Inconscio, preconscio, conscio.

44 4 1
                                    

Sto volando. Sto facendo il giro del mondo e ora vedo me da bambino. Sono come un fantasma dentro casa mia, di 12 anni fa, com'era bella.. Vedo il soggiorno; sul divano quella fantomatica coperta azzura con dei fiori sfumati di blu sparpagliati. Svariati dettagli rimportano in me nostalgia. Ricordo quel periodo come un momento particolarmente felice. Ricordo quando non c'erano problemi o meglio, c'erano, ma alla portata di un bambino, ovvero, piccoli. I miei stavano insieme, la scuola materna era un posto felice, esasperando le mie emozioni, si, ero felice. Ad un certo punto vedo entrare me stesso dal corridoio e vedo anche mia madre che entra dalla porta d'ingresso. Tutto tranquillo, come se fosse in muto. Nessun suono. Ad un certo punto, vedo le fauci della mia presunta madre, noto il notevole spalancamento. Il me bambino iniziò a piangere e man mano a crescere fino all'età di quasi sei anni, sempre con le mani intenzionate a tappare il canale uditivo, mentre mia madre urlava a dismisura. Nella stanza vedo entrare mio padre. Boom! Periodo cruciale della mia vuota esistenza. Mia madre e mio padre iniziarono ad urlare violentemente. In un istante percepisco tutte le emozioni che provavo a quell'età, che forse, avevo dimenticato. Era pesante, sentivo in me un peso... Un po' come se mi avessero tolto gli organi e conseguentemente, infilato delle statuette a mo' di egizi. Mi sentivo una piuma che fluttuava alla quale vengono attacati mano a mano piccoli pesetti di piombo. In un solo istante, vedo mio padre sbattere la porta di casa e, automaticamente, in volo, lo seguo, involontariamente. Lo vedo. Lo vedo mentre va verso l'areporto e prende il volo, spicca in cielo lontano da me. A 6 anni niente fa più male del vedere un proprio genitore allontanarsi da se. Partiva in Puglia, ovvero, dove abitava. Prima di vederlo spiccare il volo però, vedo il me piccolo. Un altro tuffo al cuore, riesco a vedere le lacrime che scendevano dal mio viso e lo rigavano. Sentivo quella fitta al cuore che lo lacerava, come un'iniezione di acido muriatico in pieno petto, sentii tutto corrodersi. Sentivo la disperazione. Vedevo me stesso. Vedevo me che abbracciavo forte mio padre, non avevo nessunissima intenzione di lasciarlo andare. Avrei voluto rimanere per sempre lì con lui, ma ad un certo punto, sento delle mani prendermi e strattonarmi, tirandomi via da lui. Quelle mani non avevano un volto, un corpo. Era come se fosse un buco nero con delle braccia. Vedevo la mia faccia rossa, ormai quasi viola per il pianto. I suoni non c'erano, ma era come se potessi sentire le mie stesse grida. In pochi possono percepire questa sensazione, il vedere il proprio padre andarsene per poi avere la consapevolezza di non rivederlo per molto tempo e se rivisto, solo per poco. Nessuno può capire cosa prova un bambino nel vedere il proprio padre solo il giorno del proprio compleanno, per poi vederlo ripartire l'indomani. Il non potersi godere niente, per l'angoscia che a breve sarebbe tutto finito. Il vedersi strappare dalle braccia chi ami. Il non potersi godere il proprio compleanno, perché si é troppo impegnati a passare ogni singolo momento con la persona in questione. Il brutto del vedere i propri coetanei con delle famiglie unite e felici, é lí che iniziai a sentirmi diverso.

Ad un certo punto, mi sveglio...

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 06, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

"Mens sana in corpore xanax."Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora