La sagoma si avvicinava lentamente, tuttavia riusciva a far muovere nei suoi lenti passi il suo vestito corto in maniera molto visibile. Dall'ombra si potevano notare i capelli scuri sulle spalle e le sue forme poco femminili, che tuttavia le donavano lo stesso su quel vestito. Dai suoi lenti movimenti si poteva notare che la sagoma era intimorita, ma non voleva tirarsi indietro e così, dopo esser arrivata in avanti in un tempo che sembrava un'eternità, la luce illuminò bene il suo viso. Era truccato in maniera particolare, aveva del rossetto rosso che partiva dalle occhiaie visibilmente ritoccate da del fondotinta fino all'altezza del mento. Il rossetto nero sulle labbra era ben visibile, così come il resto del trucco. Nessuno poteva capire che quello era soltanto un ragazzino di quattordici anni. L'età era visibile, ma il suo sesso no, tranne se mostrava il suo corpo, cosa che era il suo scopo, il suo lavoro. Non aveva mai avuto grandi pagamenti per questo, infatti per i suoi pochi clienti aveva acquisito una cattiva fama tra le prostitute. Ma questo non significa che lui, o meglio, lei non lavorasse, anzi. Aveva un cliente affezionato che la pagava in buone quantità ed era più che un semplice cliente. - Labbra nere, occhi marroni, buona misura. - Era questo che l'uomo gli diceva, cosa che il ragazzino amava. - Così sexy, quanto arriva. Il mio transessuale, amante bambino. Perchè dovrei amare, quando posso divertirmi con il mio transessuale? -
Il ragazzino, dopo quella frase che veniva ripetuta ad ogni incontro, abbracciava l'uomo poggiando la testa sul suo petto e aspettava che l'altro facesse la sua prima mossa. Andava sempre così, lui lo spingeva sul letto e l'altro chiudeva gli occhi impaziente. Puntualmente l'uomo tirava qualcosa dal cassetto, che il giovane non vedeva mai, e spogliava il ragazzino con delicatezza, che poi sarebbe man mano diventata velocità e violenza. Inizialmente non era un problema stare con lui, aveva instaurato un vero rapporto d'affetto, e lui era sicuro che lo amava. Tuttavia, non era corrisposto, era solo per il suo corpo e questo venne dimostrato dalla violenza che cresceva ogni volta sempre di più, fino ad arrivare a vere molestie. Era come un tranello: più veniva attratto da lui, più gli faceva del male. Ma il ragazzino non aveva nulla, nient'altro che quella persona ed essere perseguitato da lui in altri modi, peggiori, di certo non era il massimo e gli causava ancora più dolore di quanto ne provasse in quel momento.
Fino a quando non scoprì le vere intenzioni dell'uomo.
"Perché dovrei amare quando posso divertirmi con il mio giocattolo che respira?"
Disse l'uomo ad un'altra persona, evidentemente curiosa di chi fosse il ragazzino e se fossero amanti.
Fu l'ultima goccia, fu l'ultima sera di sofferenze e violenze, lui denunciò l'uomo che gli ha causato gli incubi che si porta dietro ancora oggi.