Fede

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Capitolo 7: Fede


La vedo lì. E' rimasta davanti alla stanza di Andrea tutta la notte. E' sconvolta e per un attimo mi riconosco in lei.

Mi pento di tutto quello che ho detto e pensato. Non la conosco, ma mi sembra una povera donna sfruttata e in difficoltà. Ora sono sicuro che si meriti il sacrificio di Andrea anche se continuo, nel profondo, ad odiarla un po'.

Credo sia normale.

Mi avvicino e la sfioro. Lei si spaventa e si ritrae.

-Scusa- bisbiglio -non volevo spaventarti- sorrido cordialmente.

Lei non risponde. Trema. Ha paura di me.

-Non le pensavo quelle cose. Sai, sono chiuso qui dentro da più di due settimane e mio marito rischia di morire. Non sono nel pieno delle mie facoltà-

Lei si avvicina un po' e mi abbraccia piangendo.

-E' solo colpa mia- mi dice.

-Giovanni tu hai ragione. Non mi merito di essere viva e Andrea non si merita di stare qui, come non te lo meriti tu. Però so che il vostro amore supererà anche questo ostacolo-

Mi allontano da lei, sconvolto. Come fa a sapere come mi chiamo? Cosa ne sa del nostro amore?
Il mio sguardo cade sulla sua mano.

Porta un anello, sembra una fede. Mi concentro su di lui e mi sento mancare.

-Quella...- balbetto.

-E' la fede di Andrea- conclude lei asciugandosi una lacrima e sorridendo.

Non resisto un secondo di più e svengo.

Questa era l'ultima cosa al mondo che mi sarei mai aspettato.

-Giovanni... ehi Giovanni-

Riapro lentamente gli occhi, frastornato e confuso.

-Oddio! Meno male che ti sei ripreso- mi dice aiutando ad alzarmi.

-Cos'è successo?- sussurro.

Mi gira ancora un po' la testa.

-Sei svenuto, ma lo sei rimasto per pochi minuti. Mi hai fatto spaventare!- mi sorride stancamente.

-E' la fede? La cosa importante che mi devi dare, è la fede di Andrea?- le domando a bassa voce.

Desidero ardentemente che la risposta sia si. Una parte di noi tornerebbe normale, almeno quella.

-Certo. Gli era caduta insieme ai guanti e subito ho pensato a te, a cosa avresti fatto quando si sarebbe ripreso. L'ho raccolta, ma non ho avuto il coraggio di venire qui, dalla sua famiglia distrutta a causa mia.

Poi però non avrei potuto resistere di più. Questa è vostra, è importante-

Mi porge la fede e io la stringo a me.

Questo anello gliel'ho messo io al dito qualche mese fa, promettendo all'uomo della mia vita di rimanergli accanto sempre, nella buona e nella cattiva sorte. Sorrido per averla ritrovata.

-Grazie, grazie davvero. Non sai che regalo mi hai fatto... e poi... bhè mi voglio scusare ancora per prima. Sto impazzendo qua dentro, l'attesa mi uccide. Poi gli ultimi giorni sono stati più pesanti. La sua ricaduta, una sua lettera che ho trovato.... lei è stata così gentile. Mi potrà perdonare?-

-Io perdonare te? Giovanni, sei impazzito! Io... io mi devo scusare con te. Sono una codarda. Io non ho nessuno che mi ama, che mi aspetta la sera a casa e ho permesso a un uomo sposato di sacrificarsi per me... faccio schifo- vedo che inizia a piangere, ma io la calmo.

Tutto per una pallottola// CamperkillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora