Capitolo 46

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« Ora può essere servito il piatto principale! » mormora, con la stessa ilarità di qualcuno che non ha un uomo sbranato dai cani morto sul pavimento.

  « Ho la nausea » mormora Zo.

« Capisco. I miei gusti non sono condivisi all'unanimità. Mi accomiato da voi ».

« Prima di andare » lo interrompe Leo, e si alza.

« Voi ci avete onorato con il vino tradizionale della nostra patria. Ora vorremmo onorare voi con un liquore tradizionale della Valacchia ».

Leo estrae una bottiglia dalla sua borsa.

« Oh, avete portato della Tuica? »      

  « Beh, Lorenzo De Medici non bada a spese per dimostrare la sua ammirazione per voi, mio signore».

Versa un bicchiere per sé stesso, per Vlad, Nico e Zo. Quando ne versa un bicchiere anche a me, mima con le labbra una frase.

"Non bere".

Non lascio trapelare emozioni.

« A Vlad III! »  dice Leonardo, con enfasi, poi butta giù il liquido.

Zo, con riluttanza lo segue, dopo un'occhiataccia dell'artista.

Poi comincia a dispensarne per tutti. Guardie, domestiche, tutti ricevono un bicchiere di liquore.

Fingo di bagnarmi le labbra, ma non ne butto giù neppure un sorso.

« Mostrate le stanze ai nostri amici  » mormora Vlad, mentre Leo continua a far bere tutti.

« L'artista ed io continueremo a parlare per ancora un po'  ».

Leo fa bere persino i cani.

Poi le guardie ci chiedono di lasciare la stanza ed io non voglio separarmi da Leonardo.

L'arista mi raggiunge a passo svelto e mi sorride.

« Va tutto bene. Ti raggiungerò tra poco  ».

E per la prima volta, Dracula mi guarda dritta negli occhi.

Non potrò mai più dimenticare quello sguardo.

* * *

Passa troppo tempo prima che Leonardo faccia il suo ingresso nella stanza. Nico è steso sul pavimento, Zo quasi non si regge in piedi.

Leonardo deve aver drogato il liquore e qui l'unica a non esserne contaminata sono io.

« Il nostro uomo sarà già morto, Leonardo » dice Nico.

« No, non ancora... ma dobbiamo sbrigarci se vogliamo salvarlo » mormora Leo, ed io mi avvicino a lui.

  « Senza di me però. Sento che le forze vanno via  ».

« Anche le mie  » conferma Zo.

« Perché siamo stati avvelenati... bevete l'antidoto» spiega Leonardo.

« Quel bastardo ha messo qualcosa nel vino  » dice Zo.

« No... sono stato io ».

Tutti guardano interdetti l'artista ed afferrano la boccettina coi movimenti rallentati.

« Adesso tutti, compresi i cani, dovrebbero perdere i sensi. Pronti?  »

Tutti annuiamo, ma sono preoccupata per le loro condizioni fisiche. Sembrano degli ubriaconi che non hanno ancora smaltito una sbornia e vogliono andare a liberare l'Abissino.

Alzo gli occhi al cielo. So che non avrei dovuto farmi coinvolgere e invece eccomi qui.

Leonardo ci porta su una scala a chiocciola, lui per primo.

E adesso, vola via.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora