Prologue.

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Louis Tomlinson amava il suo lavoro, pur essendo complicato e a tratti impossibile.
Era riuscito ad affrontare diversi casi, per lo più abbastanza difficili, nella sua carriera.
Ma, di certo, non sapeva cosa stesse realmente incontrando di lì a poco.
Aveva dedicato anni di studi per raggiungere il suo obbiettivo. Ed ora che lo aveva raggiunto, tutta la sua vita dipendeva da quel ruolo: capo psichiatra del centro di riabilitazione mentale.
Aveva uno sguardo deciso, degli splendidi occhi azzurri. Le labbra sottili, delle piccole rughette che si formavano ogni volta che sorrideva e quel filo di barba a ricoprirgli il viso.
Tutte, e tutti, aspiravano al signor Tomlinson e al suo fisico, definito quasi perfetto.
Ma lui non cercava l'amore, era l'ultimo dei suoi problemi. Così come il suo orientamento sessuale.

Si sistemò al meglio la cravatta e si massaggiò le tempie, preparandosi a trovare, con l'ausilio del computer, qualche informazione in più sul suo nuovo caso: Harry Styles.
Uno stupro e nove omicidi. Tutti collegati ad un ragazzo, considerato decisamente pericoloso.
Forse sarebbe stato più difficile del previsto, per lo psichiatra.

Alcuni brividi rischiarono di percuoterlo, quando scoprì qualcosa in più riguardo agli omicidi.
Girò e rigirò la penna diverse volte attorno alle sue dita, in attesa dell'arrivo del killer.

Quando gli portarono quest'ultimo davanti, dovette mordersi il labbro per controllarsi e scuotere leggermente la testa per scacciare pensieri inappropriati sul ragazzo.
Aveva i capelli ricci e lunghi, segno che la forbice non aveva avuto l'occasione di sfiorarli per molto tempo.
Un sorriso per niente rassicurante, incorniciato da due fossette pronunciate.
Gli occhi erano verdi e pieni di malizia mentre squadravano lo psichiatra, quasi gli piaceva che fosse lui ad occuparsi del suo caso.
Il fisico era piuttosto alto e snello, ma pur sempre in grado di sovrastare l'altro, che al confronto era piuttosto minuto.

Si sedette a gambe accavallate, poco distante da Louis. Con solo la scrivania a dividerli, questo impugnò la penna e iniziò a parlare con quello che doveva essere il famigerato Harry Styles.
«Harry, giusto?»  chiese, forse per spezzare il silenzio.
L'altro rimase in silenzio, intento a squadrarlo con le labbra contratte.
«Io mi chiamo Louis Tomlinson e-» venne interrotto dal paziente, iniziando stranamente a parlare.
La voce era piuttosto profonda, ma abbastanza piacevole da ascoltare.

«E potresti iniziare con un pompino».

vi avverto che non sono abbastanza sicura che questa fanfiction diventi decente, quindi se avete consigli scrivETEMI.
ci tengo comunque a ringraziare fandomsit per la trama, che adoro.
eh niente ok spero vi piaccia, aggiornerò una volta alla settimana.

Psychiatrist; Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora