Chapter.4

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••Pov's William••

Eravamo ancora lì, sotto le stelle, poi lei si alzò :
- dove vai?
- vado a casa si è fatto tardi probabilmente i miei torneranno a momenti
- non tornano proprio, invece
- cosa intendi?
- mia madre mi ha chiamato, rimarranno tutti in hotel per qualche notte
- per quale assurdo motivo?
- devono ancora trovare la sala che ospiterà il prossimo gala e si sono spinti un po' troppo in là, sono quasi a 5 ore di viaggio e sarebbe da idioti tornare a dormire qui e ripartire per tornare indietro l'indomani mattina.

Pochi secondi dopo prese il cellulare dalla sua borsa e aprí i messaggi non letti da parte dei suoi genitori, rispose rassicurandoli di essere a casa e che sarebbe andata a letto nel giro di pochi minuti, poi rimise il cellulare in borsa, si stese a braccia aperte sulla sabbia e disse ad alta voce :
- finalmente, libertà!

Mi fece ridere la sua affermazione ma non la trovavo del tutto inusuale.
- in cosa ti limitano?
- i mei genitori?
- si Elisa, loro
- be, diverse cose, per non dire tutte
- cosa è successo?
- cosa intendi?

Si sistemò meglio poggiando la testa sul palmo della sua mano, e sprofondando con il gomito nella sabbia, in modo da guardarmi meglio.
- se sono così rigidi deve essere successo per forza qualcosa, una specie di movente. Non so magari non sei tornata a casa prima delle dieci oppure non hai mangiato la carne con la forchetta giusta, cose di questo genere.

Mi guardò sorridendo e mi diede uno pugno sul braccio.
- oh no, credo tu abbia colpito troppo forte, sono sicuro che uscirà un bel livido

Mi fece il gesto con il dito mandandomi a quel paese.
- perciò, è per caso la forchetta la causa di questa tua prigioneria, o forse ti hanno rubata dai tuoi genitori veri e ti tengono come schiava nello sgabuzzino buio?

Si girò a pancia in su.
- sono sempre stati così, poi con gli anni la cosa è peggiorata
- perché non parti, non prendi un aereo e voli lontano da qui?
- non posso farlo
- tu puoi farlo, sono loro che non te lo hanno mai permesso

Tutto di un tratto si fece seria.
- è per mio nonno, lui è morto durante un volo in aereo, da allora non posso più viaggiare se non sotto il loro controllo

Vidi una lacrima scorrere sul suo viso.
- eri affezionata a lui?
Si asciugò con la mano la guancia
- molto
Poi si mise in piedi.
- devo andare, inizia a tirare un aria un po' fredda qui
- giusto, mi ero dimenticato di scriverti di portarti una giacca tra gli indizi.

Mi sorrise appena e mentre stava per andare via la seguii.
- non puoi tornare da sola, ti accompagno
- ma tu abiti dall'altra parte della città
- non ho niente da fare

Stavamo camminando in silenzio da un paio di minuti poi mi disse qualcosa :
- cosa c'è?
- cosa?
- ti sento pensare, cosa vuoi?

La guardai sorridendo, poi la bloccai per un braccio
- stavo solo pensando, se proprio non puoi fare quello che vuoi quando ci sono i tuoi genitori perché adesso torni a casa tua? Perché torni a fare la brava figlia nel lettone che aspetta la mamma e il papà?

Sì girò verso di me e mi guardò dritto negli occhi
- davvero è questo il tuo modo di conquistare una ragazza? Se ci stai provando con me in questo modo sbagli proprio Tarzan!
- Tarzan?
- tu come lo definiresti un essere selvatico che ama il pericolo, odia le regole e non fa altro che saltare da una liana all'altra tutto il giorno?
- okay, okay. Allora ascoltami Jane, immagina che questa sia la tua ultima sera, la tua ultima possibilità di fare quello che vuoi e che non hai mai potuto fare, cosa faresti? Rimarresti in città oppure entreresti nella giungla?
Le dissi provocandola

- e va bene, ma non chiamarmi Jane, preferivo Elisa
- eppure ci somigli a Jane Porter
- se somigliassi a lei, io e te dovremmo stare insieme, e l'idea non mi sembra molto allettante

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 10, 2018 ⏰

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