Post-Pasqua agitato

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Sono passati ormai quattro giorni da quando ho fatto ritorno a New York per trascorrere la Pasqua con la mia famiglia, quattro giorni che non ho più notizie di Anastasia e Jace, niente di niente. Inutile dire che penso costantemente a quanto detto dal mannaro ed un senso d'inquietudine e terrore si fa spazio in me. Se per caso in questi giorni venissero attaccati? Se è successo qualcosa? Scaccio via questi pensieri ripetendomi mentalmente che domani farò ritorno al campus e finalmente le mie domande troveranno una risposta. Vengo riportata alla realtà dall'entrata epica di mio fratello in camera mia.

«Ehi Polpettina, che ne dici di uscire e fare una passeggiata a Central Park?»

«Va bene. Dieci minuti e sono da te.»

«Ma quanto siamo fredde oggi!» Mi stuzzica.

Emetto un grugnito di frustrazione, lanciandogli contro un cuscino ma sfortunatamente lo blocca in tempo e lo scaglia contro la povera sventurata. Sghignazzando va via chiudendo la porta della mia camera. Sorrido alla stramberia che caratterizza mio fratello, cambiandomi in tutta fretta ed uscendo finalmente dalla mia camera. Oggi non fa molto freddo perciò stare al parco risulta piacevole, molto piacevole. Camminiamo l'uno affianco all'altro, chiacchierando del più e del meno. Dopotutto io e mio fratello abbiamo un legame invidiabile in quanto ognuno di noi farebbe di tutto per far stare bene l'altro, correrebbe dalla parte opposta del mondo solo per soccorrerlo. Nonostante tutto abbiamo i nostri momenti da pazzi schizzati e pericolosi, ma va bene così. Tutto ad un tratto James mi informa che l'anno prossimo prenderà la laurea in medicina e che probabilmente andrà in California per conseguire gli studi. L'osservo ammaliata, incitandolo a proseguire per la sua strada. James è sia intelligente che puro di cuore quindi si merita questo ed altro. Sono sicura che da grande diventerà un medico coi fiocchi. Un po' stanchi, ci sediamo su una panchina, studiando il paesaggio dinanzi a noi.

«Layla, ti ricordi il gelataio del parco?»

«Sì. Era un uomo molto simpatico. Peccato che è andato via.»

«E se ti dicessi che è tornato?»

«Davvero?!»

«Vuoi un gelato?»

«E me lo chiedi? Certo che sì!»

James scoppia a ridere a causa della mia troppa euforia, alzandosi ed inoltrandosi nel parco. Lo seguo fin quando non sparisce dalla mia visuale. Nel frattempo che attendo il suo ritorno, mi godo la natura quando improvvisamente sento squillare il cellulare. Rispondo velocemente senza vedere chi sia il mittente.

«Layla?» Domanda una voce maschile.

«Jake da quanto tempo! Ti sei fatto vivo!»

«Layla ora non è il momento di scherzare.»

«Jake, è successo qualcosa?» Domando preoccupata.

«Nulla, però domani non tornare al collage.»

vE perché mai?»

«Ecco...vedi...» Dice impacciato.

Ok, è chiaro che sia successo qualcosa. Jake non è mai stato un bugiardo ed infatti dire la falsità gli risulta alquanto difficile. Credo che però farò finta di niente in modo da vedere fino a che punto si spinga. Starò quindi al suo gioco.

«Jake?»

«La preside ha prolungato le vacanze! Non sapevo come dirtelo!»

«Wow! Che bella notizia! Come va la vita?»

«Procede. Layla scusami ma devo proprio andare. Volevo solo avvisarti di questo.»

«Ah, ok. Ci si sente Jake.»

«Ciao Layla.»

Chiudo la chiamata constatando che devo tornare lì il prima possibile. Proprio in questo momento arriva mio fratello con due mega gelati in mano. Mi fiondo su di lui e prendo il mio, assaporando il dolce freddo. Mamma mia che buono! Termino il mio gelatone e noto che James mi sta squadrando da testa a piedi.

«James, tutto ok?»

«Ehm, sì. Sai, prima ti ho vista con lo sguardo perso. È successo qualcosa?»

«No, no. Fratellone va tutto alla grande!» Sfodero uno dei miei sorrisi più falsi.

«Layla non fingere. Ti conosco meglio di chiunque altro. O parli o io...io...»

«Tu?» Lo sfido.

«Lo dirò a mamma e papà!»

«Cosa?! Non lo faresti mai!» Lo lincio.

«Invece sì.» Incrocia le braccia al petto.

Layla inventati una scusa. Qualsiasi scusa. Trovato!

«Domani mi potresti accompagnare a scuola prima del previsto? Verso le 9:00?»

«Perché? C'entra con il tuo segreto?»

«E va bene! Devi sapere che la preside, ovvero la madre di Anastasia, ha avuto dei gravi problemi di salute e si trova in una condizione critica. Devo molto sia a lei che alla mia amica perciò sono un po' giù. Mi fa male vedere Anastasia triste per la cattiva condizione in cui sta madre. Vorrei esserle più accanto.»

«Pensavo fosse chissà cosa! Allora ti accompagnerò, però subito dopo dovrò volare perché ho un appuntamento in facoltà.»

«Lo sai che ti adoro, fratellone!»

Gli salto al collo per la troppa felicità e dire che mi conosce meglio di chiunque altro! Ridiamo e passeggiamo per i negozi di New York per tutto il pomeriggio. Quando torniamo a casa i nostri genitori ci fanno una sorpresa ed andiamo tutti e quattro in pizzeria, trascorrendo così una piacevole serata. Mi mancano molto questi momenti con la mia famiglia, MOLTISSIMO! Torniamo a casa verso le 23:30 e, nemmeno fossi Flash, mi catapulto sul letto per addormentarmi il prima possibile, però pima di cadere tra le braccia di Morfeo, imposto la sveglia alle 7:30. 

Il figlio della Luna (Da revisionare)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora