CAPITOLO 9

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Reece l'aveva uccisa? Non potevo crederci. Quell'uomo non sarebbe stato in grado di uccidere nemmeno una mosca. Poteva anche avere una patina da duro, ma io avevo visto un lato diverso di lui e sapevo che non avrebbe fatto del male a nessuno. Doveva esserci un errore, o un malinteso.

Becky si sporse in avanti sulla sedia, il suo interesse chiaramente risvegliato. "Vuoi dire che l'ha assassinata?"

Cassie sospirò e raccolse i piedi sotto il sedere. "Non si è trattato di un omicidio in senso convenzionale."

"Un incidente", dissi io, con la bocca secca.

"Non è stato un incidente. Secondo i rapporti ufficiali, Wendy si è uccisa."

Becky risucchiò il fiato. "Oh, Cass, mi dispiace così tanto." Spostò lo sguardo su di me. Nella sua espressione lessi chiaramente che si stava chiedendo come quello potesse essere colpa di Reece. "È stato lui che l'ha spinta a farlo? È quello che ci si aspetterebbe, da uno come lui."

"Becky", la rimproverai. "Cassie, mi hai detto che tua sorella e Reece uscivano insieme anni fa."

Cassie annuì, lo sguardo perso in lontananza nel giardino dove nel frattempo erano scese le tenebre, conferendogli un aspetto minaccioso e pericoloso. "Per circa sei mesi, ma lei aveva una cotta per lui da anni. Quando finalmente le chiese di uscire lei era così felice. Più felice di quanto non fosse da tempo. Le si illuminavano gli occhi quando lui entrava in una stanza, era cotta di lui. Quando non c'era, aveva il morale a terra e si metteva ad aspettarlo. Stava di vedetta dalla sua stanza e, se vedeva la sua macchina passare, attraversava il prato di corsa e s'infilava nel buco nella recinzione che separa le proprietà. Era innamorata persa di lui. Ma lui non lo era di lei."

"Immagino che ruppe con lei", dissi. "E che questo l'abbia fatta precipitare in una spirale discendente."

Cassie annuì. "So quello che stai pensando. Che non è stata colpa sua. Che lei era mentalmente instabile."

In effetti, lo stavo pensando, ma non glielo dissi. Non era quello che lei voleva sentirsi dire.

"Reece sapeva che aveva un animo delicato", aggiunse Cassie. "Gli avevamo detto tutti di trattarla con gentilezza, e invece lui la gettò via come se non significasse nulla per lui. Cominciò ad uscire con un'altra."

"È terribile", commentò Becky. "Poverina."

"Come l'ha scoperto lei?" chiesi.

"Gliel'ha detto lui. Fu isterica per tutto il giorno. Pianse così a lungo da non avere più lacrime, poi si distese a letto con lo sguardo fisso nel vuoto. Si rifiutava di bere e di mangiare e di parlare. Si limitò a rimanere immobile a fissare il nulla. Era come se il suo corpo fosse vivo, ma la persona all'interno fosse già morta. Nessuno riuscì a raggiungerla, nel posto in cui era." Fece scorrere le dita lungo lo stelo del bicchiere, l'unghia delicata contro il vetro fragile. "La trovammo la mattina dopo che galleggiava nel fiume." Cassie tirò su col naso e si asciugò una lacrima.

Le sfiorai il ginocchio. "Mi dispiace. Capisco che tutto questo è molto difficile per te. Si vede che amavi tua sorella."

"Non abbastanza", sussurrò.

Pensai che nessuno avrebbe potuto amare a sufficienza la povera, tragica, Wendy, da renderla felice.

Becky scosse la testa e pensai che fosse sul punto di dire qualcosa, ma poi rimase in silenzio, corrucciata.

"Quanto tempo fa è successo?" chiesi.

"Saranno dodici anni il mese prossimo. Aveva diciotto anni."

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30, 2018 ⏰

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IL MILIARDARIO: TRAPPOLA D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora