sesto capitolo

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Decisi di trascorrere la serata in discoteca per cercare di non pensare a niente e per distrarmi un po'. Anche se a dire il vero odiavo le discoteche e il caos che si creava al loro interno; ero più il tipico ragazzo da casa, divano e filmino. Mi si avvicinò un ragazzo ma decisi di non mettermi nei casini tornando a casa.
La mattina seguente ero abbastanza stordito, probabilmente da quel cocktail di troppo che non avevo esitato a trangugiare la sera precedente.
Non riuscivo ad essere coerente con me stesso, non volevo ammettere che Alessandro avesse  una marcia in più rispetto agli altri. Quella mattina ero nel mio paesino vicino a Verona, anche se nel pomeriggio sarei dovuto scendere a Roma per la registrazione della puntata; già non ne potevo più di fare avanti e indietro. Dopo aver registrato la puntata e aver bisticciato
Con Alessandro per le solite cose futili, rimasi stranito dalla richiesta di una nuova esterna.
Dopo poco mi trovai catapultato in una cucina moderna e ben arredata, stranamente ero stato io il primo ad arrivare; sento aprire la porta, mi volto ed era proprio lui sempre più bello e sorridente. Sembrava che tutte le preoccupazioni fossero sparite,mi avvicinai per baciarlo e "cosa ci facciamo qui?" Chiesi in modo spontaneo "gara di torteeee" rispose lui soddisfatto, "devi prepararmi una cheesecake e io farò il tiramisù" aggiunse subito dopo "perché a me sempre le cose più difficili?" Sussurrai "ma hai sempre da ridire tu?" Mi sorrise lui.
Come due dilettanti cominciammo a preparare le rispettive torte, ero consapevole del fatto che la sua stesse venendo meglio e decisi di provare a sabotarla buttando lì dei savoiardi a caso. Ci sedemmo poi a parlare di quello che era successo in puntata come due persone mature; non potevo fare altro che fissare i suoi bellissimi occhi, ero ammaliato.
"Senti ma ti fa paura il fattore distanza?" Mi chiese con un filo di preoccupazione "io voglio vivermela una persona" risposi convinto "se hai dei dubbi io te li tolgo tutti, posso venire da te quando vuoi" disse portando la mia sedia poco più vicina alla sua.
Ero felice della piega che aveva preso il nostro discorso, Alessandro si alzò di scatto e andò nell'altra stanza senza dire niente per poi tornare con una cosa fra le mani. "Questa è per te, è la maglia che solitamente uso come pigiama, l'ho riempita di profumo adesso è tua." Me la portai immediatamente al naso, cavolo... era proprio il suo profumo, amavo questi piccoli gesti. "Grazie, è un gesto che apprezzo molto" dissi abbracciandolo.
Subito dopo notai che sulla maglia c'era disegnato Topolino, era tutto collegato, lui mi chiamava Topino e mi aveva appena regalato una sua maglia con disegnato Topolino; adoravo il modo in cui non mi diceva esplicitamente che mi pensava ma me lo dimostrava ad ogni esterna. Quella sera finalmente, tornai a casa con un sorriso enorme.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 27, 2017 ⏰

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