Chapter 4

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Chiamai subito Katia,per raccontarle dell'accaduto.
-Vabbé,lascia stare Catrina,ci odia e noi anche,ma che ci possiamo fare?- rispose dopo una lunga attesa di 13 secondi.
-E se facessimo amicizia con la tipa nuova,Roberta? Almeno diventeremo un trio e non più il solito e noioso duo.- le dissi.
-Non male come idea!-
Attaccai subito il telefono e andai a casa di Catrina. Diciamo che abitavamo ai poli opposti della città,ma non volevo raccontarle al telefono la situazione. Meglio faccia a faccia.
-Ciao Catrina,posso entrare?- le chiesi prima che lei mi interruppe.
-Sì,ma non parlerò di cosette da sfigate,come te e la tua amica-
In quel momento le avrei tirato un pugno. Ma non lo feci solo per parlarle.
-Bene...Io e la mia amica,vorremmo chiederti di fare "pace" e vorremmo anche conoscere la nuova tipa della scuola- le dissi tutta ad un fiato.
-Tu ed io? Amiche? In realtà non sarebbe male!-
Risposta inaspettata. Appena uscita dalla casa di Catrina,chiamai Katia,per dirle cosa fosse successo questi 23 minuti che non ci sentivamo.
Tornai a casa e mi tolsi il giubbotto. Nonostante fuori ci siano 0°C io indossavo la mia adorata trapuntina blu. Sentii un paio di mani chiudermi gli occhi e un alito caldo che mi riscaldava il collo. Chi poteva essere? Mio fratello,nei panni di uno stalker? Nah.
Il suo alito mi riscaldò in qualche secondo e iniziò a baciarmi sul collo. Era una sensazione bellissima. Mi accorsi che era Daniel.
-Ciao amo! Come mai qui?- gli chiesi,sorpresa della sua presenza.
-I tuoi genitori mi avevano avvisato che non c'erano,e mi hanno chiesto di farti compagnia-
Una compagnia per niente sgradita. Anzi,ero felice che lui fosse lì. Vicino a me. I suoi baci mi rendevano una ragazza felice,senza problemi. Mi squillò il telefono. Era Katia.
-Ehi Katia,ora sono occupata,puoi chiamarmi più tardi?- le chiesi gentilmente.
Katia era spaventatissima. La sua voce era tremolante e disperata.
-CHIA,SARA È IN OSPEDALE! CORRI QUI,TI VUOLE VEDERE!-
Oh Santa Maria. Chiesi subito a Daniel se mi potesse dare un passaggio,ma mi spiegò che era venuto fino a casa mia a piedi.
-Cazzo!- esclamai agitatissima.
-Amore stai calma,andremo a piedi,ci metteremo un po' di più,ma almeno andremo.
Infilai le mie nike huarache,un paio di jeans e una felpa bianca con la trapuntina e iniziai a correre. Il vento mi sfidava,e iniziò a soffiare sempre più forte. Arrivammo in ospedale 14 minuti dopo la telefonata di Katia,che vedemmo che piangeva. Mia cugina era anche una sua amica,quindi capii la sua tristezza.
-Che dicono i medici?- le chiesi ignara di tutto.
-Per fortuna sta bene,la rimettono tra un po'. Stavo piangendo dalla gioia. Come ci si può salvare da un incidente automobilistico quando un camion ti viene addosso?! È un miracolo!- mi rispose con le lacrime agli occhi.
-Allora,visto che tutto va bene,dopo potremmo ricominciare da dove abbiamo smesso..- mi disse Daniel. Io annuii. Dopo 10 minuti arrivò la mamma di Sara,io la salutai,e ritornai a casa.
-Lo vuoi davvero?- mi chiese Daniel.
-Sì,e tu?- gli risposi. Lui annuì.
Mi abbassò la bredellina della cannottiera. Io gli sbottonai la camicia che gli regalai due giorni dopo il fidanzamento. Un mix di baci ci univano. Per sempre. Iniziò ad abbassarmi i pantaloni e io gli sbottonai i jeans. Cominciò a baciarmi sul collo,finché scese sul petto. Quella sera esagerammo. Più di quanto potevamo immaginare.

l'amore degli adolescentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora