CUTE

90 4 0
                                    

Calore.

Quel fuoco che cerchi nelle notti d'inverno piú fredde e solitarie.
Ma non lo trovai io, lui trovó me.

Una coltre di ghiaccio si fece strada per la mia schiena, facendomi quasi sussultare per il forte brivido. Le sue labbra cercavano le mie, l'ansimare raggiungeva le mie orecchie e l'imbarazzo era tale da non riuscire ad aprire gli occhi.
Sentire i suoi capelli sfiorarmi il viso, il suo profumo era il predominante su tutto.
Quando decisi di aprire gli occhi, anche lui mi guardava.

Anche se era un uomo, un uomo come me, vedere il suo sorriso in quel momento mi rese felice come il primo amore.

Ecco come mi sono innamorato di un uomo.

Il telefono squilló proprio mentre sorseggiavo una tazza di té caldo, rompendo la quiete del momento.
Presi il telefono e una voce familiare urló il mio nome, facendomi quasi cadere la tazza.
<<Usagi-chan!>>
Sospirai a sentire quel nomignolo...
<<Natsu...Non la smetterai mai con quel soprannome vero?>> risposi arrendendomi all'idea che lui non avrebbe mai smesso di chiamarmi "Coniglietta".
<<Scusa! Scusa! È che l'altra sera vestito da coniglio eri troppo CUTE, Ai~>> ridacchió Natsu con il suo solito tono femminile.
Natsu Shinomiya, è un uomo omosessuale trentenne...Anche se sembra ancora un ragazzino.
Lo aiutai qualche sera prima nel suo locale, nel quartiere gay a Shinjuku, poichè uno dei camerieri si era ammalato.
E non so come mi ritrovai vestito da coniglietta. Preferirei dimenticare.
<<Che cosa vuoi? Sappi che non ti aiuteró piú a lavoro! Tutti quei pervertiti mi fissavano dicendo "Oooh che carino!" e io...E IO!->> Natsu mi fermó.
<<Non voglio chiederti di aiutarmi...Voglio invitarti alla festa di stasera! Offro io! Dai dai sará divertente~>> disse con il suo solito entusiasmo.
Borbottai qualcosa
<<Perfetto! Allora ci vediamo stasera al locale. Chu~>> mi chiuse il telefono in faccia.
<<Asp-...NAAAATSUUU!!>> urlai arrabbiato per poi lanciare il telefono sul divano.
Non ero mica gay! Non mi piaceva essere fissato dai suoi amici e essere chiamato "ragazzino carino".
<<Non sono un ragazzino! E nemmeno carino!>>
Esatto. Ormai avevo 28 anni, ma la mia corporatura esile e il modo in cui mi vestivo non aiutava.
Mi guardai allo specchio. Cosa trovavano di carino in me? Normali capelli marroni, normali occhi marroni e un piccolo neo sotto un lato del labbro.
Non c'era nulla di speciale.
Sono solo Ai. Ren Aizawa.
Indossai una maglietta lunga e dei jeans attillati. Rendermi conto di avere delle forme piú delicate di molte ragazze fa male.
Forse è per questo che non attiro le donne anche se a detta di molti sono "Carino".
<<Un ragazzo non deve essere carino! Un ragazzo deve essere alto e figo!>>

Quella sera "come promesso" mi ritrovai lí a brindare con un gruppo di sconosciuti, anche se di mezzo qualche volto familiare c'era. Dei clienti assidui, probabilmente.
Natsu spostó i suoi capelli biondi dagli occhi azzurri. Sua madre era americana, e questi tratti si fanno notare.
<<UNBELIVABLE!! Usagi-chan~ ci sei anche tu!>> il suo accento era quasi buffo. Un tenero trentenne ubriaco vestito in rosa.
Farfugliai qualcosa grattandomi la testa. Il tutto non era male, ma continuavo a chiedermi <<Cosa ci faccio qui. COSA>>

Senza accorgermene il tempo passó, e anche i clienti se ne andavano...Chi in compagnia.
<<Ai, mi deludi. Non hai attaccato bottone con nessuno stasera, SHOCKING.>> si accasció a terra appoggiandosí al bancone, chiuse gli occhi è blateró qualcosa.
<<Magari perchè sono tutti uomini...>> ci persi la speranza.
Accompagniai Natsu a sdraiarsi su un divanetto. Aveva fatto troppa baldoria per quella festa.
<<Notte principessina>> scherzai coprendolo con la mia felpa.
Dopotutto, era un mio carissimo amico.
<<Ti prendi cura del tuo ragazzo?>>
Una voce, alle mie spalle.
<<Non è mica il mio ragazzo>> mi girai verso di lui.
Non lo avessi mai fatto.
I suoi occhi verde smeraldo, un delicato sorriso che mi fece sentire a mio agio.
Aveva dei capelli non troppo lunghi e marroni che si spostó dietro l'orecchio. Solo dopo questo gesto notai i suoi occhiali neri.
<<Non ti sto mica giudicando>> disse a bassa voce, sempre sorridendomi. C'era un aria di tranquillitá.
Il suo sguardo si distolse dal mio viso per ricadere su una mia mano.
<<Sei ferito>> indicó la mia mano e la prese tra le sue.
Mi imbarazzai subito, ma guardando la mia mano...era vero.
Avevo un taglio e non me ne ero accorto.
Inizió a bruciare.
<<Ahi...>> guardai senza volerlo l'uomo davanti a me con gli occhi lucidi.
Lui quasi sobbalzó.
<<V-vieni che ti medico!>>

Mi fasció la mano. Era una medicazione perfetta, e a guardarlo mentre lo faceva...Non sentivo nemmeno piú il dolore.
<<La ringrazio...>> mormorai guardando in basso.
Non lo conoscevo, e mi metteva un po' di ansia.
Mi accarezzó la testa. Come se mi avesse dato un calmante, mi sciolsi al gesto.
Lo guardai negli occhi.
<<Non sono poi cosí vecchio da darmi del "lei"! Chiamami Asuma.>>

Non Puoi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora