CAPITOLO 1

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Gli uomini sono come i libri illustrati per bambini: semplici da leggere, occasionalmente divertenti, ma del tutto privi della sostanza necessaria a catturare l'interesse di una femmina adulta a lungo termine. Il mio capo mi rimprovera di essere troppo cinica per i miei venticinque anni, ma è quello che succede quando da due anni fai quello che faccio io, e solo per pagare i conti.

Non sono una prostituta. Sono un'adescatrice. C'è differenza. Le prostitute si portano a letto uomini per denaro. Io vengo pagata perché arrivino a fidarsi di me, qualche volta perché si innamorino di me. Alcune di noi oltrepassano il confine e finiscono per rotolarsi tra le lenzuola con i loro obiettivi per qualche spicciolo extra, mentre altre si sentono le protagoniste di Pretty Woman. Non io. Io tengo troppo alla mia salute mentale. Non riuscirei a fare sesso con un uomo con cui non abbia un legame.

Se solo non fosse così difficile trovare uomini con cui stringere un legame per qualcuno che svolge un lavoro come il mio, sarei brava in quel campo. Purtroppo non molti uomini si mostrano comprensivi quando gli spiego quello che faccio per vivere. Diciamo nessuno. Non vedono la differenza tra una prostituta e un'esperta di trappole. E poi c'è tutta quella questione della mancanza di sostanza.

"Questo tipo è un pezzo grosso", commentò Ellen, il mio capo. Mi porse una chiavetta USB a forma di orsetto non più grande di due delle mie dita. Che cambiamento, rispetto al solito ninja rosso. A differenza di quella a forma di ninja, ho dovuto togliere la testa dell'orso e infilargli il collo nel mio portatile. Il ninja aveva la presa usb che gli usciva dal sedere, quindi sembrava sempre impegnato a scorreggiarmi nel computer. L'orsetto sembrava solo decapitato.

"Grosso quanto?" chiesi, mentre copiavo i file sul mio hard disk.

Ellen accavallò le lunghe gambe a stuzzicadenti e appoggiò la schiena alla spalliera della sedia con un sorriso che le distese le labbra, dipinte di una sfumatura di rosso da vamp. "Lo vedrai."

Alla sua espressione melodrammatica alzai gli occhi al cielo. Sembrava pensare a sé stessa come a M di James Bond, impegnata a vivere una vita clandestina ad alta quota, mettendo i cattivi al tappeto. In realtà, noi buttavamo giù dal piedistallo chiunque i nostri clienti ci pagassero per detronizzare. Per fortuna, i nostri obiettivi fino a quel momento erano stati tutti uomini d'affari dall'etica dubbia, o avrei avuto dei problemi a fare il mio lavoro. Al contrario, non mi turba mandare a monte la transazione d'affari di qualche stronzo.

Il che descriveva l'attività di Ellen. Lei assumeva noi ragazze per conto dei suoi clienti al fine di apprendere i segreti di uomini d'affari ricchi e potenti. I suoi clienti erano i loro rivali, spesso determinati a chiudere lo stesso affare. Assumevano Ellen – cioè noi – per conoscere i segreti e i punti deboli dei loro concorrenti, o per scovare documenti confidenziali che provassero accuse di collusione, o altre pratiche contrarie all'etica. Il nostro lavoro prevedeva di restare vicino ai nostri bersagli per un certo periodo di tempo, fino a quando non si fidavano di noi al punto di includerci nel loro sancta sanctorum. A volte mi sono chiesta se non avrei raggiunto i miei scopi più alla svelta andando davvero a letto con loro: la gente rivela un mucchio di roba quand'è accecata dalla lussuria. Ma evitavo quel genere di intesa ed Ellen non mi ha mai fatto pressioni. Facevo la parte dell'assistente amichevole a cui piace flirtare. E se qualcuno dei miei obiettivi si prendeva una cotta per me nel frattempo, tanto meglio. La loro frustrazione e i tentativi di portarmi a letto servivano perfettamente ai miei scopi.

Ellen reagì con una risatina al mio roteare gli occhi. "Ecco perché sarai perfetta per questo qui, Cleo."

"Che intendi?"

IL MILIARDARIO: TRAPPOLA D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora