Capitolo 3

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Capitolo 3.

Malphas si svegliò solo a ora di cena, Jonathan era rimasto al suo fianco per un attimo ne rimase sorpreso, ma poi un leggero sorriso apparve sul suo volto: «Sei rimasto» il poliziotto sorrise: «Sì, rimarrò sempre al tuo fianco» quelle parole fecero sorridere Malphas che si spinse un po' di più contro il corpo di Jonathan: «Jonathan, ecco...» arrossì imbarazzato per un attimo non sapendo come chiedergli qualcosa che gli ronzava in testa da un po': «Cosa c'è piccolo?» si sorprese lui stesso con il tono di voce dolce che aveva usato, il demone allora gli chiese incoraggiato: «Io non sono il primo che è venuto a letto con te, ma non li hai mai coccolati come hai fatto con me, vero?»

Jonathan gli sorrise stringendolo un po' di più a sé: «Sei il primo che mi fa questo effetto. Figurati che non vedevo l'ora di tornare da te, il viaggio mi è sembrato durare per un eternità» uno strano rumore, però, lo sorprese e sorrise divertito quando vide il demone arrossire imbarazzato: «Hai fame?» Malphas annuì timidamente e Jonathan gli posò un bacio sulla fronte: «Andiamo a mangiare qualcosa, ma prima dovremmo farci una bella doccia calda»

Lentamente il demone si mise seduto facendo una piccola smorfia di dolore, non immaginava che potesse ancora fargli così male, però, era felice aveva fatto l'amore con Jonathan e un po' di dolore era nulla paragonato alla felicità che sentiva in quel momento. Il poliziotto vedendolo in difficoltà lo aiutò sorreggendolo ad arrivare fino al bagno: «Scusami dovevo andarci più piano, non immaginavo potesse farti così male dopo» Malphas sorrise divertito: «Il dolore passerà molto presto»

Tranquillamente si fecero una doccia rinfrescante, ancora non sospettavano che da un momento all'altro qualcosa sarebbe cambiato.

Mentre si dirigevano in cucina una forte esplosione spazzò via il muro della casa e tre demoni si presentarono davanti a loro: «Devi tornare con noi Malphas e pagare le conseguenze del tuo gesto» il demone dai capelli scarlatti si mise davanti a Jonathan per proteggerlo, nessuno di loro si era accorto che il sigillo nascosto dai capelli argentei del ragazzo si era spezzato. Un enorme potere si sprigionò alle spalle di Malphas che si voltò a guardare il suo neo ragazzo restandone sorpreso: delle ali color petrolio apparvero sulla sua schiena e una veste demoniaca nera di pelle nera con fiamme rosse avvolse il suo corpo. Quando Jonathan riaprì gli occhi, i tre demoni che avevano fatto irruzione nella sua casa indietreggiarono terrorizzati, mentre Malphas rimase pietrificato dov'era: «Allora ragazzi, capisco che siate incavolati, ma qui le cose sono due. La prima: lasciate in pace il mio ragazzo e ve ne andate in modo che non sfoghi su di voi il mio malumore. La seconda: non lasciate in pace il mio ragazzo e non ve ne andate facendomi perdere la pazienza costringendomi a distruggervi molto lentamente» bastò quella minaccia perché i tre demoni si inchinassero davanti a lui come bravi soldatini: «Sì, Signor Lucifero. Lasceremmo in pace il suo ragazzo» detto questo sparirono e lui poté avvicinarsi al ragazzo sfiorandogli con dolcezza il volto: «Malphas, stai bene?» era preoccupato e non lo nascondeva, il demone più piccolo si riprese e lo abbracciò di slancio tremando, questa volta l'aveva vista veramente brutta, Lucifero per calmarlo iniziò ad accarezzargli la schiena con lenti movimenti circolari: «Va tutto bene, adesso sei al sicuro e nessuno ti farà più del male» Malphas annuì contro il suo petto tranquillizzandosi.

Dopo lo spavento preso, mangiarono qualcosa e tornati nella loro camera da letto si distesero tra le coperte addormentandosi, c'era tempo per rispondere alle domande che erano sorte nella loro mente in quei pochi minuti. 

Il mio amore demoniacoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora