"L'ho visto."

1.9K 107 27
                                    

la mattina dopo, quando mi risvegliai tra le sue braccia, ovviamente cominciai a chiamare "Lou, Lou...". Ma, ovviamente, non fu Lou a rispondermi. Ma una voce piatta che non mi faceva alcun effetto.

"Non sono Louis, Harry..." si 'lamentò' Nick, sbadigliando.
"Scusa..." mormorai. Mi dispiaceva davvero per lui, ed a volte mi domandavo perché ci tenesse così tanto a me. Io ero un caso perso, un ragazzo disperato... e rompipalle.
"Alzati, che torniamo a casa, oggi".
Torniamo a casa.

Significava che avevo fallito, che non avevo trovato Louis. Il mondo mi cadde addosso, provocando un gran mal di testa.  Non volevo crederci, tutto quello che mi ripetevo era che Louis era vicino. Ma stavo solo mentendo a me stesso, sin dall'inizio. 

Louis non era mai stato vicino.
Mai. Neanche quando era al mio fianco. Non c'era.
Non si fidava abbastanza di me per dirmi i guai in cui si era cacciato.
Louis non c'era mai stato.

Eppure io ero convinto di conoscerlo a fondo, di sapere tutto di lui. Ero convinto che tra di noi non ci fossero segreti. Ma in realtà, non lo conoscevo. Chi l'avrebbe mai detto? Io non conoscevo Louis, e non sapevo niente della vera persona che si nascondeva dietro quegli occhi azzurri, che tanto mi mancavano.
Ma in quel momento, seduto sul letto che guardavo Nick vestirsi, desiderai di conoscerlo meglio. Per sapere cosa avrebbe fatto in una situazione del genere.

Mi alzai anche io, mi lavai nel piccolo bagno, e mi vestii con le robe del giorno prima, non avendone altre.
Andammo all'aeroporto.
Quando ci misi piede e tutto intorno a me parve così grande, pensai che probabilmente Louis non l'avrei più trovato per davvero. Se anche solo un aeroporto è così grande, pensai, figurati il mondo.

Stavamo camminando verso il nostro aereo per Londra, quando i miei occhi videro un movimento strano tra le persone che entravano in un altro aereo.
Erano quelle braccia che avrei riconosciuto ovunque, con il tatuaggio del cervo.
Corsi. Corsi come non avevo mai fatto. Arrivai dietro il gruppo di gente che si accingeva a salire.
Nick intanto non capiva cosa stava succedendo, cosa stavo facendo, perché stavo correndo verso un aereo che portava a Roma.
Avevo visto Louis.

L'avevo visto, con i capelli più corti, il viso più magro, la maglia più larga, ed un orecchino.
L'avevo visto, sulla schiena la mano di un altro uomo, più grande di lui.
L'avevo visto, e lui aveva girato la testa.
E mi aveva visto.  
Verde, blu. Blu, verde.
Era stato un secondo, prima che il mio cuore cominciasse a battere all'impazzata. "LOUIS!" Urlai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.
"LOUIS!" Urlai ancora.
Lui stava per rispondermi, lo vidi mentre saliva le scale dell'aereo.
Poi, quell'uomo che c'era dietro di lui lo spinse dentro il mezzo.

"LOU!" Urlai ancora, disperato.
Nick era dietro di me, sbalordito.
Mi girai verso di lui, e scoppiai in lacrime. "Nick! L'ho visto! L'ho visto! Dove era diretto?! Devo seguirlo!".

Ma lui non capiva cosa stessi dicendo tra i miei singhiozzi.
Ed io lo maledissi dentro di me. Perché non capiva mai?

White Balloons {L.S.} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora