Desideri nascosti

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Pov's Philip
Era appena suonata la campanella per la pausa pranzo e così cominciai a dirigermi in mensa per prender posto.
Trovai un tavolo libero in fondo e mi sedetti, da solo. Si perché io ero quello nuovo nella scuola ed ero anche considerato strano, del resto la voce che mia madre fosse una drogata dipendente e che io ero il figlio adottivo dello sceriffo, Helen, giró immediatamente. Tutti commentavano, chi male, chi bene, insomma la gente qualunque cosa tu faccia giusta o no ti giudica ogni giorno, per cui ci avevo fatto l'abitudine in quel mese.
Una persona in quella scuola però c'era, che mi incuriosiva, Lukas. Questo era il suo nome. Il solito belloccio che stava con una delle ragazze più belle e con diversi amici.
Qualche volta avevamo scambiato qualche parola, ma poco e niente, secondo i suoi 'principi' non doveva girare per i corridoi con me. Come biasimarlo, oltre che stare sulle mie ed essere 'strano', ero gay ed i suoi amici,tranne la ragazza, da quanto ho capito eran abbastanza omofobi.
Qualche volta comunque ho notato che cercava il mio sguardo e quando capitava che i nostri occhi si incrociavano, avvertivo sempre una sensazione, un formicolio dentro lo stomaco. Lui comunque scostava subito lo sguardo, come se non potesse neppure guardarmi.
Finito di mangiare svuotai il vassoio ed andai verso il mio armadietto, quando qualcuno mi urtó da dietro. Mi girai scazzato, ma cambiai espressione quando mi resi conto fosse lui, Lukas.
Lukas:Scusami..
Mi disse solamente prima di correre via, però non verso l'aula dove avremmo dovuto far lezione, ma verso l'uscita. Mi sembrò star male così lo seguì. Andó verso il parco, non distante dalla scuola e si sedette vicino al tronco di un albero, non si accorse subito di me.
Così gli misi una mano sulla spalla e sobbalzó girandosi verso di me.
Lukas:Perché mi hai seguito? Cosa fai, lo stalker?
Io:No io..ho visto che non sei tornato in classe e volevo vedere se stessi bene.
Lukas:Beh, come vedi sono vivo, puoi anche tornare in classe.
Mi disse lui incazzato, ma non mi diedi per vinto. Mi posizionai al suo fianco e lui mi guardò.
Lukas:Ma cosa ti importa a te eh?
Sinceramente non sapevo cosa rispondergli, nemmeno io sapevo quello che mi era preso, ma non riuscivo ad andarmene. Ero come inchiodato lì.
Io:Voglio solo sapere perché non stai bene, si vede che è così o almeno io lo vedo.
Mi guardò fisso negli occhi e scoppiò in un pianto.
Senti qualcosa di strano dentro di me, non riuscivo a vederlo così. Decisi di avvicinarmi ed abbracciarlo, lui si fece stringere mettendo la testa nell'incavo del mio collo, lo cullai tra le mie braccia fin quando i suoi singhiozzi finirono.
Sciolse l'abbraccio ed io gli accarezzai la guancia, socchiuse gli occhi sospirando.
Io:Stai meglio?
Annuì e mi fece un sorriso, sorrisi anche io con lui.
Io:Ti va di parlarne? Oppure possiamo restare ancora un po' qui, così.
Gli dissi dolcemente, non togliendo ancora la mano dal suo viso, ma a lui non sembrò dispiacere.
Lukas:Restiamo ancora qui..se vuoi, puoi.
Io:Certo.
Lukas:Tu sei philip giusto?
Io:Già, sono io.
Lukas:So che vivi con Gabe ed Hellen, ma da poco..
Io:Come lo sai?
Lukas:È una piccola città, le voci girano in fretta.
Io:Immagino..
Lukas:E..come ti trovi?
Io:Bene bene..loro sono sempre gentili e disponibili con me, forse neanche lo merito fino in fondo.
Lukas:Perché dici così?
Io:Non so..sono solo un ragazzo problematico.
Lukas:Siamo in due.
Mi disse mentre cominciò ad accarezzarmi la gamba, sentivo certi brividi..e non capivo perché, neanche lo conoscevo bene.
Io:Hai voglia di dirmi perché sei stato male?
Lukas:Ecco..per i miei amici e mio padre, situazioni brutte di cui non mi va di parlare, ma grazie.
Io:uhm capito, e di cosa?
Dissi sorridendogli.
Lukas:Di avermi raggiunto, di non avermi lasciato solo, di avermi consolato ecco..
Mi disse tutto d'un fiato ed io intanto mi persi un attimo nei suoi occhi.
Mi avvicinai non so con quale coraggio e lui fece lo stesso, avrei davvero voluto posare le labbra sulle sue, ma fummo interrotti dallo squillo del suo telefono. Lessi il nome di Rose.
Lukas:Hey, si si..no sono al parco, no tranquilla, si forse, non lo so ti scrivo..ciao
Mi aspettavo qualcosa come "si amore", "ciao piccola", ma niente e ne fui felice.
Lukas:Io ora dovrei andare..
Io:Uh si..anche io
Lukas:Ma..ti andrebbe di venire da me dopo cena? Se hai voglia e puoi, mio padre è via per lavoro, così rimango da solo.
Io:Ma non dovevi vederti con Rose?
Dissi, senza farlo apposta, infastidito.
Lukas:Si ma..non ne ho voglia, allora vieni o no?
Io:Volentieri.
Lukas:Allora ti do l'indirizzo..
Io:Si, va bene.
Pov's Lukas
Onestamente non ho la più pallida idea del perché abbia invitato Philip da me, forse solo perché è stato carino a preoccuparsi per me? Non lo so, fatto sta che tra circa mezz'ora sarà qui a casa.
Poco dopo sento suonare il campanello, mi sistemai i capelli allo specchio del corridoio, per poi andare ad aprirgli.
E cristo, quanto poteva essere bello quel ragazzo. Aveva messo semplicemente un jeans stretto nero, che gli fasciava le gambe fin troppo bene, una maglia larga grigia chiara un po' trasparente e la giacca di pelle.
Mi soffermai forse troppo sul suo corpo facendolo arrossire, mi scappò un sorriso.
Philip:Hey
Io:Hey entra pure, come stai?
Philip:Tutto bene dai tu?
Io:Meglio, vuoi qualcosa da bere? Una birra o..
Philip:Va bene la birra, grazie.
Presi due birre dal frigor e poi andai in camera seguito da lui, dopodiché gli chiesi una cosa che fece sorprendere anche me oltre a lui.
Io:Parlami di te.
Non l'avevo mai detto a nessuno, ma con lui era diverso, mi..incuriosiva.
Philip:Non c'è molto da saper su di me; ho 17 anni come te,abito a casa di Gabe e Helen, perché mia mamma..non so se sia girata anche questa voce, non lo dico di solito, ma lei si droga, è una tossicodipendente. Più volte ha promesso a se stessa e a me di finirla, ma non ci è mai riuscita.. ora è in riabilitazione e forse potrà star meglio.
Riguardo mio padre..beh ci lasciò presto, non mi ricordo nulla di lui.. ma sto con lo sceriffo e Gabe, sto bene, si.
Disse infine abbassando la testa, dio era così tenero.
Gli misi due dita sotto il mento e mi guardò per qualche secondo le labbra, feci lo stesso. Ebbi l'impulso di baciarlo. Lui si avvicinava sempre di più ed io non riuscivo a muovermi, forse non volevo nemmeno.
Quando però le nostre labbra furono vicine mi scostai, che cazzo stavo per fare?
Io:Che stai facendo?!
Philip:Io..niente niente. Devo andare..
Io:No aspetta, ehi aspetta.
Dissi tirandolo per un braccio, facendolo nuovamente sedere vicino a me.
Cominciai a toccargli il braccio, salendo piano fino al suo viso accarezzandogli la guancia. Lui chiuse gli occhi un momento, ma non fece nient'altro per paura di essere respinto e forse avrei dovuto fermarmi, ma non volevo.
Così per una volta spensi la mente e non pensando più a nulla, lo baciai.
Lui ricambiò il bacio mettendomi una mano dietro il collo, mentre le mie andarono a stringere i suoi capelli.
Ci baciammo sempre con più passione e ogni volta che mi toccava avevo brividi dappertutto, non riuscivo a stancarmi.
Lo feci stendere sul letto sotto di me, non smettendo un secondo di baciarlo. Quando ci staccammo per riprender fiato mi accarezzò il viso ed i capelli.
Era bellissimo star così con Philip, non succedeva invece mai con Rose. Poi però cominciai a ragionarci e no, io non ero e non potevo essere gay.
Mi alzai dal suo corpo mettendomi seduto, lui mi guardò confuso.
Philip:Tutto bene?
Io:No non.. non va bene, io non sono come te!
Lui abbassò la testa e se andò dicendomi solamente 'ciao' e mi dispiacque, ma decisi di non seguirlo.
Il giorno dopo Philip entrò a scuola alla seconda ora e non mi guardò neppure. Come andargli contro, ero stato uno stronzo.
Poi lo vidi a ricreazione andare in bagno, così lo seguì.
Io:Philip sei qui?
Dissi bussando ad una porta del bagno.
Philip:Che cosa vuoi?
Disse con voce che a me parve incrinata, aprì la porta e lo vidi. Era rannicchiato alla parete con le mani tra i capelli. Mi misi seduto accanto a lui e gli tolsi delicatamente le mani dal volto.
Io:Cos'è successo?
Philip:Mia..mia madre ha rischiato di andare in overdose..
Gli misi le mani sulle guance, ma lui continuava a tener la testa bassa, allora cominciai a baciargli tutto il viso. Le guance, il naso, la fronte.
Lui sorrise e non ne potevo essere più contento, lo baciai, proprio come era successo qualche ora fa.
Fu un bacio lento, dolce,tanto che mi sorpresi.
Philip mise le braccia intorno al mio collo ed io lo feci alzare piano, appoggiandolo al muro. Cominciammo a baciarci sempre con più foga, lo desideravo.
Ci staccammo per guardarci un secondo e poi ritornammo a viziarci, nient'altro importava ora.
Dopo interminabili minuti lasciai le sue labbra per abbracciarlo, mi sorrise ancora con gli occhi lucidi.
Poggiai le mani sui suoi fianchi dandogli un ultimo bacio, poi me ne andai, lasciandolo ancora con gli occhi chiusi.
Mi appoggiai all'armadietto chiedendomi cosa stavo facendo con quel ragazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2018 ⏰

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