Che fai, mi prendi in giro?

73 3 0
                                    




-Terè, devo dirtelo, Riccardo ti sta guardando.
Pensai che Giacomo stesse scherzando, che fosse una delle sue trovate per farmi ammettere che in fondo trovassi carino quel ragazzo. Non seppi immediatamente se ascoltare il mio lato razionale o il mio cuore che aveva già accelerato le sue pulsazioni, così deglutii il boccone che avevo appena messo in bocca e mi avvicinai al suo orecchio:
- Come hai detto?
- Hai capito benissimo.
Il suo tono malizioso mi alterò.
- Andiamo, smettila con questa storia.
- Ma quale storia? Ti ho detto solo quello che ho visto.
- Che fai, mi prendi in giro?
- Non ti prendo in giro. Ecco, ora si è girato dall'altro lato.
- Ascolta, so dove vuoi arrivare. Non ho una cotta per lui, va bene? Ti ho fatto una domanda stupida e tu mi hai frainteso. Bisogna stare attenti a quello che si dice con te.
- Ma io mica ho detto che ti piace, ho detto solo che ti stava guardando. Perché te la prendi tanto?
- Abbassa la voce.
- Gridano tutti, chi vuoi che ci senta... e poi perché stenti tanto a credermi? Non ci sarebbe niente di strano se tu gli interessassi.
- Ma se non mi conosce nemmeno... e poi, anche se fosse non me ne importerebbe nulla.
- E chi ha detto il contrario? Stai facendo tutto tu.
Poggiai le posate sul piatto ancora semi pieno e mi strofinai la bocca di fretta con un tovagliolo.
- Scusate, dove posso trovare il bagno?
- Sta di là, nel corridoio, prima porta a destra. Non ti puoi sbagliare. - Rispose Bruno.
- Grazie. - E mi feci subito strada.
- Ma che ha, sta bene? - Chiese istintivamente la signora Antonella.
- Si si - disse Giacomo - è che sta in quel periodo del mese, sa...
- Ah! - Annuì - arriva sempre nei momenti meno opportuni, c'è poco da fa'.
Giunta in bagno mi chiusi la porta alle spalle e presi un respiro profondo:
- Ok Teresa - Cominciai fra me e me - analizziamo quello che è appena successo. Giacomo sostiene che Riccardo ti stesse guardando. Ammettendo che ciò sia vero, per quale motivo uno come lui dovrebbe mettersi a guardare proprio te? Ipotesi n.1: Giacomo ti ha presa in giro;
ipotesi n.2: Ricky ti trova imbarazzante;
ipotesi n. 3: Ricky ti trova carina, ma le probabilità che questa ipotesi sia quella giusta sono praticamente nulle, quindi la più attendibile resta inevitabilmente la prima.
Appurato ciò, presi un altro respiro profondo e feci ritorno in sala da pranzo, notando che per qualche istante si erano fermati tutti a guardarmi in modo strano.
Mi sedetti - E' successo qualcosa? - Sussurrai all'orecchio di Giacomo.
- No no, tutto a posto.
- Mah... potrei avere un pezzo di pane, per favore?
Riccardo mi avvicinò il cestino, che stava proprio di fronte a lui: - Ecco.
- Grazie - dissi con un filo di voce.
- Daniè, metti Canale 5! - Esclamò Andrea, divertito.
- Ppe' chi? Ppe' Gigi D'Alessio?
- E ppe' chi sennò?
- Ma sei serio? - Rise Riccardo.
- Certo che sono serio, oh è nostro conterraneo, quindi massimo rispetto!
- Mica l'ho capito se è serio o meno... - continuò, rivolgendosi al vicino Luca.
- Perché, ti risulta che si capisca mai quando è serio e quando scherza?
- Ma quale Gigi D'Alessio, pigghia a' zizzona Da'! - Proruppe Bruno.
L'idea in un certo senso mi emozionava perché in tutta la mia vita non avevo mai assaggiato la famosa Zizzona di Battipaglia (e avrebbero potuto mettermi al rogo solo per quello), così fui tra i primi a servirmi.
Già al primo morso potei percepirne tutta la bontà, era indescrivibile, favolosa. Ne presi un altro pezzo e poi un altro ancora.
- Ah, allora mangi! - Esclamò Antonella, con un'espressione soddisfatta.
- Aveva dubbi, signora? - Sorrisi, afferrando il mio calice di vino.
- Eh, un pochino si sinceramente!
- No guardi, Teresa mangia eccome, glielo posso assicurare! - Intervenne Giacomo.
- Allora ti devo fare assaggiare...
- No basta, per favore. Cioè, la ringrazio ma per stasera ho dato.
- Stai scherzando? Ci song ancora a' frittat'e' maccheroni, quella di patate, a' peperonata, e' lenticchie e poi a' pastier', i bignè... non ci puoi abbandonare mica così, sai?
- Oh già. Diciamo che per i dolci un po' di posto si trova sempre. La pastiera l'ha fatta lei?
- Naturalmente. Poi quando la prendo l'assaggi, ti piacerà.
- Pausa sigaretta?! - Esclamò all'improvviso una voce in fondo al tavolo.
I fumatori acconsentirono e si alzarono per dirigersi verso il balcone.
Erano già le 22:30 e noi non eravamo neanche al dessert.

Giacomo era con gli altri e stava per accendere la sua sigaretta. Io feci per alzarmi, non fumavo ma avevo bisogno di sgranchirmi le gambe; proprio in quell'istante, vedendomi, lui la rimise nel pacchetto e mi raggiunse: - vieni con me. - Mise un braccio attorno al mio collo e mi trascinò in corridoio.
- Cosa c'è adesso?
- E me lo chiedi? E' il tuo momento, va' da lui e parlagli!
- Parli ancora di Riccardo? Non hai capito che non me ne importa un fico secco?!
- Andiamo, non prendermi per fesso. L'ho capito che lo trovi carino e non c'è niente di male in questo.
- Cosa diavolo ti fa pensare che io lo trovi carino?
- Anzitutto il fatto che sia stato il primo a cui hai pensato quando siamo arrivati qui, dopo, la faccia che hai fatto quando ti ho detto che ti stava guardando... e poi, insomma, lo sanno tutti che ti piacciono i tipi come lui: graziosi, magrolini, con tanti capelli in testa. O sbaglio?
- Ok, mi hai scoperta. Ma tanto avrà mezza Napoli che gli va dietro, andargli a parlare è inutile.
- Ma guarda che a tavola dicevo sul serio.
- In che senso?
- Sveglia Terè, sul fatto che ti stesse guardando!
- Aspetta... vuoi dire che mi stava guardando per davvero?
- E certo!
- Oh, probabilmente gli avrò fatto pena.
- Scusami - disse ridendo - ma perché mai avresti dovuto fargli pena?
- Perché sono un tipo imbarazzante, soprattutto quando mangio.
- Tutti i terroni sono imbarazzanti quando mangiano, di che ti preoccupi? Tu ti fai troppe paranoie, ora vieni di là con me e te lo presento prima che mettano a tavola gli altri secondi, ok?
Sospirai: - Va bene... ma non dire cose sconvenienti!
- Che intendi con "cose sconvenienti"?
- Intendo le stupidaggini che sei in grado di fare uscire da quella boccaccia! - Risposi, in tono giocoso - e sai a cosa mi riferisco.
- D'accordo, starò attento.
- Non raccontargli né di me che mangio pizza fritta, né di quella volta che ho rasato la testa al gatto... chiaro?
- Teresì, ma per chi mi hai preso? Non ripeto gli stessi errori più di una volta.
- Speriamo.
Così tornammo indietro verso la sala da pranzo ed improvvisamente, lungo il breve tratto di strada, divenni inspiegabilmente nervosa.
Riuscivo a intravedere la sagoma sottile di Ricky proprio in fondo al balcone, dietro altri due ospiti; rideva e scherzava ed io temevo di non riuscire a controllare le mie emozioni una volta là, davanti a lui.
- Giacomo, lascia perdere.
- Già ti sei pentita?
- Per favore, non credo di riuscirci.
- Ma perché? Poco fa a tavola gli hai parlato.
- Si ma eravamo distanti, non è la stessa cosa.
- Non fare la scema, dai. Ricorda che tra un po' dovremo rimetterci a sedere.
- Ho un'intera nottata per fare la sua conoscenza, per favore non forzarmi.
Il mio amico fece spalline: - Va bè, come preferisci, non voglio obbligarti se non te la senti, però devi prenderti di coraggio entro questa notte. Voglio dire, nun è ca' aia' chiedergl e' sposàrt, va'!
- Lo so, ma non è così semplice. Comunque, lo farò... mi prenderò di coraggio e andrò a parlargli, va bene?
- Così non mi fido. Promettimelo.
Sbuffai: - Promesso.
E conclusi stringendogli la mano. Da quel momento non avevo più scampo.
Seguii Giacomo in balcone, ma non parlammo con Ricky. C'era molta confusione ed io ero diventata pensierosa, taciturna.
Tra meno di due ore sarebbe scoccata la mezzanotte e dopo quel momento avrei dovuto prendermi davvero di coraggio e andare a scambiare due parole con Riccardo.
E dire che fino a quella sera il mio unico problema a Capodanno era sempre stato imparare a giocare a Briscola. In quell'occasione i problemi erano diventati due: imparare a giocare a Briscola e rivolgere la parola ad un ragazzo potenzialmente inarrivabile.
Si prospettava una notte più lunga del previsto.

Casa Surace - Regalo di NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora