PROLOGO

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3 mesi prima = 1° giorno di scuola del IV anno di Highschool

COREY
Mi aggirai per i corridoi della scuola alla ricerca della classe di Biologia. Ero in ritardo per la lezione e sapevo di dovermi aspettare una bella strigliata da parte del professore, a causa del mio ritardo che ormai diventava sempre più prolungato. "Hai bisogno di aiuto ragazzina?". Mi girai e mi ritrovai davanti un ragazzo con due grandi occhi scuri e un gran bel fisico atletico, che mi squadrava con curiosità e finto interesse. Il ragazzo in questione era Malcolm Norris, il running back della squadra di football della scuola, non ché  il ragazzo più ambito e desiderato dalle ragazze; Io al contrario, trovavo che per quanto affascinante, fosse solo uno stupido ed irritante ragazzino (pur avendo un anno in più di me e possedendo una statura e una corporatura ben al di sopra della media) e per questo l'idea di rivolgergli la parola non mi aveva mai sfiorata minimamente: "Buongiorno anche a te Norris" gli offrii un occhiataccia irritata e girai i tacchi affrettando il passo. Lui mi raggiunse quasi subito e mi regalò un gran sorriso, mostrandomi la sua dentatura perfetta, come a voler sbattermi in faccia il suo fascino da ragazzo viziato qual'era : "Siamo nervosette oggi, vero Stevenson?". Odiavo quando qualcuno mi chiamava per cognome. Mi ricordava che anche Jenny spesso veniva chiamata così. Il ricordo della mia gemella maggiore morta, si riversò per tutta la mia mente. Cercai di scacciarlo via. Non fu per niente facile perché la ferita in me (nonostante gli anni trascorsi) era ancora fresca, tuttavia grazie alla mia immensa forza di volontà, presi coraggio e allontanai quegli oscuri pensieri. Nonostante tutti i miei buoni propositi, però, i miei sforzi sui rivelarono vani. Malcolm, infatti, sembrò accorgersi del mio repentino cambio di umore e mi guardò con autentica preoccupazione : "Ehi ragazzina, non volevo offenderti... Va tutto bene?". Sentii delle lacrime provenire da una delle zone più remote e sofferenti della mia anima, ma mi afrettai subito a scacciarle via. O almeno ci provai : "Sto bene Norris, non ti preoccupare" gli dissi in tono piatto, fissando il vuoto, persa nei miei pensieri più cupi e minacciosi. "Sapresti dirmi dov'è l'aula di scienze?". Anche questa domanda mi uscì in tono piatto e sommesso. Dovevo tornare in me o avrei attirato troppo l'attenzione di quel ragazzo. Sicuramente, avrebbe fatto domande e non avevo certo intenzione di mostrarmi debole e indifesa come un cucciolo in gabbia : "In fondo al corridoio, la seconda aula a destra. Sei sicura di sentirti bene? Sembra tu abbia visto un fantasma.." : "Sto bene" lo ammonii e afrettai il passo ancora una volta : "Grazie". Lo lasciai lì e me ne andai, rilasciando poi un debole sospiro di sollievo quando fui abbastanza lontana perché lui non potesse notare tutta la mia reale fragilità.

CON TE NON HO PAURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora