Ti amavo?

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Ti amavo?
È una domanda che mi sono posta spesso.
Amare ha un significato così grande, così immenso, così bello e spaventoso.
Ti ho voluto.
Ti ho pensato.
Ti ho cercato.
Ti ho desiderato.
Ti ho persino sognato.
Ti ho amato?
Non saprei risponderti con certezza, e nemmeno mi interessa.
Per quale motivo dovrei rinchiudere tutte le emozioni e le sensazioni che mi hai fatto provare in una sola parola?
Io voglio continuare a scrivere poesie, poemi, testi lunghissimi per spiegare quello che c'è stato.
Dire semplicemente che ti amavo non basta.
Non è abbastanza.
Sarebbe come scrivere una ricetta saltando tutti i passaggi e descrivendo solo l'impiattamento.
Non si capirebbe niente.
Io voglio dare il giusto spazio ad ogni ingrediente.
Voglio parlare di quando mi tremavano le mani e mi risultava difficile anche scriverti un messaggio,
di quando mi addormentavo pensando a te e mi svegliavo nello stesso modo,
di quando il desiderio di vederti sovrastava ogni cosa, perfino la mia timidezza e la mia razionalità.
Voglio raccontare delle risate,
delle battute,
dei pianti,
delle indecisioni,
delle serate passate col cuore a mille,
delle incazzature.
Voglio descrivere la bellezza che ho visto nei tuoi occhi,
nel tuo sorriso,
nei miei occhi e nel mio sorriso.
Voglio far sentire il rumore causato dalla mia caduta,
dal mio fragile cuore andato in mille pezzi,
delle lacrime mischiate al mascara che macchiavano il cuscino.
Voglio mostrare la forza che ho avuto nel rialzarmi,
la serenità che ho ritrovato,
l'amore per me stessa che ora è la mia unica priorità.
È necessario dare la giusta importanza ad ogni sfumatura.
Non sei stato importante solo per ciò che mi hai fatto provare, ma anche per le conseguenze,
perché ho scoperto di avere un cuore grandissimo, capace di provare sentimenti altrettanto grandi.
Quindi ti amavo?
Rispondimi tu.

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