Capitolo 3 - non ci siamo messe d'accordo, quindi questo capitolo non ha nome

117 8 0
                                    

"Non so se ricordi quello che è successo due anni fa. Cioè, per forza te lo ricordi, ma lasciamo perdere. Qualche mese prima della nostra sparizione siamo tornate al Campo Mezzosangue per un compito da svolgere, che si è rivelato essere una missione suicida, ma guarda te che culo, che ci ha portate a Beacon Hills per cercare di risolvere il tutto. Indovina un po'? Non siamo riuscite a combinare un bel niente, ma siamo anzi rimaste bloccate in una specie di stazione dei treni per due anni, con la sola compagnia di un ragazzino strambo, ad allenarci tutto il giorno. Tutti i santi giorni. Come siamo sopravvissute non ne ho idea" raccontò Cassandra.
"Ehi tu. Terra chiama Cyborg, ci sei?" la semidea gli schioccò le dita di fronte agli occhi, richiamando la sua attenzione.
"Sì, scusa, è solo che mi sfugge qualcosa. Per colpa di un'impresa in questa città Beac... qualcosa siete finite in un limbo per due anni e ora nessuno si ricorda di voi? Però ci sono tutti i vostri dati ovunque? Io ho fatto la figura del pazzo per due anni chiedendo di voi alla squadra? E tu mi chiami per aiutarvi a sistemare questa situazione?" chiese il mezzo robot. Si sforzava di comprendere la situazione, con scarso successo.
Alla domanda del mezzo uomo le ragazze annuirono.
"Wow" fu l'unica cosa che riuscì a dire.
"E ci aiuterai vero, water ambulante?" domandò la maggiore.
"E me lo chiedi anche stronza? Certo"

I tre ragazzi rimasero a lungo a guardarsi, senza sapere bene cosa dire o fare.
"Vogliamo continuare a fare le statue o concludiamo qualcosa?" sbottò Ashley ad un tratto.
La sua amica sapeva che voleva tornare ad occupare il suo posto accanto a Tony il più in fretta possibile, mentre Cyborg era solamente confuso.
"E sentiamo, cosa vorresti fare?" le chiese infatti.
"Non lo so, siamo qui apposta, o sbaglio?" la bionda lo squadrò.
In due anni non era minimamente cambiato.
"Okay, riordiniamo le idee" Cassandra cercò di calmare entrambi.
"Cos'è successo prima, quando è arrivata l'idra? Sbaglio o Tony ti stava facendo gli occhi dolci?" chiese.
"È arrivata cosa?!" gridò Cyborg, non ancora abituato alla discendenza greca delle due ragazze.
"Fai silenzio, una buona volta!" gridò Ashley.
"Non so come sia stato possibile, ma è stato come se per un attimo si fosse ricordato di me" mormorò la ragazza.
"È successo qualcosa di particolare?" le chiese l'amica curiosa.
"Forse... era già successa una cosa del genere, prima, anni fa" la bionda ripensò a come Tony l'aveva guardata.
"Mi stai dicendo che dobbiamo far rivivere a tutto il mondo dei ricordi? Lo trovo estremamente fattibile" la maggiore le scoccò un'occhiata scocciata. Come poteva pretendere di riuscire in un intento del genere?
"Non a tutto il mondo, solo a pochi. Ai più importanti" la corresse.
"Beh mentre pensi a chi far tornare la memoria io vado a farmi un cappuccio" si congedò.
"Con la macchinetta di Tony?" le chiese la minore.
"Sì, esatto" le rispose la mora, che ormai si era diretta verso l'angolo bar.

