i figli di Ares avevano di nuovo sfondato il tetto della loro Cabina e il Signor D si stava lamentando da quasi mezz'ora dell'inutilità dei semidei. Quindi no, il centauro non aveva bisogno che anche il figlio di Apollo prendesse parte a quel tremendo teatrino. Ma questo, ovviamente, Will non lo sapeva.
«Chirone!» esordì il ragazzo biondo spalancando la porta «Salve, signor D»
Il dio del vino gli lanciò un'occhiata insofferente e afferrò sbuffando una lattina di Diet Coke abbandonata sul tavolino al centro della stanza.
«Heylà, Wall-E. Se cerchi il ronzino isterico, lo trovi sul retro» detto questo, uscì grattandosi con fare indolente la camicia hawaiana.
Il figlio di Apollo tentò di correggere il proprio nome, ma fu interrotto dall'arrivo dell'imponente centauro, il quale gli rivolse un sorriso stanco.
«Che succede, Will?»
«Oh, uhm» Will cercò di darsi un'aria seria e professionale. In fondo, era lì per fare una richiesta non indifferente «Ho bisogno che lei mi conceda il permesso di portare fuori dal Campo Nico Di Angelo. Per ragioni mediche, ovviamente»
Chirone sembrò stupito.
«Per fare cosa, se posso chiedere?»
«Nulla di che, io volevo- uhm, volevo portarlo da qualche parte, per esempio al cinema, perché, uh...» non voleva ammettere che fosse un appuntamento con quello che ormai era diventato il suo ragazzo; Nico gli aveva chiesto espressamente di non spargere la voce. Anche se non voleva farlo notare, si vergognava ancora un po' del proprio orientamento sessuale e Will, per quanto gli dispiacesse, non aveva intenzione di metterlo sotto pressione «Deve sapere che ultimamente ha degli... attacchi di panico. Niente di troppo serio, davvero, ma forse ha bisogno di distrarsi»
Non appena ebbe detto quell'enorme bugia, si sentì terribilmente in colpa, ma ormai il danno era fatto.
Chirone scosse nervosamente la coda e si accarezzò la barba, pensieroso. Solitamente concedeva il permesso di lasciare il Campo solo ai ragazzi incaricati dall'Oracolo, ma se si trattava di aiutare il figlio di Ade...
«E tu lo accompagneresti?»
«In qualità di suo dottore» e di suo ragazzo, pensò. Ma preferì tacere.
«Dovrete fare attenzione. I mostri sono un po' più tranquilli, dalla sconfitta di Gea, ma non si sa mai»
Will sorrise raggiante e uscì di corsa dalla Casa Grande.
«Grazie, Chirone!»


Nico si abbandonò sbuffando sulla poltroncina del vecchio cinema di Long Island. Non era entusiasta dell'idea del figlio di Apollo, ma aveva accettato per fargli un piacere.
"Va bene tutto, purché non sia un film romantico" gli aveva detto, e l'altro aveva sorriso felice come un bambino. In fondo, si disse il ragazzo moro, valeva la pena di accontentarlo pur di vederlo sorridere così.
«Will, alla fine non hai risposto. Non è romantico... vero?» quando vide l'espressione divertita e colpevole dell'altro, capì all'istante.
«Cerca di capire, Death Boy! Se te lo avessi detto, non saresti venuto!»
«Una cosa, Solace, ti avevo chiesto una cosa! Niente-film-romantici. E tu che hai fatto?»
Will incrociò le braccia sul petto stando sulla difensiva.
«Ma è il nostro mesiversario»
«Il nostro cosa?»
Poi si ricordò: Percy gliene aveva parlato qualche tempo prima e gli aveva raccontato del suo primo, terribile "mesiversario" con Annabeth; il figlio di Ade non ricordava molti dettagli, a parte alcuni che riguardavano Ermes, delle fogne e un grosso gigante in accappatoio arrabbiato. Sperò che non dovesse finire così anche il suo.
«Avremmo potuto fare una nuotata nel Lago delle canoe o una passeggiata nella Foresta» brontolò.
Il suo ragazzo roteò gli occhi.
«Goditi il film e basta, okay?»

Un'ora e quarantadue minuti dopo, Nico era pronto ad auto-immolarsi agli dèi. Anche a quelli che detestava.
Si voltò verso il figlio di Apollo sperando in un po' di comprensione, ma lo vide completamente concentrato sul film; grazie alla luce dello schermo, si riuscivano anche a notare le lacrime agli occhi che luccicavano nel buio della sala.
"Beth, voglio che tu sia la mia Giulietta"
"Solo se tu sarai il mio Romeo"
Un sospiro collettivo fu liberato da un gruppetto di persone nella fila davanti a loro. Gruppetto che comprendeva anche il ragazzo biondo, con enorme orrore da parte del figlio di Ade.
«Will, ti prego, usciamo di qui» il disperato bisbiglio di Nico arrivò alle orecchie dell'altro in parte coperto dal suono delle bocche dei protagonisti che si scontravano producendo rumori degni di una battaglia fra lumache.
Will si limitò a scuotere la testa, quasi in estasi nel vedere i due amanti che finalmente tornavano insieme.
Nico capì di avere ben poche speranze di distogliere la sua attenzione dallo schermo, perciò decise di tentare un piccolo trucco. Protetto dal buio, appoggiò delicatamente le labbra alla guancia sinistra di Will e mormorò «Ti prego, amore»
Inutile dire che si sentisse un idiota al pari dei protagonisti di quel film melenso, tuttavia il suo tentativo ebbe successo, e finalmente il figlio di Apollo spostò i suoi occhi chiari sul volto vittorioso e imbarazzato di Nico.
«O-okay»
Il figlio di Ade non se lo fece ripetere due volte. Raccolse il suo giubbotto da aviatore che aveva abbandonato sullo schienale della poltroncina e quasi fuggì via pestando inavvertitamente i piedi ad almeno tre persone diverse.
Quando entrambi furono usciti dalla sala - con grande sollievo di Nico - Will, che si era trattenuto fino a quel momento, scoppiò a ridere.
«Amore... Davvero? Amore? Dovevi essere proprio disperato per chiamarmi così!»
Il minore strinse i pugni e abbassò lo sguardo: raramente si era sentito così imbarazzato in vita sua.
«Sì, beh, tu non mi ascoltavi. Forse avrei dovuto piantarti in asso e andarmene»
Il figlio di Apollo continuò a ridere per qualche minuto sotto lo sguardo truce dell'altro, poi la risata si trasformò in un leggero singhiozzo e infine si calmò.
«Dai, Nico, stavo scherzando» Will incorniciò il volto del suo ragazzo con le proprie mani e lasciò che le punte dei loro nasi si sfiorassero «Mi piace quando mi chiami così. Dovresti farlo più spesso»
Il ragazzo moro si divincolò leggermente, diviso fra la paura che qualcuno li potesse vedere e il desiderio di restare così ancora un po'.
«Non in pubblico, Solace»
«Non c'è nessun pubblico, qui. Potrei anche baciarti e nessuno lo vedrebbe»
Detto questo, senza aspettare il consenso di Nico, annullò la distanza già minima fra i loro volti e unì le loro labbra per qualche secondo, mentre sentiva il figlio di Ade irrigidirsi e poi rilassarsi leggermente.
Quando entrambi si staccarono e tornarono alla realtà, Will pensò di non aver mai visto niente di più bello degli occhi del suo ragazzo, neri come il cielo di notte. Dopo alcuni istanti passati ad ammirarli, gli prese la mano e sorrise.
«Voglio che tu sia la mia Giulietta» disse citando la battuta del film appena visto.
Nico rimase interdetto per un attimo, poi capì, roteò gli occhi e sbuffò platealmente.
«Quindi vuoi che io sia una specie di primadonna che si avvelena e muore fra atroci sofferenze. Okay»
«Perché devi sempre rovinare i momenti migliori?»
«È il mio lavoro, Solace. Oh, prima ho visto che fra dieci minuti danno un film horror»
Will sbiancò e lo guardò con uno sguardo implorante.
«No, ti prego, sai che non mi piacciono»
Nico gli rivolse un sorriso impietoso.
«Il film di prima l'hai scelto tu, ora tocca a me»

Nelle due ore seguenti, si poterono sentire le grida terrorizzate e quasi ininterrotte del figlio di Apollo in tutta la sala.

Angolo della talpa ritardataria:

E, dopo qualcosa come un mese, eccomi qui che torno a propinarvi le mie fa-vo-lo-se one-shots!
Scommetto che non vedevate l'ora :'D
Okay, ora vi lascio andare dal dentista di cui sicuramente avrete bisogno dopo aver letto tutto questo fluff capace di far cariare i denti a chiunque u.u
Bye!

Iryan

Solangelo One-ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora