Parabatai

Licantropo

È la vigilia di natale, ogni cosa che io riesca a pensare mi porta a lei, al bacio, ai suoi occhi, la sua voce.

Stavo camminando per le strade di Miami, vidi un tizio che continuava a segurmi e onestamente stava iniziando e non poco.

Era un rapper di quartiere, Ty dolla $ign o qualcosa del genere, andava girando la voce che fosse pedofilo e questa cosa mi faceva ribrezzo.

Cercai di seminarlo ma arrivai ad un vicolo cieco mi voltai e c'era ancora lui -mi dici cosa cazzo vuoi?- non mi rispose e si limitò a tirar fuori gli artigli -Oh merda- e ora che cazzo faccio?

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Ero sdraiata, stavo ascoltando ed sheeran pensando a quegli occhi verdi quando mi colpì una sensazione strana. Lauren, lauren è in pericolo. Me lo sento.

Corsi verso la porta e uscita di casa iniziai a correre, non so dove, ne perché. So solo che devo farlo.

Arrivai ad una stradina dove c'erano Lauren ed un tizio sicuramente privo di buone intenzioni, sembrava un licantropo.

Presi una pietra da terra e la lanciai con forza prendendo quel coso in testa presi Lauren dalla mano e inizziammo a correre più veloci che potevamo -Grazie-
-di nulla, ma pensa a correre adesso-

lo seminammo

-Come sapevi che ero in pericolo?-
-Non ne ho idea, l'ho sentito. Però dimmi, perché sei scomparsa? Perché sei andata via?-
-Ho sbagliato, non dovevo baciarti-
-Non hai sbagliato-

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È la notte di natale, ma io sono sola. Come tutte le altre volte. Avrei voluto passare con lei questa notte, anzi, con lei ci passerei tutte le notti.

Sono sola perché mia madre è morta e mio padre è in carcere. È successo esattamente 2 anni fa, proprio la notte di natale. I miei genitori si trovarono avanti all'ennesima lite e mio padre perse le staffe e pugnalò mia madre, continuava a ripetermi che non sarebbe successo nulla e che fosse sopravvissuta, ma non fu così.

A quel ricordo delle lacrime calde graffiavano il mio viso, forza Lauren, non piangere, le lacrime tagliano peggio sel vetro.

Andai verso la finestra e diedi uni sguardo alla luna, aspetterei tutta la notte per vedere il sole. Come avrei aspettato tutta la vita per vedere Camila..

Mi girai e vidi qualcuno, era lui, ancora lui, quel rapper di merda -che cazzo vuoi da me?-
mi prese e mi buttò sul divano che era poco distante da me, mettendosi addosso a me
-Cosa cazzo stai facendo? togliti-
mi abbassò i pantaloni apendomi le gamembe e mi penetrò con violenza, cercai di urlare ma lui mi mise una mano nella bocca

Gli tirai un pugno e lui ricambiò il mio gesto dandomi un pugno sulla pancia che mi ha fatta rimamere senza fiato per un pò

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Ancora quella sensazione, prima mi ha portata davvero da Lauren ed era davvero in pericolo.
-Mila, che hai?-
-Nulla Dinah, devo andare-
-Dove?-

andai correndo verso la porta ma Dinah mi bloccò da un polso
-dove vai? È pericoloso stare fuori a quest'ora-
-devo fare una cosa importante, nom preoccuparti-

mi staccai dalla presa di Dinah e corsi via, senza sapere dove, ma sta volta sapendo il perché.

Arrivai a casa di Lauren entrai e c'era di nuovo quel tizio, la stava.. la stava violentando.. La rabbia che mi colpì in quel momento fu troppa e incontrollabile.

Spinsi quel bastardo facendolo cadere -PEZZO DI MERDA-
si rialzò tirando fuori gli artigli e iniziò a graffiarmi, stavo perdendo tantissimo sangue, quando Lauren mi afferra e iniziamoca correre da una stanza all'altra, eravamo arrivate in camera da letto eravamo spalle al muro. Ad un certo punto però apparve un ragazzo che pugnalò quella creatura, questo piano piano si disintegrò -ragazze, qua il mio lavoro è finito- il ragazzo scomparve.

Caddi a terra non riuscendo più a reggere il dolore -Camz che hai- Lauren si abbassò e guardò le mie ferite ed erano belle profonde -Oh Lauren, lasciami morire-
-Mai. E poi non morirai fino a quando non riuscirai a vivere-

Lauren mi medicò e nel frattempo quelle parole rigiravano nella mia mente, ha ragione, ha perfettamente ragione

-È mezzanotte-
-Uh auguri-
-Anche a te-

-Hei Lolo-
-Dimmi Camz-
-Nom hai sbagliato. Hai fatto benissimo-
-Tu dici?-
-Io dico.-

Mi baciò, ed ecco di nuovo le sue labbra, finalmente, mi erano mancate.