~Prologo~

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Ho paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che delira, paura di questa orribile sensazione di incomprensibile terrore

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Ho paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che delira, paura di questa orribile sensazione di incomprensibile terrore. Ho paura delle pareti, dei mobili, degli oggetti familiari che si animano di una specie di vita animale. Ho paura soprattutto del disordine del mio pensiero, della ragione che mi sfugge annebbiata, dispersa da un'angoscia misteriosa.
(Guy de Maupassant)

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"Mamá...Tu sabes lo que es l'amor?" Le domandai a bruciapelo, con una voce tremolante e completamente imbarazzata, mentre saltai con un balzo sul tavolo in legno, ammirandola canticchiare e aggiungere delle spezie alla salsa.
Un'aroma prelibato s'innalzò, come la scia dalla pentola, andando a solleticarmi le narici, e far borbottare il mio stomaco affamato, per la corsa con Santiago.

Si girò a metà volto verso di me, con i tratti del viso bellissimo, rilassati, e i suoi occhi leggermente a mandorla, aguzzarsi in una smorfia divertita, come gli angoli delle labbra carnose e rosee.
"Claro Rodolfo. El amor es una completación de dos almas. por qué? tu te eres enamorado?" Mi porse sarcastica e amorevole quella domanda, esponendo ciò che per lei era l'amore.
Dondolai le gambe nel vuoto, fissando la gamba destra che tornava indietro, e lasciava spazio alla sinistra, mentre tornò a mescolare con il mestolo, per poi posarlo sul ripiano, ancora un pò sporco di salsa.

"Ehi niño que tienes?" Riformulò un'altra domanda, con tono ancor più carezzevole, potendo sentire tutto l'amore che provava per me.
Poggiò le sue mani affusolate sulle mie spalle, coperte da una felpa nera, e cercò i miei occhi, con i suoi che infondevano sicurezza. Pace. Libertà. E sicuramente amore.

"Nada mamá. A scuola c'è una ragazza che piace a Santiago, ma lei...lei ha detto che mi...ama" cacciai fuori a fatica quell'ammissione strana, strascicando appena le parole, con impaccio. Storsi le labbra tra loro e corrugai le sopracciglia all'ingiù, come se stessi facendo uno sforzo immane, e sentii la risata argentina di mia madre.

"Oye Rodolfo, es por esto? Tu che le hai risposto?" M'incitò ad aprirmi con lei, con tono cristallino e dolce, sentendo le sue dita esili, solleticarmi la fronte calda, per spostarmi il ciuffo ribelle.

Mi morsi il labbro inferiore con timidezza, e sentii le guance imporporarsi, al ricordo di quella bambina con le treccine nere, messe perfettamente e il suo abitino azzurro mentre mi prendeva la mano, dondolando i fianchi.
"Nada. Non ho risposto. Tu me amás mamá?" Le feci Io questa volta un'altra domanda, per sapere in realtà che cosa era. Santiago aveva detto che si dovevano sentire delle farfalle o stronzate simili, che cacciò via con un gesto della mano, ma che quando vedeva Maria gli accadeva qualcosa, e non sapeva più articolare una frase di senso compiuto, sentendosi uno scemo completo.

La guardai ammaliato, sorridermi di cuore. E il suo sorriso, era come un improvviso sole, in un giorno di tormenta e bufera.
Poggiò delicatamente le sue labbra, sulla mia fronte, per lasciarmi un bacio soave, e tornare a guardarmi con quella luce eterea nelle iridi nocciola.
"Mucho mas niño. tu eres la completación de mi alma" rivelò limpida e con tono grazioso, e mi sporsi con il busto verso di lei, avvolgendola in un caldo abbraccio.

Il completamento di due anime.

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Curioso come la vita può cambiare, da un momento all'altro.
Una frazione di millesimo di secondo, può stravolgere la tua intera esistenza.
La rivoluziona, la fa scoppiare e poi la ricompone in modo invertito.
In meglio, in peggio. Cosa importa? Te l'ha cambiata comunque.

La mia era cambiata, e ad una mia mossa, era cambiata anche la vita della donna che aveva preso parte del mio cuore macchiato.
Avevo tatuaggi che raccontavano il mio passato.
Una rosa rossa per mia madre sul dorso.
Una tigre pronta a sbranare sul fianco.
Una fenice che risorge sempre dalle ceneri in mezzo al petto.
La scritta Familia, sul petto.
La scritta Vida, sulle dita.
Il volto di un leone forte e fiero, sull'altro dorso.

Ogni singolo tatuaggio era parte del mio carattere. Quello in cui credevo. Quello che mi ricordava e mi logorava.
E molto presto mi sarei fatto un tatuaggio per scrivere di quell'amore, nato per caso, per gioco.
Un gioco di seduzione. Pericoloso. Avventato.
Lei era entrata nel mio stesso mirino.
Burattini di un circo sadico.
Ma un'amore non dovrebbe essere sporcato, non un'amore puro come era il nostro.
Non una rosa candida come lei.
Ma mi dovevo allontanare.
Allontanare lei dal mio mondo incasinato.
Avevo di nuovo invertito le carte in tavola. Messo a soqquadro la perfezione.
Solo che questa volta lo avevo fatto per salvaguardare qualcosa che andava ben oltre, ogni mia forma di egoismo.

Lontano sarai al sicuro e infelice.
Vicino sarai in pericolo ma felice.

Quale strada scegli?!
Lei non aveva avuto diritto di parola.
Io avevo posto domande silenziose.
Io avevo dato la risposta silenziosa.
Avevo scelto.

Hola belle Rose 🌹

Un prologo un po' inusuale. Non dice nulla, ma al contempo ci fa capire come sarà!

Vi rifaccio i miei migliori AUGURI per queste feste, e un bacio ENORME! 🌹

Premetto scene di sesso esplicite e linguaggio scurrile!

Grey Souls (Sequel di Dark Soul) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora