Chapter.1

27 4 0
                                    

Mi chiamo Gracell Evans, conosciuta più frequentemente con l'abbreviativo di Grace, sono una ragazza americana di diciotto anni che fino a quel momento stava vivendo una vita tranquilla all'insegna della spensieratezza fino a quando in un torrido pomeriggio d'estate i miei genitori hanno deciso che le spiagge di Miami erano troppo affollate per trascorrervi le vacanze.

Sono la prima e ultima figlia di Anaïs e Daniel Evans, i miei rispettivi genitori.
Mia madre non è americana, lo si capisce dal nome. Ha sempre vissuto in Francia, a Parigi, poi una volta compiuti diciotto anni è partita per un Erasmus all'estero. Qui a incontrato mio padre, che con i suoi poteri da gran seduttore, in qualche modo, l'ha convinta a rimanere in America e sposarsi.
Erano giovani quando si sono uniti a nozze, mio nonno Arthur me lo raccontava spesso. Diceva che Daniel aveva rubato il cuore di sua figlia, e che a lui non dava fastidio che andasse ad abitare in un'altra nazione, l'unica cosa che gli importava veramente era la sua nipotina, cioè io.
Diceva sempre :
' portatela qui in Francia, in estate, così può stare un po' con i nonni '

Il patto fu rispettato a lungo, ogni estate partivamo e andavamo a stare lì per un mese. Fu proprio durante quelle permanenze estive che mio nonno mi insegnò una delle cose più importanti all'interno della mia vita:
Suonare il pianoforte.
Ma appena compiuti undici anni mia nonna venne a mancare, e dopo di lei, mio nonno Arthur morì a causa di un incidente aereo.

Non tornai mai più in Francia, ma continuai a suonare, era l'unica cosa che mi ricordava mio nonno, che mi ricordava i dolci momenti passati con lui, quando ero ancora piccola e della vita non ne sapevo niente, quando credevo che quegli istanti non sarebbero mai finiti e fossero durati per sempre.

Di lui mi sono rimasti gli occhi, tutti mi dicono che ho il suo stesso colore, celesti misti al verde.
Da mia madre ho ereditato lo spazio tra i denti d'avanti, che mi ha portato, più volte, ad essere presa in giro con il soprannome di ' finestrella aperta '.
Da mio padre, ho preso i capelli scuri e le lentiggini.
L'altezza , invece, è una caratteristica di famiglia.
...
Quella mattina ci eravamo svegliati presto. I miei genitori avevano deciso di partire per le vacanze e sfruttare al meglio tutto il bel tempo che c'era a Chicago. Non che a Miami si stesse male, ma come dicevano loro, bisognava cambiare aria. In più a Chicago avevamo una casa, che dava direttamente sul mare.
Io non ci ero mai stata in quella casa. Effettivamente era tutta per mio padre. Infatti per colpa del suo lavoro, era costretto a muoversi spesso. Trascorrere intere nottate in hotel si era dimostrato piuttosto scomodo, del resto i soldi non mancavano mica, fu così che acquistammo quell'appartamento sul mare.
Era grande, o almeno così mi avevano detto. Avrei avuto una camera tutta mia con un bagno personale. In più c'erano la sala cinema, la palestra e una stanza dove avrei potuto suonare il pianoforte.
...
Il viaggio fu lungo ed estenuante, durò all'incirca un giorno intero. La notte ci fermammo a riposare in un hotel che si trovava di passaggio in modo da riprendere l'energie per l'altra metà del tragitto che ci aspettava.

Arrivammo a Chicago verso le nove della sera.
La casa che avevo davanti ai miei occhi era gigante e all'interno si era dimostrata anche meglio del previsto.
Senza perdere tempo andai in camera per vedere com'era.
Sprecai quasi un ora per sistemare tutte le cose che avevo portato da casa mia, il risultato non era affatto male.

 Sprecai quasi un ora per sistemare tutte le cose che avevo portato da casa mia, il risultato non era affatto male

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Feel the universe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora