l'amore degli adolescenti

Chapter 8

-Catrina! Catrina!- cominciò a gridare Greta.
Probabilmente il ragazzo,Michele,le aveva rapite. Probabilmente erano disperse per New York. In un posto sconosciuto da tutti. Quando Greta calmò un attimo i tuoi attacchi di panico,si accorse che si trovavano su un furgone. Le avevano tolto il cellulare,quindi non aveva niente per fare un po'di luce. I brividi le percorsero tutto il corpo,dal capello più alto ai mignolini dei piedi. Dopo un lungo silenzio,Catrina si svegliò con un enorme sbadiglio.
-Dove siamo? Pigiama party?- chiese dopo essersi strofinata gli occhi assonnati.
-Seh certo! Pigiama party con i fiocchi- rispose Greta con aria lamentata. Se ti svegli con dei graffi sul viso,con le mani e gambe legate,è un pigiama party.
-Ma come ti salta in mente? Michele ci ha rapite,e ora siamo in un camion al buio. Felice?- disse Greta gridando,riferendosi a Catrina. Girava gli occhi intorno intorno,come un orologio. Chiudeva e apriva gli occhi,come se avesse tic.
Il camion si fermò. Catrina strizzò gli occhi e cercò di guardare oltre. Si sentì un rumore strano..
-Greta,ma hai per caso fatto qualche puzzetta? Dimmi la verità..- chiese Catrina guardando Greta,con uno sguardo ambiguo.
-Ma sei scema? Certo che no!- rispose dandole una pacca sulla spalla,quasi schiaffo. Le porte del furgone si aprirono.
-Alleluja! Era ora che aprivate questo schifo di camion- disse Greta. Mentre Greta e Catrina erano intrappolate nel camion,tra me e Daniel successero tante cose. Daniel era gelosissimo e io non sapevo se lasciarlo o prendere una pausa. Le pause di solito non sono la scelta più bella. Lo lasciai. Voleva controllarmi tutto: whatsapp,direct,twitt... Era ossessionato. Lo lasciai senza senso di colpa. Il senso di colpa era l'unica cosa che mancava in quel momento.
-Daniel,mi dispiace,ma vai via!- dissi,convintissima
-Come hai detto? Dopo questi mesi insieme (5 mesi),tu mi rimpiazzi così? Non ho parole,ti facevo più furba- mi rispose afferrando la sua valigia e attraversando la porta.
Cazzo. Forse non dovevo. In quel momento il mio cervello era in tilt. Cosa avevo appena fatto. Avevo lasciato il mio ragazzo,per la sua gelosia. Da un lato mi dò ragione,ma dall'altro...mi dispiace per lui. Gli scrivo.
Afferrai il mio cellulare,e gli scrissi un messaggio: "Scusami,non volevo cacciarti così,mi dispiace".
Daniel rispose dopo un quarto d'ora,il tempo di arrivare a casa dei suoi genitori:" Ma ti senti? Prima mi cacci e dopo 2 secondi mi scrivi un messaggio per scusarti? Lasciamo perdere".
Daniel era un ragazzo dolce,ma quando era arrabbiato,l'amore non contava più niente.
Dopo qualche minuto mi arrivò un altro messaggio:" Scuse accettate,ma restiamo solo amici. Ti ho guardata negli occhi mentre mi cacciavi,e anche se non avevi senso di colpa,tu stavi per emanare lacrime da tutti i pori. Pace",con un curicino blu finale. Eravamo solo amici. Solo ed esclusivamente amici. Mentre io discutevo con il mio (ex) ragazzo,Katia e Gabriele si divertivano.
Gabriele era andato a casa di Katia per una "ricerca",e per "ricerca" si intende serata romantica. Katia aveva preparato una cenetta,per solo loro due,perché i suoi genitori facevano il turno di notte. Katia cominciò a versare dello spumante a Gabriele,e si alzò per andare a prendere la carne,che ormai era cotta. Katia si avvicinò a Gabriele e si sedette sulle sue gambe. Erano faccia a faccia. Katia cominciò a sfiorargli le labbra con il pollice e Gabriele la prese per i fianchi,e la avvicinò a sé. Cominciarono a sfiorarsi le labbra,fino a quando le loro lingue si intrecciarono,e si trasformarono in un lungo e appassionante bacio. Gabriele cominciò a levare la magliettina corta di Katia,e Katia a sbottonare a uno a uno o bottoni della camicia di Gabriele. Appena Gabriele comincio a slacciare il reggiseno a Katia,si sentì un rumore strano.
-Porca Miseria! La carne si è bruciata!- esclamò Katia,interrompendo il suo bacio con Gabriele.
-Ehy stai calma- rispose Gabriele con una risata malvagia. Katia tolse la pentola della carne dal fuoco,e la distribuì in due piatti. Si riagganciò il reggiseno e si rimise la magliettina scollata.

-Quindi,puoi spiegarci dove siamo?- chiese Greta al ragazzo che guidava il camion.
-Non lo so,credo sia Dallas questa città..- rispose insicuro.
Dallas? Perché Michele avrebbe dovuto "rapire" Catrina e Greta,per riportarle nella loro città? Per difenderle? Ma da cosa?
-Chi ti ha detto di portarci qui?- chiese Catrina.
-Vi ho viste all'angolo di una stradina,graffiate e legate,ma ho visto i vostri cellulari,e ho scoperto che venivate da Dallas,quindi vi ho portate qui- rispose l'autista del camion. Greta lo abbracciò sussurrando "grazie" al suo orecchio. L'autista abbracciò anche Catrina e rivelò la sua identità.
-Io sono Luigi. Volete il mio numero? Potremmo incontrarci un giorno,per conoscerci meglio- chiese a Catrina e Greta,che senza pensarci,annuirono.
Finalmente Catrina e Greta erano ritornate a Dallas. Mi chiamarono subito per avvisarmi dell'accaduto,ma non risposi. Ero disperata. Non sapevo che fare. Così uscii con il mio cane,Will,e incontrai un ragazzo. Mi fermò e mi chiese:"Ciao sai dov'è 'tre archi',sono di fuori". Spiegai che si trovava sul corso della città e lui mi ringraziò.
-Comunque piacere,sono Fabrizio- mi disse e mi porse la mano.
-Io sono Chiara,piacere- e afferrai la sua mano.
-Ti va di fate una passeggiata? Magari il tuo cane si diverte un po'..- mi chiese,e io senza pensare,anuii.
-Allora,dimmi,perché sei triste..(?)- mi chiese.
Che potevo dirgli. Ho lasciato il mio ragazzo perché era un geloso e ipocrita? Nah.
-Ho lasciato il mio ragazzo,e in questo momento mi piaci come ragazzo tu- risposi.
Cosa era appena uscito dalla mia bocca? Sì,mi piaceva,ma dirglielo così. Sono pazza.
-Uh.. anche tu sei una bella ragazza,se vuoi un giorno usciamo insieme,per conoscerci meglio- mi rispose con un sorrisino improvvisato.
-Ehm..certo..ehm ora dovrei ehm...andare a casa-.
-Ti dò il mio numero,così se ti servisse aiuto,io sono qui- mi disse prendendo il suo cellulare dalla tasca..
Mi diede il suo numero e lo salutai abbracciandolo. Tornai a casa correndo,nonostante nevicasse.