Una lineetta verde

380 31 79
                                    

Capitolo 8: Una lineetta verde


25 giorni.

Ieri mio marito è morto.

Il colonnello della caserma di Trento, Andrea Grassi, è morto il 30 ottobre, dopo 25 giorni di coma.

Il colonnello se n'è andato da eroe, sacrificando la sua vita e prendendosi una pallottola che gli ha lesionato alcuni organi interni.
Negli ultimi giorni la sua situazione era notevolmente peggiorata. Dopo due settimane di situazione stabile, il colonnello ha avuto una ricaduta e, dopo un'altra operazione, è stato spostato in terapia intensiva. Nell'ultima settimana è diventato sempre più debole ed è rimasto in isolamento fino alla fine, quando ha esalato il suo ultimo respiro.

33 anni, sposato da quasi tre mesi, amato dal marito e dalla famiglia, li ha lasciati nella tristezza e nella disperazione totale.

Sono seduto su una panca della chiesa San Giovanni.

Non piango, non riesco neanche a provare dolore. Neanche ora che sta entrando la bara riesco a comprendere la realtà.

Ho avuto paura e immaginato questo momento per così tanto tempo e ora che lo sto vivendo non lo accetto, spero ancora che sia un incubo, che non rimarrò senza di lui, solo e senza un motivo per andare avanti.
Vicino a me mio padre piange senza contegno.

Piange per l'uomo che non c'è più.

Piange per il genero a cui si era lentamente affezionato.

Piange per il suo colonnello un po' troppo serio e ligio al dovere.

Piange per il suo più caro amico, Andrea, con cui ne aveva combinate forse troppe.

Un amico sempre disponibile ad aiutare, ad ascoltare,a finire nei casini, a consigliare.

Un uomo che teneva la porta sempre aperta, che non lo abbandonava mai, che aveva accettato mio padre con tutti i suoi difetti e tutte le sue stranezze.

Nessuno a Trento aveva mai visto il maresciallo Leveghi così disperato, così svuotato, così lontano dal suo solito sorriso contagioso.

Davanti a me ci sono i genitori di Andrea, uniti dal dolore della perdita di un figlio, il dolore più grande che un uomo e una donna possano provare.

Loro almeno possono condividere questo vuoto, io il vuoto ce l'ho intorno e ce l'avrò per sempre.
Il prete sta parlando di lui, soffocando a stento le lacrime.

Soffre tanto anche lui per la perdita di quel colonnello un po' burbero che affermava con convinzione il suo essere ateo, ma che aveva un grande cuore e alla fin fine lo ammirava e lo accettava.

Soffre per quell'uomo che gli lanciava sguardi di odio, ma che era anche giusto, onesto e sicuramente un vero amico.
Nonostante il tentativo di non piangere, la voce del don trema e si spezza continuamente.

Piangono tutti, i nostri amici, i nostri familiari, i suoi carabinieri fedeli al serio, ma bravo, colonnello.

Piangono perché loro, a differenza di me, sanno che non lo rivedranno mai più.

Non lo rivedranno mai più fiero e composto nella sua divisa.

Non lo vedranno più entrare in caserma e sedersi alla sua scrivania.

Non lo vedranno più riprendere e prendere in giro il maresciallo intento a tenerlo lontano dal suo prezioso "bambino".

Non lo vedranno più camminare tranquillamente per le viuzze di Trento.

Tutto per una pallottola// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora