Cap 21

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Cap 21

Passano alcuni minuti. Lei resta immobile e in silenzio. Come se le servisse del tempo per comprendere appieno il significato della mia frase. Lentamente si stacca tanto quanto le basta per accarezzarmi il volto. Con le dita percorre piano le guance lasciando una lieve scia. Si ferma poi sulle labbra. Delinea con un'unghia il contorno.
Si riavvicina e mi sussurra:
- Tu hai ancora un cuore. Devi liberarlo dai lacci del dolore. Devi solo imparare ad ascoltarlo. Hai ancora una vita da vivere.

Si scioglie dall'abbraccio e si avvia verso il suo Hotel. Si gira e aggiunge:
- Non è colpa tua se Isabella non c'è più.
Con gli occhi la seguo per alcuni minuti fino a quando varca la soglia del Concord. Sono rimasto impalato senza pensare ad altro che a quello che mi ha appena detto. Mi sovviene la raccomandazione della mamma di Isabella. "Volta pagina – mi ha detto – vivi la tua vita, fai figli".
Dio. Che. Dolore.

"Come posso continuare da solo e dimenticarmi di te?" Il mio sguardo cerca un punto nel cielo. Lo so che non si trova là. È radicata profondamente soltanto nel mio pensiero e nella mia memoria. L'unica mia consolazione è che fintanto che sarà presente nei miei ricordi, continuerà ad esistere. Esistenza effimera, certo.

Questi pensieri, pesanti come macigni, mi accompagnano al mio albergo. Non ho più voglia di mangiare e mi butto nel letto vestito così come sono.
Giro la testa e colgo tra le lenzuola il profumo di Donatella. Sì. Forse ha ragione. L'attrazione tra noi è innegabile. Più la frequento più scopro delle qualità che apprezzo.
Però... Rimane pur sempre sua cugina.
Devo smettere di scoparmela. Non è giusto per me, non è giusto per lei.
Ma che fare? Più scortese di così non posso. Devo solo evitarla. Punto.

Mi risveglio al trillo del telefono in camera.
- Buongiorno, signore – mi saluta cortesemente il portiere dalla cornetta – qui nella hall ci sono due signore che l'attendono per una escursione.
- Oh santo cielo. Mi scusi con le signore. Sarò sotto tra dieci minuti.
Doccia veloce, niente barba, non ho tempo, jeans e maglione comodo e ... Sono pronto.
Mentre scendo, a piedi perché l'ascensore tardava, mi chiedo dove finirà il mio proposito di evitare la donna che mi sta mettendo sotto pressione.
Le individuo subito. Pratica Donatella, seducente, se non addirittura sfrontata, Sue.

- Buongiorno signore, - saluto con il mio miglior sorriso – pronte per l'escursione?
Cosa vi interessa di più: lo shopping o la storia?
Naturalmente anche gli interessi, non solo l'abbigliamento, le dividono. Sfrutto le mie capacità di mediazione e raggiungiamo un compromesso. Inizieremo con il "sentiero della libertà" soffermandoci a vedere i monumenti alternandoli a vetrine ed acquisti.
Passeggiare per il centro seguendo il sentiero di mattoni rossi è un piacere oggi. La temperatura è particolarmente mite e non siamo disturbati dal vento che spesso soffia fastidioso.
Donatella è interessata ai monumenti. Legge, attardandosi spesso e rallentando il cammino, le informazioni dalla guida italiana e dalle indicazioni presenti ovunque. Sue invece flirta apertamente con me. Mi capita di incrociare lo sguardo di Donatella. Sembra totalmente indifferente alle manovre di Sue.
Ci fermiamo a mangiare in un noto pub d'origine irlandese. Come ogni domenica servono il brunch. Non avendo neppure fatto colazione mi servo abbondantemente al buffet. Le due donne mi guardano sbalordite!
- Signore – mi scuso – ieri sono rimasto digiuno per completare la mia presentazione e questa mattina ho bevuto solo un caffè.
- Caspita – esclama Sue – sei sicuro che riuscirai a digerire tutto?
- Non preoccuparti. Smaltirò, smaltirò. Stanne certa. Dobbiamo continuare la passeggiata. - Le rispondo sorseggiando il mio "Mimosa"
- Pensavo avessimo finito con le pietre vecchie. - commenta imbronciata - passeggiare con i tacchi è davvero stancante.
- Forse se tu avessi scelto scarpe comode – osserva Donatella - avresti potuto continuare. - Poi si rivolge a me – Tu potresti riaccompagnarla con un taxi. Io penso di farcela tranquillamente da sola. Seguo le proposte della mia guida...
Perplesso per la sua reazione sto per risponderle quando mi anticipa con un saluto.
- Ci vediamo domani al congresso. - dice rivolta a tutti e due e se ne va.

E ora? Non ho stranamente nessuna voglia di scorrazzarmi Sue per portarmela a letto. Carina. Sì forse. Troppo disponibile però. No, non ne ho proprio voglia.
Un trillo mi salva.
- Ciao. - mi saluta Lucio – E' trascorsa una settimana. Hai incontrato Mary?
- Ehi ciao – rispondo – dritto al punto. Come al solito. Aspetta che sistemo una collega e poi ti richiamo io.
- Mi dispiace, Sue. Ho un problema da risolvere con un amico italiano. - mi giustifico – ti chiamo un Uber e ti faccio riaccompagnare.
Aspettiamo insieme, anche se a disagio, l'auto. Leggo nel suo viso il disappunto per il finale non previsto. Sono io che invece sono sollevato. Mi dispiace per il buon nome del latin lover, ma meglio così.

- Lucio? - chiamo – ci sei?
- Allora? Raccontami. L'hai vista?
- Senti. Vorrei ricordarti che stai per sposarti e che non dovresti minimamente interessarti ad altre donne. - rispondo tanto per non alimentare il suo insano interesse.
- La mia è pura curiosità fine a se stessa. Cosa credi? Io amo Veronica e mai penserei di tradirla.
- Ok, allora. Lo vuoi sapere tu, amico. L'ho vista, sì...
- Com'è? - mi interrompe – sempre bella e simpatica?
- Calmati. Se fossi Veronica io sarei gelosa e mi offenderebbe questa smania che hai per aver notizie di una vecchia fiamma – comincio, ma poi proseguo pensando che non sono fatti miei, - Comunque sì, è ancora bella per l'età. Simpatica non direi. Ha finto di non avermi riconosciuto. In seguito si è giustificata dicendo che ha un marito geloso del suo passato. Tutto sommato è stata algida, distante e per niente amichevole. Ho pensato che ce l'avesse con me. Io però non credo di averle fatto qualche torto. Tu, forse sai qualcosa che io non so?
- Veramente io ricordo che ci siamo salutati pensando di rivederci. Così non è stato. Lei non è mai venuta in Italia, che io sappia. Io non sono ritornato a trovarti tanto più che dopo due mesi tu sei rientrato. Ci siamo scambiati qualche lettera e fatti gli auguri di Natale. Poi più niente.
- Boh, non so che dirti. Lontana e indifferente, questa è ora. A me personalmente non interessa, mi dispiace solo che lei associ a me dei brutti ricordi. I miei invece erano piacevoli...
- Stai zitto, porco. Mi figuro proprio i tuoi bei ricordi.
- Come i tuoi del resto – ribatto e chiudo questa telefonata balorda riportandolo al suo presente – Ciao bello, salutami la sposa!

Rimasto solo riprendo la mia passeggiata seguendo i mattoni rossi. Chissà se incontrerò ancora Donatella. Era così presa dai monumenti che non può essersi allontanata molto.
Arrivo all'antico cimitero dove si innalza la stele dedicata a Benjamin Franklin e la vedo. È china a leggere un'iscrizione di una tomba che risale alla fine del settecento. La seguo con lo sguardo mentre si sposta e ne legge un'altra.
- Ciao – mi saluta una voce allegra – anche tu turista, oggi?
- Ciao Al – rispondo – anche tu in giro?
- Ho accompagnato al brunch alcuni amici e ora sto andando a cercare un regalo per mio figlio. A proposito grazie per aver accompagnato la dottoressa l'altra sera...

- Ciao – sentiamo una voce che ci saluta.
Tutti e due ci giriamo. Donatella sta uscendo dal cancelletto ed è solo a due passi da noi.
- Ciao – risponde Al – capiti a proposito. Stavo ringraziando Mario per l'altra sera e ora ho la possibilità di farmi perdonare. Posso accompagnarti io se sei sola. Sono una guida eccezionale.

- Ti ringrazio. Volentieri. Tu mi saprai raccontare tanti aneddoti che la guida tralascia. L'importante che io possa rientrare in hotel presto questa sera...
- A rientrare ci penseremo dopo – interviene e poi, rivolto a me – Ciao Mario. Ascolterò con molto interesse la tua relazione. A domani.

Resto solo sul marciapiede. Scuoto la testa come se non riuscissi a capire quello che è successo.
Mi hanno scaricato!
Ma non è proprio ciò che mi ripromettevo di fare? Stare alla larga da Donatella.
Perché allora provo rabbia? È forse gelosia?

Non sono mai stato così confuso in vita mia.

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