La ragazza si sedette tranquillamente sorseggiando la sua bevanda, ignara di cosa stesse succedendo nel seminterrato del palazzo.
Poco dopo vide la superficie del liquido incresparsi.
Poi si udì un grido. Cassandra pensò che la voce dovesse appartenere ad un ragazzo giovane, o ad una ragazza, forse di nemmeno sedici anni. Ed infatti poco dopo un Peter Parker terrorizzato le passò di fronte correndo disperato. Vedendola però si fermò.
"Chi diavolo dovresti essere? E che ci fai qui? E soprattutto aiutami, c'è una specie di mostro che mi insegue!" urlò andando in panico.
"Certo che sei proprio un cuor di leone, Spiderling" lo prese in giro la mora.
Il ragazzo non capì come potesse conoscerlo. O almeno come facesse a sapere chi fosse in realtà. Dopotutto non aveva un'identità segreta per nulla.
I tonfi, che dovevano essere passi, in realtà, si fecero sempre più vicini e in breve tempo la ragazza si trovò un Minotauro di fronte.
Appoggiò il cappuccino sul bancone, scocciata.
"Ashley, abbiamo da fare!" la chiamò facendo scattare i suoi anelli.
La bionda la raggiunse in salotto già impugnando la sua arma.
"Oh, per Zeus!" gridò.
"Come ai vecchi tempi?" le chiese la sua amica una volta che l'ebbe affiancata.
"Come ai vecchi tempi" confermò lei.
Batterono i pugni, come per darsi forza, ed andarono all'attacco.
La mora, come la volta precedente, si concentrò sulle zampe del mostro, mentre la minore lo accecava e concludeva l'opera perforandogli il cranio.
Una volta morto, il Minotauro cadde in mezzo al salotto, creando una confusione che Ashley aveva visto solamente durante i giorni di trasloco.
"Complimenti, mi hai rovesciato il cappuccino!" gridò Cassandra infuriata una volta vista la tazza a terra.
"Che diavolo è successo qui? E cos'è quel coso?!" Tony entrò nella stanza. Era terrorizzato, nonostante non volesse farlo notare.
Ma Ashley lo sapeva, lo sapeva benissimo che era terrorizzato all'idea della vicinanza con i mostri.
"Lo facciamo sparire subito, non c'è problema" gli assicurò la ragazza.
"E dove hai intenzione di buttarlo, nell'umido?" la schernì l'uomo.
"Ti ricordo che ti abbiamo salvato la vita!" esclamò lei, indignata.
"Ti ricordo che sei a casa mia" le rammentò, addolcendosi.
"Ti ricordo che ci hai portate tu" rispose la bionda.
"Avete finito? Dei, siete sempre uguali" Cassandra li riportò alla realtà.
"Tony! Ho sentito un rumore, va tutto bene?" chiese la Potts entrando nel salotto.
"Cos'è quel coso? E che state facendo?" gridò.
In quel momento il miliardario e la semidea si accorsero di essersi avvicinati durante la discussione. Forse un po' troppo.
La bionda si allontanò.
"Sei senza una segretaria, non è così?" gli chiese poi.
"Come fai a saperlo? Sei per caso una stalker?" le domandò sulla difensiva.
"No" rise lei. "Ho solamente notato il disordine. Prima che arrivasse il mostro" rispose poi.
"Sì, okay, devo fare tutto da solo. Ma me la cavo alla perfezione" si pavoneggiò mentre dal soffitto cadeva il lampadario.
"Oh, lo vedo" entrambe le amiche nascosero a stento un sorriso.
"Ti posso aiutare? Veniamoci incontro entrambi: io sono in cerca di un lavoro e tu hai palesemente bisogno di qualcuno che ti aiuti. Potrei essere io" propose Ashley
"Non avrai intenzione di accettare!" gridò la Potts, che evidentemente aveva intuito che tra i due ci fosse qualcosa. Qualcosa che per ora rimaneva nascosto, però.
"La ragazzina ha ragione, questo posto è completamente da ripulire. E va bene, sei assunta. Cominci domani" acconsentì l'uomo dopo un rapido sguardo alla moglie.
Chiunque avrebbe notato che non vedeva l'ora di separarsene, e quell'unica parvenza di un desiderio di allontanamento donò speranza alla semidea.

"Siamo arrivati il prima possibile, quanto è grave il problema?" chiese un uomo irrompendo nella stanza insieme ad altre figure.
Gli Avengers.
Si guardarono tutti intorno per un attimo, poi il loro sguardo si fermò sulle amiche.
"Chi è la ragazza?" domandò il Capitano.
Le ragazze furono nel contempo irritate ed avvilite dalla domanda di Steve. Non erano abituate alla loro condizione di inesistenza nelle menti delle persone, e volevano che le cose tornassero alla normalità il più presto possibile.
"Chi, la bionda? Solo la mia segretaria" rispose Tony noncurante.
"La tua segretaria? Da quando ne hai una? Fa niente, e l'altra?" guardò Cassandra, diffidente.
"La sua migliore amica, o qualcosa del genere" l'uomo guardò la mora non del tutto convinto.
"Non sembravano così innocue, quando ci hai chiamati" intervenne il Soldato d'Inverno.
"Senti, stai zitto. Possiamo perdonarti solo perchè non ti ricordi nemmeno dove stai di casa, ma non mettere alla prova la nostra pazienza" commentò la mora.
L'intera squadra le guardava scettica, ma uno di loro era particolarmente interessato.
Visione, l'ultimo arrivato, il robot, fissava entrambe, immerso nei suoi pensieri.
"Voi..." sentenziò, suscitando la curiosità di tutti.
In un attimo undici sguardi si posarono su di lui.
Le due ragazze cominciarono a gesticolare in preda al delirio e ad esprimersi in maniera poco consona, in greco antico.
"Giuro che ti prendo a sprangate" sillabò Cassandra nel tentativo di zittirlo.
"...chi siete?" terminò turbato dalla reazione delle semidee.
"Siamo solo due amiche un po' strane" sorrise Ashley.
"In ogni caso non è successo nulla. Insomma, abbiamo già risolto tutto, quindi è tutto okay. Giuro che non ci siamo intrufolate in casa sua, ma che ci ha portate lui" assicurò loro la mora.
"Hanno fracassato un muro per trovare una stanza di cui non ero nemmeno a conoscenza!" gridò il miliardario.
"Sono solamente dettagli!" rispose Cassandra a tono.
"E voi, circolare, non c'è niente da vedere!" congedò la squadra.
"Tranne" aggiunse.
"Tu" indicò Thor.
"E tu" si rivolse a Visione.
"Tu sparisci" passò di fronte a Tony senza farsi troppi problemi.
I ragazzi si trovarono nella stanza, che era piombata in un imbarazzato silenzio.
"Non siete umane" sentenziò il dio.
"Certo che non ti sfugge proprio niente, Pikachu" la mora alzò gli occhi al cielo.
"Non è questo il punto. Dobbiamo raccontarglielo, ora che se n'è accorto" propose la minore, guadagnandosi un'occhiataccia da parte dell'amica.
"Vuoi tenerlo nascosto per sempre? D'accordo, ma sospetto che lui sappia già tutto" disse alludendo a Visione, che non aveva ancora proferito parola da quando erano rimasti soli.
"E va bene! Racconta tutto, ma alle domande risponderai tu" la avvertì la maggiore.
"Io vado a rifarmi il cappuccio" si allontanò, ma rimase comunque a portata d'orecchio.
"Ti ricordi tutto di noi, non è così?" chiese la bionda a Visione.
Lui annuì, senza però dire nulla.
"Che c'è, per caso T'Challa ti ha mangiato la lingua?" intervenne la mora.
"Tu non mi piaci" sentenziò Thor.
"E come fai a conoscere T'Challa?" chiese.
"Oh, abbiamo così tante cose di cui parlare" sorrise maliziosa.
"Stai obbligando il sovrano di Asgard a fare qualcosa?" il dio impugnò saldamente Mjolnir.
"Ehi, calmino Pokemon dei poveri. Vogliamo solamente raccontarvi alcune cose, così magari non ci ammazzate, la prossima volta che ci vedete" la semidea alzò gli occhi al cielo, spazientita.
"Cass, ti prego, non complicare ulteriormente le cose" mormorò la bionda all'amica.
"D'accordo, scusa" si arrese l'altra.
Ashley prese un profondo respiro.
"Credo vorrete mettervi comodi. Stiamo per raccontarvi una storia piuttosto complicata"

_______________________

Weeee

Io e la tipa che scrive con me ci stiamo preparando per un concerto, ma dettagli...
Comunque anche il capitolo 3 è finito, wow, che talenti.
Vabbè ci dileguiamo, ciao

-Le autrici

P.s.: GUYS CI DISPIACE, ma questo capitolo è 300 parole più breve degli altri. Motivo? Mentre stavamo scrivendo i primi capitoli (al momento ci troviamo in fase di revisione, ma voi non lo sapete) avevamo deciso di mantenere una lunghezza di 1000 parole circa a capitolo, poi abbiamo realizzato che ci sarebbero stati il doppio dei capitoli ed abbiamo deciso di raddoppiare le parole. E nulla, questo è rimasto con 1000 parole, non ce ne siamo accorte. Abbiamo cercato di allungare il più possibile, maaa... non si riesce, rip.
Ci dispiace, per favore non veniteci a cercare con i forconi a casa, pliz. BYE.

From The BeginningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora