Jeff's pov
Poggio la testa della donna bionda accanto al camino e mi siedo davanti alle fiamme per riscaldarmi, il freddo quest'anno è arrivato prima, piove anche.
Tolgo la felpa per valutare quanti tagli e ferite ho addosso.
Tagli sulle braccia. Normale.
Sento anche la schiena bruciare, probabilmente quando sono caduto da quell'albero.
Un altro taglio è sullo stomaco, questo non lo so.
Ginocchio sbucciato.
Un livido sulla clavicola.
un dito molto probabilmente rotto.
Niente di troppo grave.-Sei tornato- mi giro di scatto verso le scale e noto Lily con addosso i pantaloni del pigiama e una canottiera. Seguono parecchi secondi di silenzio interrotti da un suo sospiro rassegnato.
- Ti serve una mano? sono brava con l'ago- dice cercando di suonare cordiale.
-Non te n'è mai fregato niente di me, cosa vuoi?- chiedo sbattendo una mano contro il pavimento.
Lei non si scompone, perchè non prova niente?-So che stai soffrendo, ti capisco...-.
-No, tu non capisci un cazzo!- urlo.
-Jeff, stanno dormendo, vuoi urlare? usciamo, dai così ti sfoghi!- dice scendendo le scale irritata.
-Non mi importa cosa fanno che brucino tutti all'inferno!- esclamo ancora.
Il suo viso è di nuovo impassibile.
Perchè mi guarda in questo modo?-Non pensi che sia stata lei- comincio ad alterarmi veramente, tutti in questa fottuta "casa" sanno che non devono parlare di Jane, almeno non quando ci sono io.
-Non è stata lei-.
-Hai ragione-.
-Cosa?-.
-Anche io la penso così- commenta.
-Come mai?-.
-So che la profezia ha detto che ci sarebbe stata una morte per vendetta, ma non penso che dovesse andare così, magari dietro c'è qualcosa di più grande- ci penso, lei sa qualcosa, sono sicuro che sappia qualcosa, ma se ora glielo chiedessi così non si fiderebbe più di me, devo cacciarglielo di bocca piano, lentamente. Sembra, ma non è stupida.
-Forse hai ragione, vuoi veramente aiutarmi?- chiedo indicando le ferite.
Lei sorride e annuisce scansando i lunghi capelli rossi dietro alle orecchie.
Sale le scale e ritorna con ago, filo, disinfettante, bende, cerotti e batuffoli di cotone.
Comincia a medicarmi, è terribilmente delicata.-Hai notizie di...- lei si blocca.
Ormai solo due nomi non si possono dire in questa casa.-No, non lo so, è sparito-.
-Come mai?-.
-Davvero non lo so- dice.
È così strana questa situazione.
Finisce e taglia il filo con i denti.-Hai proprio una bella cicatrice qua dietro- commenta.
-È così strano, viviamo nella stessa casa da anni, eppure non ci conosciamo- commento, se riesco a farmela amica magari parla.
-Io ti conosco- dice lei sedendosi a gambe incrociate sul divano.
-Davvero?-
-Forse ti sembrerà strano, ma capisco bene le persone-.
-è per questo che sei così inafferrabile? Prevedi le mosse degli sbirri?- commento.
Lei mi sorride.-A volte sbaglio anche io- guarda la testa mozzata vicino al camino. - Ma diciamo che preferisco non essere notata-.
-Io ho di nuovo voglia di uscire, dormi tu, sono giorni che non chiudi occhio- le dico, come se me ne fregasse qualcosa.
-Va bene, stai attento- dice e sale di nuovo le scale.
Recupero la felpa e la indosso, è ancora umida ma non mi importa.
Esco di nuovo con il coltello stretto in mano. Ormai la pioggia ha smesso di cadere copiosa e a bagnarmi i capelli ci pensano solo alcune piccole e solitarie gocce.
Bene, ora devo solo scegliere la mia vittima.
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Hate me: La faccia nascosta della luna (secondo libro)
Fanfiction(Hate me: secondo libro)