quando cadrà la pioggia tornerò

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« Quando Seokjin morì, il mio mondo venne distrutto.» disse Namjoon mentre l'uomo seduto sulla poltrona davanti a lui prendeva appunti. Come ogni singola volta il ragazzo era agitato, le mani sudavano e il cuore mancava dei battiti. Il passato era doloroso, le lacrime salate.
«Cosa hai pensato quando lui se ne è andato?» chiese con attenzione il medico.

« Ho pensato che senza di lui sarei morto. Sa, la nostra storia era particolare. Ci amavano seriamente, il nostro era vero amore.»
« Vuoi raccontarmelo?»
« Di come ci siamo conosciuti ed innamorati? Si senta fortunato, le sto per raccontare una storia d'amore che va condivisa solo con pochi e custodita gelosamente.» il ragazzo dai capelli rosa si sistemò meglio, osservando il medico attentamente prima di iniziare il suo racconto. Quelli di Jin erano i suoi ricordi più preziosi.

« Io e Seokjin, o meglio Jin, ci siamo conosciuti tra i banchi di scuola. Era il primo giorno di scuola, il primo anno di superiori. Mi ricordo ancora la prima cosa che mi passò in mente quando lo vidi, "è bellissimo". Allora non lo sapevo, ma ne ero già innamorato. Quel ragazzo, di poco più grande di me, sembrava il mio opposto. Lui era sempre sorridente, sembrava avesse una gran voglia di vivere. Le prime parole che mi rivolse furono, "questo posto è libero?", le uniche per un bel po' di tempo, solo dopo qualche settimana tornò a parlarmi. In quelle settimane io ero rimasto nel mio angolino, tranquillo, ad ammirare lui.» si fermò dal racconto per guardare fuori dalla finestra, il cielo era nuvoloso, la pioggia stava per arrivare, lui stava per tornare.
«Continua Namjoon.»
«Ci siamo avvicinati solo alla fine del secondo anno. Lui era un ragazzo molto serio e dolce, gli piaceva andare con calma. Il nostro primo appuntamento avvenne per caso, io ero appena uscito dalla biblioteca, lui stava entrando. Era infreddolito e il suo piccolo nasino era arrossato. Lo trovai bellissimo anche così, con la neve appena caduta sui vestiti, il naso rosso e il suo cappello natalizio con una piccola renna ricamata.

"Ciao Joon, è bello vederti", mi disse con un sorriso.
"Anche per me lo è. Sembri avere molto freddo, andiamo, ti offro qualcosa di caldo", fu la mia risposta. Gli presi la mano, coperta dai guanti di lana, e lo trascinai verso il primo cafè che trovammo.» un sorriso malinconico si fece largo sul volto di Namjoon, era piacevole ricordare i momenti con Jin, ma anche doloroso da morire.
« Quel giorno restai in quel piccolo locale con lui per quasi tre ore. Parlammo di tutto e di niente, cose semplici, insignificanti forse. Scoprì quel giorno che aveva una grande passione per super Mario e che il suo colore preferito era il rosa. Mi piaceva ascoltare la sua dolce voce, era per me come il canto delle sirene per i marinai, mi incantava.»
« E tu cosa gli raccontasti di te?» il signor Choi smise di prendere appunti e lo guardò in attesa di una risposta.
« Gli dissi che mi piaceva leggere e che amavo l'arte. Avrei voluto dirgli, "proprio perché amo l'arte tu mi piaci cosi tanto, sembri un dipinto di Raffaello", ma lo tennì per me. Se non fosse stato per la telefonata di mia madre che mi chiedeva di tornare a casa per la cena sarei rimasto lì con lui fino al mattino seguente, per ascoltare tutto ciò che aveva da dirmi. Lo accompagnai a casa ed aspettai che entrasse.
"Allora ci vediamo domani a scuola?" mi chiese prima di andare.
"Se vuoi posso passare a prenderti e andare insieme." risposi io invece. Lui ovviamente accettò.
Quella sera quando tornai a casa ero felice, ora lei potrebbe dire che non era nulla di che qualla specie di appuntamento di fortuna, per me invece era la cosa più bella che mi fosse capitata negli ultimi anni.»
« Avevi già capito di amarlo?» il ragazzo si lasciò sfuggire un sorriso a quella domanda.
« Si, me ne ero reso conto. Lo avevo capito perché l'unico sguardo che speravo di incontrare era il suo, era l'unica persona della quale mi preoccupavo. Il tempo a nostra disposizione è finito dottore.» l'ora era scaduta, doveva andare.
« L'ora è finita, ma ho l'impressione che la storia no.»
« Questo era solo l'inizio di tutto quanto. Le racconterò il resto la settimana prossima.»
« Pensi di poter stare bene fino ad allora?»
« Non lo so, credo di sì.»

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