La gelateria si trovava a due isolati dal negozio di cd.
Non so perché ma avevo una sensazione strana.
Come se tutto fosse già stato combinato dal destino, come se avessi conosciuto quel ragazzo da sempre o avessi vissuto quel momento in un sogno sapendo ciò che fare nella vita reale.
Arrivò il cameriere è ordinammo due gelati..
«Non mi hai ancora detto il tuo nome».
Mi incantai, come faceva a essere così affascinante?
«C'è qualcosa che non va?»
Mi disse. Mi ero imbambolata a osservare i suoi occhi.
«Ehm.. no scusa stavo pensando una cosa. Io comunque mi chiamo Julia.»
«Io sono Austin. Scusami per prima non volevo rubarti il cd».
E sorrise malizioso e ammiccando, cercando di imbarazzarmi. Lo guardai e mi persi nei suoi occhi: dannazione, aveva qualche potere sconosciuto?
«Oh.. non preoccuparti».
Riuscii a dire dopo qualche secondo.
Arrivarono i gelati, Austin pagò la consumazione ringraziando il cameriere che ci aveva servito.
Parlammo a lungo, raccontandomi qualcosa su di lui. Mi disse che si era trasferito con i genitori in un altra città, quando era molto piccolo per cercare lavoro, ma dopo la morte del padre erano ritornati qui.
Mi stravolse. Non riuscivo a capire perchè mi aveva raccontato così tanto su di lui, in fondo io per lui ero un estranea.
«Anch'io canto». Mi disse.
«Davvero?».
«Si, è il mio sogno. Un giorno di questi ti faccio ascoltare qualche mia canzone».
Era abbastanza tardi e dissi ad Austin che dovevo tornare a casa. Mi alzai, ma lui di scatto mi fermò.
«Aspetta!».
«Devo andare, scusa ma si è fatto tardi».
«Ti va di andare a fare un giro al parco? Solo dieci minuti».
Non sapevo cosa rispondere. Era stato così gentile con me.
«Va bene, ma non un minuto di più».
«Perfetto».
E fece un sorriso malizioso.
Parlammo animatamente e infine ci sedemmo su una panchina. Mi piaceva sedermi su quella panchina è ammirare tutto quel verde.
Austin mi sembrava pensieroso. Doveva dirmi qualcosa e si vedeva perché era abbastanza nervoso. Sembrava che mi nascondesse qualcosa.
«Devi dirmi qualcosa? va tutto bene?».
«Si.. cioè..».
Inizio a balbettare
«Non ti ricordi di me?».
«Di te? scusa ma continuo a non capire».
«Non preoccuparti lascia stare».
Fece il suo solito sorrisino sghembo.
Cosa mi dovevo ricordare su di lui? Si aveva qualcosa di familiare, ma non riuscivo a ricordarmi chi era! Forse l'avevo visto per strada e mi confondevo con qualcun'altro, o semplicemente mi stava prendendo in giro.
*Squilla il telefono*
«Hey mamma... si... sto arrivando... due minuti e sono a casa.».
«Scusami adesso devo proprio andare. Grazie di tutto, mi ha fatto piacere passare un pò di tempo con te».
«Devi proprio andare?».
«Siii.. ciao».
«Ciao».
Rispose con un filo di voce.
Perché instaurare un rapporto con lui? L'avevo appena conosciuto, non sapevo chi fosse, forse mi sono comportata male con lui, ma cosa pretendeva?
Ritornai a casa e durante il tragitto pensavo a quello che mi aveva detto, quel: -ti ricordi di me?-. Allora ci siamo già visti! Ma dove!? Non riuscivo a ricordarmi e mi feci mille domande.
«Mamma sono tornata».
«Ciao amore, la cena è pronta».
«Okay grazie... arrivo subito».
Mangiai in fretta e andai subito al letto, ero distrutta dopo una giornata così.
Mi addormentai pensando ancora a lui...
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AUSTIN MAHONE ~Undici Minuti~
Fanfiction«Non c'è niente in questo mondo che io amo più di te. Tu sei il mio tutto ...»