2. Prigione di Rimorsi

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C'eravamo solo io ed Axel in quell'ascensore e ancora non sapevo come comportarmi con lui. Ce ne stavamo in silenzio mentre scendevamo dall'ultimo piano al sottosuolo.

Subito dopo la battaglia Axel ebbe un crollo psicologico e il padre decise di rimandarlo subito a casa in modo che si rimettesse prima del vero confronto con l'esercito. Axel era fortissimo e un Demone come lui poteva fare davvero la differenza e poi sentivo che avevo bisogno di lui. Del vecchio Axel. Perché si, avevo pienamente l'appoggio di tutti, Michael e le mie amiche mi erano sempre affianco ma nessuno di loro era Axel. Io e lui ci siamo sempre spronati a vicenda fin dal primo giorno in cui sono arrivata all'Accademia, siamo passati dalla competizione al supporto e al rispetto. E forse a qualcosa di più.

Perché dire che non provavo niente per lui sarebbe stato sciocco, Axel mi faceva rivoltare lo stomaco ogni volta che si avvicinava e mi faceva piangere il cuore ogni volta che lo vedevo con quel viso scuro e gli occhi tristi.

"Sei sicuro di essere pronto?" gli domandai quando eravamo quasi arrivati. Non sopportavo quel silenzio fra noi due.

"Non credo lo accetterò mai, ma se non provo nemmeno ad ascoltarlo sarà peggio" mi disse.

"Lo capisco" annuii e poi mi fissai le scarpe. Ero in imbarazzo per lui, vedeva Patch come un Demone a cui ispirarsi e credo proprio che il mondo gli fosse caduto addosso.

"Senti.. Quel giorno Patch ha detto che non è Caduto per i motivi che conoscevo io ma perché ha ucciso qualcuno... Tu lo sapevi?"

Axel spostò lo sguardo dal mio viso al di fuori dell'ascensore di vetro, eravamo arrivati a terra.

"Sospettavo qualcosa, credo anche che i miei me l'abbiano nascosto solo per non farmi perdere la stima che avevo in lui"

"Cos'è successo?" domandai mentre ci dirigevamo alle scale che portavano ai garage.

"Io sapevo che si era ribellato al Consiglio per una missione e in più so che non era nemmeno la prima volta che dava fastidio al Presidente." prese un lungo sospiro e ci fermammo dopo la prima rampa di scale.

"Beh quello stesso periodo è morto il figlio del Presidente, non so se te lo ricordi"

"Si, se non sbaglio ci fu anche il funerale all'Accademia e lo mandarono al notiziario" mi ricordavo vagamente di questa cosa. Normalmente ne avrebbero parlato per giorni, la cosa iniziava ad avere senso adesso.

"Non si è mai saputo chi lo abbia ucciso, lui era un generale in Terra, guidava i ragazzi più bravi dell'Accademia nelle missioni. Fai due più due"

"Perché Patch avrebbe dovuto uccidere un generale, il figlio del Presidente, e poi allearsi segretamente col tenente Wogs pugnalandoci alle spalle?" non riuscivo a capire.

"E' quello che voglio capire! Ci ho pensato tutta la settimana e ancora non ho una vera e propria soluzione. Per questo stiamo andando a parlare con Patch. Ma lo conosco, non ci dirà niente se c'è qualcun altro ad ascoltarci. Ho bisogno che rimaniamo solo noi tre in quella cella"

"Credo si possa fare, tu lascia parlare me"

Uscimmo dalle scale e camminammo lungo il corridoio pieno di serrande, c'era puzza di umido e poca luce. In fondo sulla destra c'era un garage che era diventato la "cella" di Patch. Avevamo deciso di usare i garage come prigioni di guerra, nel caso avessimo avuto altri prigionieri oltre a Patch. Io non ero molto d'accordo con questa politica ma non ero riuscita a trovare un'altra soluzione ancora. Avevano deciso che dovevo essere io a portare avanti la Rivoluzione e poi prendevano loro tutte le decisioni.

"Salve, possiamo per favore parlare con il detenuto?" chiesi ai due Angeli messi a guardia.

"Avete cinque minuti" mi rispose uno.

Io ed Axel entrammo, chiusi di prepotenza la porta. Quelle due guardie non mi avrebbero mai contraddetta, sapevano bene chi fossi.

Quando mi girai notai Axel pietrificato che fissava Patch seduto sulla sua branda e Patch a sua volta guardava con rabbia il fratello. Come se fosse stato Axel quello a tradire.

Ad ogni modo il maggiore dei fratelli aveva un aspetto terribile, la barba era cresciuta un po' troppo, aveva le occhiaie e l'espressione di chi sta per sputare le parole peggiori.

"Patch..." sussurrai io.

"Immagino siate qua per delle spiegazioni finalmente... Dopo una settimana" disse lui.

"Axel è stato allontanato dall'esercito e io ho dovuto spostare tutto dalla Terra a qui. Diciamo che non mi sono proprio grattata la pancia" gli risposi secca.

"Bene" lui si alzò in piedi per essere alla nostra altezza. I suoi occhi erano così freddi, di solito avevano sempre quella scintilla e quell'aria furba. Quelli di Axel erano nella stessa condizione.

"Da dove volete iniziare?" prese a camminarci intorno, come se fosse un lupo e noi le prede. In realtà quello in gabbia era lui, ma era sempre e comunque Patch e doveva mantenere quell'aria autoritaria. Un vero maschio alfa.

"Axel, se vuoi che vi lasci soli..." iniziai a dire ma lui mi prese subito la mano.

"No" fu la prima parola che disse da quando eravamo in quella cella.

"Beh io direi che potremmo iniziare con delle scuse non trovi? A me alla fine non importa di quel che vuoi fare della tua vita ma Axel è tuo fratello e ci tiene a te e non provare a dirmi che tu non ci tieni a lui" lo attaccai subito. Patch era furbo, non potevo farmi illudere da lui.

"Iniziamo invece col dire che voi siete completamente accecati e fuori strada"

"Che stai dicendo?" chiese Axel, la cosa già non mi piaceva.

"Che non sono io quello di cui non vi potete fidare"

Accademia delle Creature 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora