Capitolo 4

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Conduco Maurizio nella cantina del bar. Lì avremmo potuto parlare tranquillamente

Le scale dell’edificio sono molto ripide, fortunatamente è abbastanza facile scenderle sottobraccio al mio amore.
Arriviamo in fondo, c’è veramente poco spazio, i nostri corpi si sfiorano, un grande calore mi avvolge. Spero di rimaner chiusa lì sotto con lui, come quei due tizi sotto la fottuta doccia.

“Allora, che tuttede, ragatta mia?”
Maurizio mi desta dai miei sogni erotici.

“Ho sentito al bar delle cose che ti possono interessare! Maria è coinvolta! Fa parte della banda!”

Gli racconto tutto d’un fiato. Lui mi guarda con quel suo sguardo sensuale, senza tradire un’emozione. Chissà se è fiero di me.

Alla fine mi sorride, facendomi entrare in paradiso.

“Grattie mille, tetoro. Tei ttata veramente brava. Maria, dovevo taperlo. Tronta tadica.”

Sentirlo insultare quella donna mi riempie di gioia. Spero che presto sarò io a baciare il suo collo.

“Mi ditpiate averti coinvolto in quetta ttoria, è pericoloto.”

Le sue mani si poggiano sulle mie. Il mio cuore è come il motore di una panda del 98 lanciata a 180 in autostrada.

“Io non ho paura.” Gli sussurrò sorridendo. “Non ho paura se tu sei con me!”

Vedo i suoi baffi sexy che si avvicinano a me.
“Allora retta intieme a me!”

Mi bacia con passione, ricambio quel bacio che desideravo ardentemente da sempre. In quel momento esistevamo solo noi, nessuno poteva interferire. Con le mie braccia vado a cercare il suo collo.

Ci baciamo con passione per non so quanto tempo, per poi uscire da quel posto per mano.
Sono estasiata, Johnny non era neanche un’unghia di quell’uomo straordinario.

“E ora?” Chiedo spaesata. “Cosa succederà?”

“Ttanotte devo incontrare la banda, ho rimediato loro un ttacco di etplotivo per un colpo, credo che ora mi metteranno al corrente di altre informattioni. Devo arrivare al capo della Scossa, lo chiamano il nero.”

Sono fiera di lui e dei suoi progressi nelle indagini.

“Posso aiutarti?”

Il suo volto diventa pensieroso. Avevo detto qualcosa di sbagliato? Dopo qualche secondo mi guarda e sorride.

“Potretti ettere la mia attittente e venire quetta tera con me all’incontro.”

Aiutarlo nelle indagini? Questo sì che è eccitante.

“Ma certo! Voglio aiutarti!”

Avrei dovuto trovare un travestimento. Perché non esiste una pozione che ti fa assumere l’aspetto di qualcun altro? Come vorrei essere una strega e realizzarla.

“Allora vieni con me! Ho qualcota alla moto che fa al cato tuo!”

Torniamo al suo mezzo. Maurizio apre una delle due borse ai lati della sella e mi passa una parrucca color arcobaleno.

“Indotta quetta! Nettuno totpettera nulla.”

Era geniale! Aveva appena risolto tutti i miei problemi. Quell’uomo migliorava la mia vita senza neanche doverglielo chiedere. Ogni ragazza dovrebbe avere un compagno come Maurizio.

“Grazie mille. A che ora ci vediamo?”

“vieni alle tette qui, ci troveremo in quetto potto e poi andremo intieme.”

Mi da un bacio con molto trasporto, per poi salire in moto e andare via.

Guardare la sua figura su quel mezzo
mi fa pensare agli antichi cavaliero. Lui è il mio Lancillotto e io sono la sua Ginevra. Nessuno ci potrà separare.

Le sette. Arrivo al luogo dell’appuntamento.
Indosso la parrucca, nessuno potrà notarmi.
Maurizio è già lì, con la sua lunga parrucca bionda e in calzamaglia nera. Vorrei tanto togliergliela di dosso, ma non c’è tempo.

“Emma. Vieni, andiamo.” Mi lancia un sorriso dolcissiomo.

Raggiungiamo il retro del bar, la banda è già lì, riconosco Flavio.

“Guido, buonasera!” Lo saluta allegro.

“Buonatera, Flavio. Lei è Tutanna, la mia attittente.”

“Piacere mio, Susanna!” Mi stringe la mano, ricambio con un sorriso.

Tutti fanno un applauso a Maurizio, cosa stava succedendo?

“Complimenti Guido! Sei riuscito a trovare gli esplosivi, il colpo è sempre più fattibile.”

Aveva la stima di tutti anche nella malavita! Che uomo d’oro.

“C’è una persona che vorrebbe conoscerti! Vuole che tu partecipi con noi.”

Dall’ombra spunta un nuovo personaggio, è vestito in giacca e cravatta.

“Piacere mio, Guido!” Esordisce. “Puoi chiamarmi Amadeus.”

Amadeus. Doveva essere un pezzo grosso, chissà cosa voleva.

“Abbiamo bisogno di qualcuno che sappia violare un sistema di sicurezza. Pensi di rimediarmi qualcuno?”

“Potto farlo io, tenta problemi.”

Sa fare anche quello! Sono proprio una donna fortunata!

“Perfetto, grazie dell’aiuto. Dobbiamo vederci in un posto più isolato per pianificare il tutto. Ti mando l’indirizzo per telefono, quando arrivi, la parola d’ordine è MYDILEMMAISYOU.”

“Va benittiomo!” Maurizio gli stringe la mano.”

“Sei uno a posto, Guido, farai strada. Ora scusaci, ma dobbiamo andare a sistemare un coinquilino snervante. Ci vediamo domani sera. Presto saremo tutti ricchi!”

La banda ci saluta e sparisce nell’ombra. Rimaniamo soli, finalmente.

Lo abbraccio con tutte le mie forze, lui ricambia.

“Tei ttata bravittima! Nettuno ti ha totpettato!”

“Ho ripreso dal migliore!” Ammicco.

“Domani tapremo di più, tiamo quati arrivati alla tetta del terpente, tra poco finiranno tutti arrettati! Ti ringrattio piccola! Tei un angelo!”

Sono sul punto di svenire dalla felicità. Come diceva sempre mia nonna,
“L’amore è come una partita al video poker di notte, senza luci, con solo un giubbotto catarifrangente.”

Beh, non posso che darle ragione.

“Ora dove andiamo?” Gli chiedo prendendolo per mano.

“Dobbiamo lattiare quetto potto.”

Non voglio passare la notte a casa da sola. Spero aggiunga altro.

“Vuoi venire a cata mia?”

Lo aveva detto davvero? O mio dio, non posso crederci! Certo che voglio.

“Sì! Sì, certo che vengo a casa tua!”

“Allora andiamo!” Mi passa un casco.

“Tieniti forte ragatta, dettinattione cata Costanzo!”

Voglio un Uomo con la Testa sulle SpalleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora