Ventottesimo Palloncino.

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Quando arrivai alla stazione di polizia mi catapultai dentro, e chiesi alla prima persona che vidi dove fosse Nick.
Era una donna. Non so perchè si tocco la cinta dei pantaloni a vita alta e rispose diventando tutta rossa: "È nel suo ufficio", poi, scappò via.
Okay, forse dopo qualche secondo capii cosa stava succedendo, ma scossi la testa perché non me ne importava nulla in quel momento.

Mi diressi verso una porta alquanto famigliare con la scritta a caratteri stretti e blu "GRIMSHAW". Bussai ed entrai senza aspettare risposta.
"Non puoi credere a cosa è successo ieri sera" esclamai contento senza salutare. Nick alzò lo sguardo dal suo computer e mi guardò stranito, poi un piccolo sorriso si fece strada sul sulle sue labbra. "Ciao anche a te, Harold" disse, facendomi segno di accomodarmi.
Mi sedetti avanti alla scrivania, sulla poltroncina che per un anno aveva accolto i miei attacchi di panico. 
Presi dalla tasca la busta giallastra e gliela porsi velocemente.
"Dobbiamo assolutamente prendere il primo volo per Madrid" dissi frettoloso. Lui però rispose solo quando ebbe finito di leggere, dicendo:"Dobbiamo, noi. Non tu".

Spalancai gli occhi ed il mio sorriso scomparve:"Come... perché?" Mormorai abbastanza stranito. "Perchè è compito nostro e per te sarebbe pericoloso" sentenziò, riponendo la lettera nel cassetto e tornando al suo computer.
Preso da un'improvvisa ira, chiusi immediatamente il computer rischiando di schiacciargli le dita.

"Ridammela" mormorai in tono disperato.
"Pensavo me l'avessi portata perché io la tenessi!" Fece spallucce.
Io scossi la testa. "No! L'ho portata perché volevo dirtelo e perché stavo per partire da solo, ma l'ho trovato incosciente!" Esclamai balzando in piedi.
"Io devo venire con te!" continuai, mentre le lacrime mi offuscavano la vista. "Perchè io ho promesso che l'avrei cercato e non posso starmene con le mani in mano adesso che ho un nuovo indizio che potrebbe cambiare tutto il corso degli eventi!".

Nick sospirò e riprese la lettera, la scrutò per qualche secondo e me la riporse. "E vabene. Ma, Harry, di quale lettera parla Louis?".
Io spalancai gli occhi a quella domanda. Era un particolare che avevo dimenticato.
"Oh... be', qualche tempo fa ho deciso di cominciare a mandare con dei palloncini bianchi delle lettere, e di farli volare in cielo. E a quanto pare gli è arrivata per davvero".
A raccontarlo sembrava ancora più incredibile.

"Domani mattina prendiamo il volo, ti farò sapere a che ora" disse.
"No! No! No! Dobbiamo andare ora! Adesso! Muoviti, ALZATI!" Escalamai.
Nick mi guardò male ed io scrollai le spalle. "No, Harry! Ho altro da fare, la mia vita non gira intorno a te e Louis". Mi accorsi con grande rammarico che aveva profondamente ragione, e con lo sguardo basso uscii senza dire nient'altro.

***

"Caro Louis,
Nick ha detto che domani mattina prenderemo il primo volo per Madrid. Spero di rivederti, davvero tutto questo sta diventando un'agonia che non sopporto più. Credo che questa notte non passerà mai, ho troppa ansia per domani.

Ti amo Louis

Tuo, Harry."

White Balloons {L.S.} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora