Capitolo 1

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Il mattino seguente un rumore assordante svegliò Ludovica di soprassalto, facendole sbattere con energia la testa contro il muro di fianco alla sua testa.

"Ma che diavolo combini Alessandro, sono le – si sporse a guardare la sveglia riposta sul comodino accanto al suo letto, che non aveva ancora suonato – cinque del mattino!" così dicendo si alzò di scatto e corse nella camera del fratello, con pensieri poco pacifici nei suoi confronti. Il punto era che chiunque disturbasse il sonno di Ludovica diventava per lei motivo di sfogo della sua rabbia repressa.

Si avvicinò a passi pesanti con un'espressione adirata, aprì la porta e non trovò il fratello. Confusa allora immaginò fosse al piano di sotto, in cucina, anche se l'idea di trovarlo ai fornelli la confuse alquanto.

Quando arrivò notò Alessandro armeggiare con le pentole e capì che stava tentando di cucinare qualcosa per colazione, con scarsi risultati.

"Tu? Ai fornelli? Sicuro di non avere la febbre?" lo schernì.

"Sì, cara sorellina, mi sono svegliato presto e avevo voglia di cucinare qualcosa visto che mamma e papà sono partiti qualche ora fa per un caso importante" rispose lui con un'espressione quasi sconsolata.

"Oh, non mi avevano detto niente..." continuò Ludovica con voce flebile.

I suoi genitori erano avvocati di successo e capitava molto spesso che partissero di punto in bianco senza poter avvisare i figli se non con un biglietto scritto al volo in cui comunicavano la partenza e si scusavano con loro.

"Come te ne sei accorto del biglietto? Non dormivi?" chiese poi lei con cipiglio.

"Hanno fatto un gran trambusto prima di uscire, non so come tu non l'abbia sentito, così mi sono alzato e ho pensato di prepararti la colazione. So che le loro partenze improvvise ti rattristano e volevo fare qualcosa per farti sorridere".

Ludovica non si aspettava tutta questa generosità da lui, non era mai successo che si accorgesse del suo stato d'animo. O forse fingeva di non saperlo? "Ti ringrazio davvero..." era senza parole.

Si sedette al tavolo sorseggiando del buon succo di frutta e nel mentre lui le servì un pancake – leggermente bruciacchiato ma non disse nulla, apprezzò lo sforzo – ripieno di crema al cioccolato.

"E' stato un bel pensiero da parte tua, dico sul serio. E questo pancake è davvero buono, ottimo modo per cominciare la giornata" affermò la ragazza con sincerità e abbracciò Alessandro teneramente per poi stampargli un bacio affettuoso sulla guancia.

Poi, dopo essersi accorta che si erano fatte le sei del mattino, si alzò ponendo nel lavello il piatto e il bicchiere e uscì per andare a prepararsi per la scuola. Prima di aver raggiunto le scale che conducevano al piano di sopra si sentì prendere per un braccio e il fratello ricambiò l'abbraccio del momento precedente.

"Credi che non mi sia accorto di quanto stai male? Vuoi parlarmene?"

"Non abbiamo mai avuto un bel rapporto, noi due. Non credo di volertene parlare, hai sempre usato ogni mezzo per farmi qualche dispetto e questo è un argomento troppo delicato per rischiare" confessò lei sospirando, ma abbandonandosi tra le sue braccia forti.

"Te lo prometto, Ludo, mai scherzerei su cose così importanti. So di risultare un coglione la maggior parte delle volte ma so essere una persona seria. Mi sono reso conto che qualcosa non va, vorrei solo entrare a far parte della tua vita, una volta per tutte."

Lei gli sorrise, sospirò una volta ancora e si staccò dall'abbraccio correndo al piano di sopra. Nella sua testa in quel momento c'era il caos totale e aveva bisogno di pensare.

Conclusa la sua routine mattutina uscì per andare a scuola e durante il tragitto incontrò un ragazzo mai visto prima di quel momento. Solitamente nessuno studente percorreva mai il suo stesso tragitto per la scuola, probabilmente doveva essere nuovo.

Lei si bloccò sul posto quando lui alzò lo sguardo e la fissò intensamente negli occhi, per poi proseguire a camminare senza dire una sola parola. La cosa la sconvolse, gli occhi grigi penetranti dello sconosciuto le avevano generato un brivido che percorse ripetutamente tutta la sua schiena.

Scosse la testa e riprese a camminare, rabbrividendo per la temperatura leggermente più bassa del normale e si strinse nel suo giacchetto color porpora.

In corridoio incontrò Angelica: "Buongiorno, fiorellino!" le disse lei con un sorriso stampato in volto e Ludovica non potè fare a meno di pensare a quanto fosse bella e solare la sua amica del cuore.

Aveva dei lunghi e riccissimi capelli biondi che le contornavano perfettamente il viso paffuto e dei ciuffi ribelli le cadevano continuamente sulle guance rosa. I suoi occhi trasmettevano gioia al solo guardarli e le sue iridi azzurre erano talmente chiare che non si poteva fare a meno di soffermarsi a guardarle. Non brillava per altezza, ma il suo fisico era tonico e con le forme giuste. Pareva un angelo, per antonomasia con il suo nome.

Ludovica la salutò con un sorriso abbozzato, la abbracciò e si diresse verso la loro classe. Le prime tre ore di lezione passarono piuttosto velocemente e all'intervallo cumuli di gente si riversarono nei corridoi: chi per potersi incontrare con la propria fiamma della classe accanto, chi per conversare con gli amici.

Ludovica e Angelica si diressero verso l'esterno, ancora aperto a tutti per il bel tempo, e si sedettero sulle panchine del parco dell'istituto. Si guardarono intorno, finchè Ludovica non vide ancora il ragazzo di quella mattina e non potè non fermarsi a guardarlo.

Il suo fare tenebroso in qualche modo la attirava come non mai, c'era qualcosa di particolare in quel ragazzo così alto e dai capelli biondo cenere.

"Ludo, chi stai guardando così intensamente? - si sentì sussurrare all'orecchio da Angelica con un tono malizioso – Quel ragazzo laggiù? Sembra carino, è tanto che non ti vedo mangiare qualcuno con gli occhi come stai facendo ora."

Ludovica si svegliò di soprassalto dal suo stato di trance: "Cosa? No! Lo guardavo perché cercavo di capire se fosse lo stesso ragazzo che stamattina ha fatto il mio stesso tragitto, non l'ho mai visto prima" sussurrò all'amica con un'espressione pensierosa.

"Sarà, ma mi pare molto carino, provaci" disse schiettamente Angy – così la chiamava ogni tanto – facendo colorire di rosso le gote dell'amica.

"Ma stai scherzando? Lo sai che non voglio nessun ragazzo, Angy"

"Tu sei tutta matta... comunque non vorrei dire ma si sta avvicinando, sembra venire nella nostra direzione e non ti stacca gli occhi di dosso, ci vediamo in classe" e così concludendo sgattaiolò via.

La ragazza al momento non le credette, ma quando si voltò di nuovo verso di lui si accorse che Angelica non scherzava affatto.

Arrivò davanti a lei, si chinò pericolosamente vicino al suo viso e le sussurrò a fior di labbra, osservandola nelle sue iridi: "Non vorrei essere indiscreto, ma hai proprio dei bellissimi occhi verdi, è impossibile non notarli" e conclusa questa frase si rialzò e andò via come se nulla fosse mai accaduto, lasciando Ludovica in preda alle farfalle nello stomaco e, ancora una volta, al caos della sua testa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 04, 2022 ⏰

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I didn't know that I was starving 'till I tasted youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora