Capitolo 22 - eh. Eh. Stavolta non scrivo nulla, va.

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"Via" il ruggito di Aerico avrebbe terrorizzato chiunque, ma Ashley non si perse d'animo, scagliandosi contro di lui. Avrebbe salvato i suoi amici.
Un colpo alla zampa, una pugnalata sulla schiena, la fortuna stava sorridendo alla semidea.
O almeno così sembrava.
La ragazza si fermò ansante verso il mostro, convinta di averlo perlomeno rallentato. Ma non era successo niente.
"Tocca a me" il ghigno dell'essere la spaventò.
Fece un fischio e due Lestrigoni comparvero dietro alla figlia di Atena, immobilizzandola.
"Ash!" gridò Cassandra, cercando di superare la barriera creata dai servi del demone.
Lui si avvicinò a grandi passi, per poi colpire violentemente la semidea allo stomaco, che, lasciata cadere a terra, tinse di sangue il terreno con un colpo di tosse. Sentiva a malapena le urla dei suoi amici, sotto il fischio che aveva nelle orecchie. Si voltò frastornata, per vedere Aerico sovrastarla.
"Puoi arrenderti" la prese in giro.
"Mai" Ashley sputò quella parola come se fosse stata amara.
Il mostro fece spallucce.
"Sei solo una vita sprecata" le disse, cattivo, per poi alzare un pugno, che si scontrò con il suo corpo, lasciandola a terra.
"Ora basta!" Tony riuscì a superare i Lestrigoni, ponendosi protettivo di fronte ad Ashley.
"Ora basta" ripeté, mentre gli altri portavano la semidea al sicuro, che stava cominciando a guarire.
La bionda guardò impotente l'uomo che si avvicinava al mostro che l'aveva aggredita. L'essere lo guardava curioso mentre il miliardario si avvicinava, indossando l'armatura.
"Vediamo se hai ancora il coraggio di fare il grosso" lo sfidò, dando potere ai repulsori ed attaccando.
Il mostro fu investito da un raggio di energia pura, ma non si scompose. Rimase fermo, ad osservare Iron Man. Lui lo attaccò come poteva, mettendoci tutta la forza di cui disponeva.
"Hai finito di farmi il solletico?" rise il mostro, per poi scagliarsi contro Tony.
Ashley trattenne a stento un grido.
"Resta lì!" le ordinò lui, facendola soffrire terribilmente. Si sentiva inutile, sapendo che avrebbe potuto aiutarlo.
"Arrenditi Stark, ed avrai salva la vita" l'essere gli diede una possibilità.
"Non le farai di nuovo del male" l'uomo diede all'armatura la massima potenza, fiducioso.
Aerico, a quelle parole, mostrò la sua vera essenza. Si alzò in altezza di parecchi metri, mentre sulla schiena gli spuntavano delle sporgenze simili ad artigli, che crebbero anche sulle zampe anteriori.
Tony si difese per qualche secondo, poi uno degli spuntoni gli attraversò il petto, come se fosse stato di carta.
L'urlo della ragazza fu straziante. Cercò di liberarsi dalla stretta della sua squadra, con scarso successo. Il miliardario giaceva a terra, inerme.
"Lasciatemi! Lasciatemi andare, ho detto!" Ashley si trovò a doversi aprire la strada di forza, fino ad essere costretta a ferire i suoi amici per poter raggiungere l'uomo che amava. Il mostro ed i Lestrigoni, intanto, erano spariti.
"Tony!" gli corse accanto, piangendo.
"No, ti prego, no! Non puoi lasciarmi, non puoi!" gli prese una mano, stringendola il più possibile, come se quel contatto avesse potuto trattenerlo nel mondo.
"Ash..." mormorò l'uomo, ricambiando la stretta per un attimo.
"Tony! Tony, troverò un modo per salvarti, te lo prometto. Troverò un modo, te lo giuro sulla mia vita" gli passò una mano tra i capelli, facendogli promesse che sapeva però di non poter mantenere.
"Resisti solo un altro po', fallo per me" la semidea non riusciva a trattenere le lacrime.
"Ash... amore mio, vendicami" tossì flebilmente il miliardario.
La sua stretta si stava indebolendo ogni secondo di più, ed Ashley stava perdendo la speranza.
"Tony" pianse lei, in preda alla disperazione.
"Tony, ti prego" mormorò posandogli una mano sul viso.
Lui le sorrise.
Poi tossì per l'ultima volta, mentre la vita scivolava lentamente via da lui.
La semidea rimase per un attimo svuotata da ogni emozione, poi pianse di nuovo, stringendo a lei il corpo dell'uomo che aveva amato. I singhiozzi si trasformarono presto in grida di rabbia e frustrazione. Non aveva saputo proteggerlo. Lui era morto. Ed era solo colpa sua.
"Ash, dobbiamo andare. Potrebbero tornare" Cassandra le posò una mano su una spalla, titubante.
"No. Andate avanti, resterò qui" sussurrò la ragazza.
"Non possiamo. Non senza di te" insisté la mora.
"Ti ho detto di no, Cassandra" ripeté dura.
La semidea fu costretta a sollevarla di forza, con l'aiuto del resto della squadra. La bionda, colta alla sprovvista, sulle prime non fece resistenza, ma appena si rese conto di cosa stesse succedendo lottò con tutte le sue forze per tornare accanto al corpo di Tony.
"Lasciatemi!" gridò, mentre una scarica di energia si sprigionò intorno a lei, scaraventando tutti indietro di parecchi metri.
Lei corse di nuovo accanto al miliardario.
"Non ho intenzione di lasciarti" mormorò.
"Ashley" il dio degli inganni le si avvicinò.
"Vattene! È colpa tua se è successo tutto questo! Cioè è colpa mia, ma è perché ho ceduto alle tue lusinghe. Ho litigato con Tony, ed ora lui è morto!" lo accusò.
"Hai ragione. Mi dispiace" le disse lui, con lo sguardo a terra.
Quando lei lo guardò i suoi occhi lo colpirono. Erano rossi, per le lacrime, ed al loro interno portavano un immenso amore per l'uomo che aveva sacrificato la sua vita per lei, un tremendo dolore, per la sua perdita, ed una rabbia che si sarebbe spenta solamente nel momento in cui avesse ucciso con le sue mani tutti coloro che avevano portato Tony via da lei.
"Ma ora abbiamo bisogno di te. Lo vorrebbe anche lui, lo hai sentito. Ti ha detto di vendicarlo, ed è esattamente quello che faremo" le promise.
"No. È quello che farò io. Ucciderò uno ad uno quei bastardi" giurò la ragazza, in preda alla sofferenza più grande che avesse mai provato.

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