La poesia dei giorni, e del passar delle ore

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Tenevamo una casa che era fatta di niente

Un materasso per terra, e noi sdraiati sul ventre

Tenevamo un gran parco, e un po' d'acqua, un ruscello

E degli appunti di carta stropicciati nel mezzo


Un cassetto un po' aperto, quello del comodino

Tante lettere sparse, l'intero alfabeto

Le usavamo a intervalli, per trovare il silenzio

Modellando parole, che sparivan nel vento.


Tenevamo un gran sonno, per il troppo sognare

Che durava dei giorni, senza neanche mangiare

E la fame attutita, ma una sete bestiale


Bevevamo dal cavo delle foglie di melo

Un po' d'acqua in un sorso, recidendo lo stelo.


Eravamo felici della vita del niente,

Senza mesi, ne giorni, da contare tra i denti.

Restavamo sdraiati in quel letto dorato

Alla luce del giorno, benedetti dal fato.

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