Capitolo 1

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Capitolo 1.

Il quarto anno ad Hogwarts era iniziato, nel peggiore dei modi per Harry.

Si sentiva come se fosse stato risvegliato da un bellissimo sogno.

Per la prima volta davanti a lui la realtà si era mostrata per quella che il suo "Nemico Fidato" gli aveva accennato nel corso degli anni con le sue battutine, nonostante per moltissimo tempo gli fossero sembrate delle vere e proprie provocazioni.

Era seduto in sala grande al tavolo dei Grifondoro annoiato come non mai.

Dal primo settembre era passato un lungo mese e nei confronti dei grifoni provava solo un senso di apatia. Niente nei loro discorsi gli dava la sensazione che fossero rivolti a lui per un vero e proprio interessamento.

Per questo aveva iniziato a comportarsi freddamente con loro.

Loro volevano solo Potter, non Harry e la cosa l'aveva infastidito sul serio, perchè per tre lunghi anni aveva vissuto nella menzonia, rimpiangeva quasi il comportamento dei Dursley, almeno loro gli avevano mostrato da sempre quello che provavano per lui senza badare molto al fatto che potessero ferirlo.

Quella constatazione lo fece sbuffare per l'ennesima volta, mentre mangiava svogliatamente ignorando ogni tentativo di dialogo di Hermione o Ron che come gli altri del resto gli stavano vicino per il suo nome.

Stanco di tutto e di tutti si alzò dal tavolo lasciando la Sala Grande.

Sentiva su di sé lo sguardo di tutti e la percezione che uno sguardo conosciuto, proveniente dal tavolo dei Serpeverde, lo seguisse gli fece per la prima volta spuntare un leggero sorriso sul volto ed in quello stesso istante si domandò: Ci sarà per noi una possibilità di lasciarci alle spalle il rancore e diventare quello che non siamo mai stati per colpa della mai stupidità?

Durante il suo tragitto per la torre dei Grifondoro si fermò a guardare il cielo stellato e la luna piena che risplendeva alta, ma rimase lì per pochi minuti, aveva bisogno di stare da solo o comunque in un luogo lontano dai grifoni.

Arrivato al ritratto che celava l'ingresso della torre disse: «Coraggio e Amore» quelle parole gli fecero storcere per un attimo il naso ed appena l'entrata comparve la oltrepassò salendo nel dormitori dove prese la mappa del malandrino dalla borsa: «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» delle linee nere ricoprirono la pergamena mostrandogli tutta Hogwarts.

Perplesso guardò tutto il castello alla ricerca di qualcuno e appena lo vide esclamò: «Dobby!»

Attese solo pochi secondi prima che l'elfo apparisse nella stanza, aveva poco tempo per sparire da lì prima del rientro dei compagni di casa, con il quale, però, non voleva avere delle nuove discussioni.

«Harry Potter Signore avete chiamato?» domandò l'elfo.

«Sì, Dobby. Ho un favore da chiederti. Conosci qualche posto che non siano i dormitori dove posso andare provvisoriamente per passare la notte e portare tutte le mie cose?» immaginava che Dobby sapesse cosa potesse essergli utile per questo gli rispose: «Sì, Harry Potter Signore. Al settimo piano c'è una camera che va e viene al quale può richiedere una camera per passare la notte, ma deve ricordare bene quello che le chiede per poi riaprirla quando esce per le lezioni»

Quella parole furono un'ancora di salvezza per Harry che disse: «Potresti portarmici e naturalmente portare le mie cose?»

«Sì! Harry Potter Signore!» esclamò l'elfo sorridendo.

Il ragazzo dai capelli corvini prese tranquillamente la bacchetta e picchietto sulla mappa: «Fatto il misfatto» le linee sparirono e la rimise nello zaino, mentre Dobby si dedicava al suo baule.

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