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- Perdonami dolce Lidia, ma non sei l'unica ad essere timida. Noi intanto conosciamoci, e quando l'imbarazzo sarà diminuito un po', giuro che ti dirò il mio nome. Fammi una domanda, quello che vuoi. La risposta nel solito posto -
Ero così felice quando scostando il cartello del ballo trovai la risposta del mio misterioso ammiratore. Mi soffermai ad osservare la sua scrittura: volevo sapere di più su di lui e avevo imparato ad interpretare le calligrafie nei pomeriggi morti di due estati fa.
Il foglietto un po' stropicciato per via delle pieghe era riempito da numerosi rivoli di penna nera ad inchiostro.
Le righe, nonostante non ci fossero riferimenti, erano dritte, il che mi fece dedurre si trattasse di una persona ordinata.
Il messaggio era sintetico, il che significava che aveva paura di esternare le proprie emozioni o che qualcuno le intuisse come sarebbe successo se fossero state nascoste fra righe più complesse.
La calligrafia in corsivo presentava lettere molto oblique e a volte poco interpretabili, anche se a livello di segno era una scrittura fantastica, una che richiedeva abilità artistiche quasi.
Quel tentativo inconscio di mascherare le lettere per rendere la scrittura meno leggibile stava ad indicare che una parte di lui non volesse che le persone leggessero il messaggio. Non mentiva, era timido si, ma per quanto rispettassi il suo imbarazzo mi infastidiva non poter conoscere il suo nome, perché lui il mio lo sapeva.
Magari non me lo aveva detto perché lo conoscevo, oppure perché aveva un nome raro e sapeva che lo avrei identificato subito o più semplicemente e più probabilmente perché voleva la sicurezza dell'anonimato.

- Ciao, non ci avevo pensato al fatto che anche tu fossi timido, ma del resto se non lo fossi stato saresti venuto da me di persona. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Io adoro fare disegni stravaganti, quando sono in casa specialmente al mio gatto, e poi mi piace un sacco leggere ed ascoltare la musica, oltre che a suonarla col piano, anche se non sono molto brava. Risposta nel solito posto (te lo dico anche io, non si sa mai) -

Aggiunsi il disegno di una faccina allegra in fondo all'ultima frase, una di quelle che trovi sulla tastiera del cellulare. Ero troppo curiosa di sapere cosa quel ragazzo faceva nel suo tempo libero. Chissà,magari aveva degli hobby classici, come giocare a calcio, ai videogiochi o andare con lo skateboard.
Oppure poteva essere un pazzo stravagante che come hobby amava collezionare bottoni, fare giardinaggio o comporre miscele chimiche artigianali per divertimento.
Quel gioco di biglietti si fondava su una grande incognita e devo ammetterlo era parecchio intrigante anche se il pensiero che si trattasse di una meschina presa in giro non mi abbandonava.
Guardai l'ora: presto il resto dei ragazzi sarebbe entrato.
Lasciai la risposta che avevo scritto appoggiata al muro a fianco del manifesto proprio dove avevo trovato il messaggio del ragazzo e mi avviai rapida in aula per non farmi vedere da nessuno che potesse essere così invogliato a sbirciare nel nostro canale di posta.
Mi appoggiai sul banco e dopo essermi infilata le cuffie ripresi a leggere il mio libro.
Mi sentivo un po' come la protagonista in certi momenti, quella ragazzina londinese che aveva paura di essere se stessa per colpa di un passato di bullismo.
Era un libro che mi aveva catturato tantissimo. Sperare nella rinascita di Kara, nel vederla sbocciare come una rosa, finalmente felice e senza pensieri ingombranti mi invogliava a credere di poter un giorno tornare la Lidia che si aggirava al di fuori della bolla. Magari, proprio come stava succedendo a lei, grazie all'amore.
Valentina e Francesca si sistemarono ai miei lati quasi in sincronia.
"Che so' quelle guanciotte rosse Lì?" mi chiese Francesca alzando e abbassando le sopracciglia.
Spensi la musica per poi realizzare che la mia amica non si sbagliava specchiandomi nello schermo del cellulare.
Doveva essere l'effetto del bigliettino del mio ammiratore segreto.
"N-nulla Frà.." dissi iniziando ad impastarmi le mani come faccio sempre nei momenti di tensione o di imbarazzo.
"Stai a giochicchià con le mani, se vede che ce sta qualcosa" notò subito Valentina.
"Va bene ragazze confesso ma voi dovete promettere che terrete la bocca cucita" mi rassegnai.
"Ahò Lidia che ce dice qualcosa?! Che c'è Vale promettemo? Guarda che an ce ricapita!" esclamò Francesca, sempre troppo elettrizzata quando si parlava di segreti. "Prometto, prometto" disse invece molto più tranquilla Valentina. Lei mi conosceva meglio, e sapeva che l'atteggiamento esuberante dell'amica certo non mi aiutava, dato che per confidarmi ho sempre avuto bisogno di un clima tranquillo che rassicurasse anche me.
"Vedete ragazze, c'è un ragazzo che mi manda dei bigliettini anonimi, dice di volermi conoscere ma di essere anche lui timido" sputai tutto d'un fiato per impedirgli di chiedermi dettagli.
"Tipo un ammiratore segreto?!" domandò entusiasta Francesca facendomi andare letteralmente a fuoco le guance prima che potessi anche solo annuire.
"So davvero contenta per te Lidia" confessò sincera Valentina, che forse vedeva in quei miei istanti di pura gioia l'allontanarsi della da lei temuta possibilità che io diventassi una seconda Martina.

Suonò l'ultima campanella senza che nemmeno mi fossi accorta che la classe si stava preparando, tanto ero intenta a guardare il paesaggio dalla terrazza del più alto castello di nuvole della mia città in cerca del mio ammiratore segreto.
Misi il più veloce possibile il materiale in cartella e attraversai rapidamente il corridoio, fermandomi solo quando il ragazzo davanti a me, con le cuffie e lo zaino aperto, lasciò cadere un quaderno proprio davanti ai miei piedi.
Lo avevo riconosciuto anche se era girato di schiena, con i suoi lunghi capelli neri oggi raccolti in diverse treccine. Il ragazzo del labirinto di penna, aveva di nuovo incrociato senza volerlo il suo avvenire con il mio.
Sollevai da terra il quaderno. Era rosso, a tinta unica, senza disegni ne fantasie.
Alzai la copertina e mi ritrovai davanti la pagina delle informazioni personali.
C'erano solo il nome, il cognome e la classe. "Ethan Torchio, 3D"

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