Letter 1

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Torno a casa dopo qualche ora, apro lentamente la porta d'ingresso e guardo quello che non potrò mai più condividere con Levi. Ricomincio a piangere, come ho fatto durante tutto il viaggio per tornare a casa. Non faccio che pensare a lui, e a ciò che non potremo più fare insieme.

Appoggio la scatola nera sul tavolo davanti alla tele, guardandola poi sconsolato. Mi prendo il labbro tra i denti, strofinandomi le braccia per colmare un improvviso gelo.

Con mani tremanti apro l'oggetto, sentendo il cuore stringersi quando vedo lettere su lettere, e una rosa rossa, ancora con quasi tutto il suo splendore. La prendo, pungendomi un dito. Sussulto.

Vado in cucina e la metto in un bicchiere. Finché non perderà tutti i petali resterà li. E forse anche dopo.

Torno davanti al tavolino e passo le dita su quelle buste, di colori diversi.

Ne conto 182. Mi ha davvero scritto tutti i giorni per sei mesi.... Sono messe in ordine, da dicembre a maggio.

Prendo quella di dicembre e sfilo la prima lettera. La stringo tra le mani, prima di aprirla.

1/12

Cavolo, il furgone è appena partito e te già mi manchi. Qua sono quasi tutti più vecchi di me, ora capisco come ti senti in mia presenza! Anche se alla fine la cosa non ti urta dato che (so che lo hai pensato) sono più basso di te. Ma vedi come da domani farò i culi, mio caro!
Ho già fatto conoscenza con un ragazzo biondo, Farlan, che ora è qui vicino a fare versetti e cuoricini con le mani. Puoi intuire quanto sia idiota.
Questo ci lascia le penne

Noto che la lettera "e" è sbavata, come se il suo nuovo amico gli avvesse tirato una gomitata.
Sorrido malinconico, continuando la lettura.

Quando tornerò ho intenzione di fartelo conoscere.

Levi

Ps: tieni pulita la casa.

La ripiego lentamente, rimettendola nella busta che appoggio sulla superficie del tavolo. Lascio un sospiro tremolante. 182 lettere per 182 giorni. Dal primo dicembre fino al 30 giugno.

30 giugno.

Oggi è il 30 luglio.

Un mese. Un mese e sarebbe tornato a casa.

Mi guardo in torno e sorrido, avvicinandomi alla foto sulla mensola. Ritrae me e lui, che ci teniamo per mano stesi sulle foglie colorate dell'autunno. Io rido e lui anche, nonostante cerchi di nasconderlo. Mi diceva sempre di odiare la sua risata.

'Sembro un tricheco asmatico' ecco che diceva.

Io al contrario tovavo la sua risata la più rilassante e bella del mondo. Soprattutto quando la sentivo attraveso le vibrazzioni del suo petto, a cui mi appoggiavo sempre quando eravamo insieme.

Accarezzo la cornice, mettendo a posto le lettere e la scatola sotto il letto. Non mi sento di leggere ancora, per ora.

Forse domani, forse dopodomani. Un giorno saprò quello che ha fatto anche se non in tempo reale, ma oggi, ora,

Proprio non mi va.

182 days •Riren•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora